I bambini non sono una tela bianca – o almeno non nel senso letterale. Se è vero che devono acquisire molte competenze e conoscenze, non è meno vero che vanno perdendo anche alcune delle loro capacità innate.
Sapevate infatti che, a soli due giorni dalla nascita, secondo uno studio dell’Università di Firenze, i bambini sono già in grado di riconoscere la mamma dall’olfatto in soli 20 secondi?
Man mano che crescono e si sviluppano gli altri sensi, questa capacità discriminatoria viene inibita. Ma non è l’unica. La necessità di adattarsi alla società cambia il loro cervello e il centro della loro attenzione, costringendoli a dare priorità ad alcune abilità a scapito di altre.
Le abilità infantili che dovremmo preservare come un tesoro
I bambini vengono al mondo con una serie di abilità innate fondamentali per sopravvivere e adattarsi al loro ambiente. I riflessi di suzione e di presa, ad esempio, sono essenziali per garantire la loro sopravvivenza. Hanno anche altre abilità che li aiutano a scoprire il mondo, come il riflesso di ricerca.
Alcuni di questi riflessi scompaiono naturalmente perché non sono più necessari man mano che il bambino sviluppa competenze più complesse, ma altre capacità che sarebbe importante preservare vengono sacrificate sull’altare di una società troppo concentrata sul successo da relegare l’essere in secondo piano.
1. Essere pienamente presente nel qui e ora
I bambini nascono con la straordinaria capacità di vivere nel presente. Hanno la mindfulness nel loro DNA. Quando sono piccoli non si preoccupano del futuro né si sentono legati al passato. Quello che è successo un’ora fa appartiene al passato. E quello che accadrà nelle prossime ore, un’avventura tutta da scoprire.
Quando i bambini si impegnano in un’attività, si godono appieno il momento. Quando si immergono nel gioco, non esiste un prima o un dopo temporale. Che costruiscano un castello di sabbia sulla spiaggia o una figura di argilla a casa, nel loro mondo c’è solo quello. Quando si sentono felici ridono e quando si sentono male piangono. Vivono i loro stati emotivi senza dissonanza. Si donano pienamente.
Tuttavia, crescendo, iniziano a preoccuparsi per il futuro, si distraggono e hanno difficoltà a concentrarsi. La loro mente inizia a vagare e smettono di godersi ciò che stanno facendo, il che apre le porte a problemi di attenzione nell’infanzia e all’insoddisfazione vitale in età adulta.
Come possono i genitori preservare questa capacità nei loro figli?
Incoraggia i tuoi figli a godersi il qui e ora. Chiedigli di rallentare quando necessario, invece di spingerli a inseguire il successo. Motivali a valorizzare le piccole cose, quelle che si apprezzano solo quando siamo pienamente presenti, come un piccolo fiore sul bordo del vialetto o il canto di un uccello. Lascia che si godano i piccoli piaceri senza fretta, dal mangiare il gelato al giocare con il loro animale domestico.
Se in qualsiasi momento noti che sono preoccupati, chiedi loro di dirti cosa sta succedendo e aiutali a risolvere il problema. Insegnagli a lasciare andare ciò che non possono controllare e prestagli attenzione ogni volta che ti parlano o hanno bisogno di te. In questo modo creerai l’abitudine a essere pienamente presente a casa e rafforzerai la loro capacità di vivere nel qui e ora, che è l’unico momento che possiamo veramente controllare.
2. Stupirsi per le meraviglie del mondo
Lo stupore non è affatto una capacità banale. Secoli fa Platone lo definiva uno stato naturale e indispensabile per i filosofi perché, sebbene abbia origine nella percezione, va ben oltre, stimolando il desiderio di conoscere. I bambini piccoli vivono in uno stato di meraviglia quasi permanente. Per loro tutto è nuovo. Hanno tutto il mondo da scoprire, quindi non è strano che si stupiscano di una lumaca o un fiore così come della forma delle nuvole.
Miscela di competenza e sensibilità, lo stupore genera eccitazione e fascinazione, essendo alla base della motivazione e dell’interesse. Non solo spinge i bambini a esplorare e conoscere l’ambiente circostante, ma permette loro anche di godersi il viaggio. È la componente ludica dell’apprendimento e il carburante che alimenta la motivazione. Sfortunatamente, è un’abilità che svanisce con il passare degli anni, tanto che alcuni adulti la perdono completamente, il che può portarli a uno stato di apatia e anedonia in cui nulla li scuote o li motiva.
