Nessuno vuole sentirsi ansioso. Sperimentare quella opprimente pressione nel petto o vivere con la sensazione che da un momento all’altro accadrà qualcosa di terribile non è piacevole. Ma l’ansia in sé non è negativa. Infatti, tutti noi abbiamo un livello di ansia basale che dobbiamo imparare ad affrontare. Il segreto sta nel riconoscere quando inizia ad aumentare oltre i limiti ragionevoli per evitare che vada fuori controllo e influenzi il nostro funzionamento e il nostro benessere.
Cos’è l’ansia basale?
In Medicina il termine basale viene utilizzato in senso generale per riferirsi alla capacità del paziente di mantenere un adeguato livello di attività e indipendenza. Viene utilizzato anche per indicare il suo stato di salute prima di ammalarsi o il funzionamento naturale del metabolismo.
Pertanto, l’ansia basale è il livello di ansia costante o di fondo che la persona sperimenta nella vita quotidiana, anche in assenza di situazioni particolarmente stressanti o fattori scatenanti specifici.
Si tratta di un tipo di ansia di fondo, uno stato di base la cui intensità varia da persona a persona, tanto che può manifestarsi con sintomi come preoccupazione, irrequietezza, tensione muscolare o sensazione di disagio, oppure manifestarsi in modo quasi asintomatico.
A differenza dell’ansia acuta, che insorge in risposta a particolari situazioni stressanti, come ad esempio un importante cambiamento di vita all’orizzonte, l’ansia basale è presente continuamente. Non è uno stato patologico, come l’ansia generalizzata, e sebbene fluttua nel tempo, generalmente lo fa entro un intervallo limitato, come si può vedere nel grafico sottostante. Tuttavia, quando i livelli di ansia basale salgono alle stelle, ciò può influire sul nostro benessere generale e sulla qualità della vita.
Dal fattore biologico all’influenza situazionale
Per comprendere il meccanismo attraverso il quale l’ansia si instaura nella nostra vita, dobbiamo tenere conto che esiste:
1. Ansia di tratto. È una caratteristica stabile e duratura della persona, che riflette una tendenza generale a provare più o meno ansia nel tempo, in diverse situazioni e contesti. È una predisposizione o tendenza che ci spinge a reagire con maggiore nervosismo o, al contrario, con più calma e serenità, alle circostanze esterne. Ovviamente, questo tipo di ansia dipende in gran parte da fattori genetici e biologici, nonché dalle prime esperienze di vita.
2. Ansia di stato. Indica uno stato di ansia temporaneo e transitorio che sperimentiamo in risposta a situazioni specifiche o eventi stressanti. È una reazione emotiva normale e adattiva che può sorgere di fronte a circostanze che aggiungono una dose di ulteriore stress alla vita, come sostenere un esame importante, parlare in pubblico o fare un colloquio di lavoro. Ma quando la situazione stressante scompare, l’intensità dell’ansia di stato solitamente diminuisce fino a ritornare al livello basale.
Di conseguenza, maggiore è l’ansia di tratto, maggiore sarà l’ansia di base perché avremo la tendenza a preoccuparci anche per situazioni che per la maggior parte delle persone non rappresentano fonte di stress.
Allo stesso modo, se siamo continuamente sottoposti a circostanze stressanti, il nostro livello di ansia basale aumenterà, rendendoci più propensi allo stress.
Quali sono le conseguenze di un’ansia basale elevata?
Molte persone si abituano a convivere con un livello di ansia basale elevato, ma questo non significa che sia positivo. Infatti, l’ansia sostenuta nel tempo finirà per avere un impatto significativo sul nostro benessere emotivo e sul funzionamento cognitivo.
Uno studio condotto presso l’Università di Hacettepe ha rivelato che il livello di ansia basale può influenzare anche aspetti quotidiani del nostro funzionamento come la percezione dei sapori. Ma le sue conseguenze vanno ben oltre:
• Sensazione di costante irrequietezza. Le persone con un’elevata ansia basale sperimentano una sensazione persistente di nervosismo e preoccupazione, anche nei momenti in cui non c’è motivo apparente di sentirsi tesi o stressati.
• Fatica. Uno dei primi sintomi dell’ansia, e anche uno di quelli che tendono a passare inosservati, è proprio l’esaurimento emotivo e mentale. Questo perché l’ansia basale ci mantiene in un costante stato di allerta che finisce per esaurirci, quindi è normale che ci stanchiamo rapidamente.
• Difficoltà di concentrazione. L’ansia scatena uno stato di ipervigilanza che ci farà prestare attenzione ad alcune cose, ma ci renderà molto difficile concentrarci su ciò che conta davvero perché la nostra mente è costantemente distratta da pensieri ansiosi, alla ricerca di pericoli ovunque.
• Alterazioni dell’umore. L’ansia di solito ci porta sulle montagne russe emozionali. Possiamo passare rapidamente dall’irritabilità e dalla frustrazione alla tristezza e alla disperazione. Queste oscillazioni emotive generano in noi un profondo sentimento d’instabilità che finisce per influenzare anche le nostre relazioni interpersonali, creando attriti e problemi inutili.
• Preoccupazioni eccessive. Un’elevata ansia basale ci intrappolerà nel circolo vizioso del pensiero catastrofico e dell’ansiosa anticipazione del futuro. Ci impedirà di godere del momento presente, sarà di ostacolo al rilassamento e ci farà sentire intrappolati nella nostra mente.
Naturalmente, un’elevata ansia basale ha un impatto anche sulla nostra salute fisica. Oltre a influenzare il sonno, provocando l’insonnia, può anche innescare o peggiorare altri disturbi di salute, soprattutto quelli che hanno una forte componente emotiva.
Una ricerca condotta presso l’Università di Dublino, ad esempio, ha scoperto che alti livelli di ansia basale ritardano il recupero dopo alcuni interventi chirurgici. Un altro studio sviluppato alla Wake Forest University ha scoperto che può accelerare la progressione della disabilità nelle persone colpite, mentre ricercatori dell’Università di Harvard hanno rivelato che aumenta la percezione del dolore e, quindi, la necessità di ricorrere agli antidolorifici.
Come ridurre il livello di ansia basale?
Il primo passo è conoscere i limiti entro i quali oscilla la nostra ansia basale. Di solito sono bassi o alti? Dobbiamo rimanere attenti alle situazioni che tendono ad elevarli e ai segnali fisici di stress che indicano che potremmo raggiungere il punto di non ritorno.
Potrebbe aiutarci avere un mantra personale a cui rivolgerci quando ci sentiamo più stressati o notiamo che le preoccupazioni stanno prendendo il sopravvento. Questo esercizio mentale ci dà forza e, allo stesso tempo, ci aiuta a disconnetterci dai pensieri ansiosi, diventando quindi una sorta di valvola di sfogo.
In ogni caso, dato che l’ansia è una condizione sia fisica che mentale, è utile anche svolgere qualche attività che ci aiuti a scaricare la tensione. Molte persone trovano utile praticare la respirazione diaframmatica per 10-15 minuti al giorno. Altri trovano lo yoga o il tai-chi più rilassanti. Qualunque sia l’attività, la verità è che mantenere una relazione sana con il nostro corpo ci aiuta a uscire dal circolo vizioso di negatività che la nostra mente a volte costruisce e canalizzare l’energia nervosa in una direzione più positiva.
Riferimenti:
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