
Anche se il termine è poco conosciuto, anche tra i professionisti della psicologia, la paura di guidare viene denominata “amaxofobia” e colpisce il 33% di chi si mette al volante. Questo disturbo viene compreso all’interno di un disturbo maggiore che è l’agorafobia, cioè la paura dei luoghi affollati e non familiari dai quali si tenta di fuggire e nei quali si teme di perdere il controllo della situazione.
Queste persone quando si mettono al volante iniziano a sperimentare: tachicardia, sudorazione eccessiva, respiro affannoso, nausea e vertigini. Questo avviene perché si crede che il resto dei conduttori sia pericoloso, e quindi, il traffico diventa una minaccia. Dal momento che la persona crede di non possedere gli strumenti per affrontare questo rischio, semplicemente si innervosisce e sente la necessità di fuggire da questa situazione.
L’Istituto di Sicurezza Stradale di MAPFRE (Importante compagnia assicurativa spagnola) ha realizzato uno studio nel quale si stabilisce che il 40% di chi soffre di amaxofobia è stato spettatore di un incidente d’auto. Questo fattore causale si riduce del 25% nelle donne, probabilmente perché le femmine sono più portate ad esternare i propri sentimenti, così che possono superare più facilmente questa esperienza traumatica. Inoltre, gli uomini che soffrono di amaxofobia tendono a rifiutare spesso l’aiuto di uno specialista forse perché si vergognano di ammettere che hanno paura di mettersi al volante.
Altre volte non è l’aver presenziato a un incidente d’auto che provoca questo disturbo ma piuttosto questo si presenta senza nessuna causa apparente, anche in conduttori con molti anni di esperienza al volante. A partire dalla prima crisi d’ansia sperimentata, si sviluppa un circolo vizioso nel quale domina la paura di rivivere la stessa situazione angosciante, e questa paura è ciò che genera nuove crisi sempre più intense.
Anche la scarsa preparazione di un conduttore nell’affrontare i pericoli della strada è un fattore che può portare a questa fobia. Ovviamente, la mancanza d’esperienza può generare insicurezza e paura, che a loro volta causano attacchi di panico in determinate situazioni percepite come pericolose.
Altri fattori che possono rafforzare i sintomi dell’amaxofobia sono i fenomeni atmosferici: troppa pioggia, vento forte, neve e ghiaccio sulla strada. La responsabilità nel trasportare dei bambini o utilizzare automobili prestate, sono altri fattori che aggiungono tensione ad un’attività che già causa stress.
Naturalmente il problema principale che produce questo disturbo è la limitazione della libertà di movimento delle persone e delle attività che si potrebbero realizzare, dato ce non ci si può spostare facilmente con la propria auto. Infatti, la maggioranza delle persone riconosce di preferire la rinuncia ad alcune attività piuttosto che mettersi al volante per raggiungere una determinata località.
Trattamento dell’amaxofobia
Questo tipo di fobia si tratta generalmente con una strategia multipla nella quale si tenta in primo luogo di cambiare le idee delle persone in merito alla minaccia rappresentata dal traffico. In seguito si lavora sull’abilità di guida delle persone in modo tale che queste giungano a sentirsi più competenti e, solo infine, si affrontano gli attacchi di panico.
L’obiettivo finale è che la persona sia capace di esporsi gradualmente e in maniera controllata alla guida. Va sottolineato che tra tutte le varie fobie, il trattamento di questo disturbo è quello che presenta la maggiore percentuale di successo. Tra il 90 ed il 95% delle persone con
amaxofobia riesce a superare la propria paura e rimettersi al volante.
Fonte:
MAPFRE (2005) Amaxofobia: el miedo a conducir. In: Fundación MAPFRE.
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