Come possono i genitori preservare questa capacità nei loro figli?
Consenti a tuo figlio di godersi la sua infanzia senza fretta. Ricorda che ogni volta che tuo figlio guarda fuori dalla finestra è come se il cielo si aprisse davanti ai suoi occhi. Lasciagli il tempo affinché il mondo lo stupisca. Alimenta la sua naturale curiosità. Motivalo ad andare oltre e continuare ad approfondire ciò che lo appassiona.
Se uscite a fare una passeggiata, ricorda che il viaggio è più importante della destinazione. Pertanto, incoraggialo a fermarsi ed esplorare tutto ciò che attira la sua attenzione. E se noti qualcosa d’interessante , mostraglielo. Quando possibile, permettigli di esplorare liberamente e, quando ti mostra il “tesoro” che ha appena scoperto, non minimizzarlo o scoraggiarlo dicendogli che è qualcosa d’insignificante. Rafforza il senso del mistero, la sua sete di conoscenza e la capacità di meravigliarsi di fronte a tutto, perché la meraviglia è il suo vero tesoro – anche se noi adulti l’abbiamo dimenticato.
3. Creatività per immaginare altri mondi possibili
“Nei momenti di crisi, solo l’immaginazione è più importante della conoscenza […] La conoscenza è limitata, ma l’immaginazione circonda il mondo”, affermava Albert Einstein. Infatti, man mano che le macchine e l’intelligenza artificiale si fanno carico dei compiti più monotoni, la creatività acquisirà importanza nella nostra società.
Ma è una capacità che stiamo perdendo man mano che avanziamo nel calendario, secondo una ricerca condotta dall’Università della California. Secondo questi psicologi, i bambini in età prescolare sono più creativi di quelli in età scolare, che a loro volta ottengono risultati migliori rispetto agli adolescenti e agli adulti.
I bambini piccoli hanno quella creatività magica che permette loro di sognare e di avere amici immaginari o di costruire un palazzo sotto le lenzuola del letto. Con il passare del tempo, in gran parte a causa di un apprendimento eccessivamente regolamentato e infinite attività che sono diventate una vera e propria corsa per saltare le tappe, il loro pensiero diventa più rigido e la loro immaginazione si logora. Perdono così la capacità di immaginare altri mondi possibili. E quando non siamo in grado di pensare ad altre alternative, queste non possono concretizzarsi.
Come possono i genitori preservare questa capacità nei loro figli?
Se vuoi che tuo figlio continui ad essere creativo, non separarlo dal tempo libero, dal gioco libero e dalla natura. Lasciagli spazio e tempo per giocare, divertirsi ed esplorare, ma anche per annoiarsi perché in quegli stati fiorisce la creatività. Garantiscigli un ambiente stimolante in cui si senta libero di creare ed esprimersi.
Ricorda che meno cose fa un giocattolo, più cose farà la mente del bambino. Stimola quindi il gioco libero, quello che si sviluppa passo dopo passo nella fantasia, senza regole rigide da seguire o obiettivi da raggiungere. Limita l’uso della tecnologia ed espandi lo spazio dell’immaginazione. Incoraggialo a inventare storie, personaggi e ambientazioni nei suoi giochi. Non tarpare le ali alla sua fantasia perché è la base della creatività.
Preservare queste abilità infantili non è poi così difficile, ma è necessario che i genitori ripensino l’apprendimento come un viaggio che nasce dall’interno della persona, una meravigliosa avventura in cui gli adulti hanno solo il ruolo di facilitatori, rispettando il ritmo dell’infanzia per preservare le loro meravigliose caratteristiche e permettere loro di continuare a crescere senza perdere ciò che permette loro di godersi la vita ed essere felici.
Riferimenti:
Gopnika, A. et. Al. (2017) Changes in cognitive flexibility and hypothesis search across human life history from childhood to adolescence to adulthood. PNAS; 114(30): 7892–7899.
Ugalde, J. (2017) El asombro, la afección originaria de la filosofía. Areté; 29(1): 10.18800.
Marin, M. M. et. Al. (2015) Two-day-old newborn infants recognise their mother by her axillary odour. Acta Paediatr; 104(3): 237-240.
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