Nella nostra società l’ira è considerata un emozione negativa. Da piccoli ci viene insegnato che non dobbiamo arrabbiarci. Ma la verità è che la rabbia è un sentimento di difesa, è presente in situazioni conflittuali e si attiva quando pensiamo di venire trattati ingiustamente, quando ci sentiamo feriti o quando qualcosa non va come vorremmo.
In realtà, la rabbia è un sentimento molto potente che ha un forte effetto dinamico. Cioè, ci offre la motivazione e la spinta necessarie per combattere contro ciò che consideriamo ingiusto o minaccioso, al fine di proteggerci.
Pertanto, la rabbia in sé non è negativa, a patto di non ricorrervi costantemente, perché in tal caso può essere molto dannosa, anche per noi stessi. Ciò che è realmente dannoso è l’aggressività.
Cosa differenzia l’ira dall’aggressività?
Per capire la differenza tra rabbia e aggressività dobbiamo tenere presente che la rabbia, come tutte le emozioni, prevede tre tipi di risposta.
1. Fisica. Il nostro corpo si attiva per la difesa o l’attacco: la frequenza cardiaca aumenta, la respirazione accelera, i muscoli si tendono e il flusso sanguigno viene attivato. Si tratta di uno stato d’eccitazione che ci predispone ad agire impulsivamente, perché l’amigdala prende il controllo della situazione e può produrre un “sequestro emozionale”, cioè “disattiva” il controllo dei lobi frontali. Infatti, uno studio condotto presso l’Università di Chicago ha rivelato che le persone che hanno problemi d’ira mostrano una iperattività dell’amigdala, che le porta a reagire impulsivamente, senza pensare.
2. Cognitivo/emozionale. Si tratta della nostra interpretazione della situazione, del valore emotivo e il significato che gli diamo. Così, le emozioni sono in funzione dei nostri pensieri, in modo tale che quando una situazione viene interpretata come un ostacolo, una ingiustizia, un abuso o una mancanza di rispetto, ci arrabbiamo. Pensieri come “è intollerabile” o “come osi trattarmi in questo modo?” vanno ad alimentare la rabbia e aumentano le possibilità che perdiamo il controllo e reagiamo in modo aggressivo.
3. Comportamentale. Quando sperimentiamo la rabbia la nostra reazione istintiva è difenderci. Pertanto, si genera un’energia interna che ci spinge a distruggere l’ostacolo che si è prodotto. L’aggressività è uno dei diversi modi per esprimere la rabbia, e anche uno dei più distruttivi. Ma vi sono altri comportamenti che risolvono il problema senza ricorrere all’aggressività.
Perché perdiamo il controllo?
Se ti arrabbi e perdi spesso il controllo reagendo in modo aggressivo, è probabile che il problema si nasconda nell’interpretazione che dai alla situazione. La chiave potrebbe risiedere nel modo in cui il tuo cervello elabora le situazioni.
Uno studio condotto da neuroscienziati dell’Università di Chicago ha scoperto che la materia bianca in una regione del cervello chiamata fascicolo arcuato, ha una densità e un volume minori nelle persone che soffrono di disturbo esplosivo intermittente, rispetto agli individui “normali”.
Questa regione si incarica di collegare il lobo frontale, responsabile del processo decisionale, il controllo emotivo e le conseguenze delle azioni, con il lobo parietale, in cui vengono elaborati il linguaggio e le informazioni sensoriali. In pratica, sarebbe l’autostrada che collega queste diverse parti del cervello.
Inoltre, la materia bianca è importante perché favorisce la connessione e la trasmissione delle informazioni nel cervello. Pertanto, questi ricercatori hanno scoperto che il cervello delle persone inclini ad arrabbiarsi sarebbe “cablato” in modo diverso.
Questo potrebbe essere il motivo per cui le persone che hanno problemi d’ira tendono a fraintendere le intenzioni degli altri nelle interazioni sociali. Pensano che gli altri siano ostili, e traggono conclusioni sbagliate in merito alle loro intenzioni. Questa interpretazione errata incrementa ulteriormente la loro rabbia.
Si è anche dimostrato che queste persone non sono in grado di elaborare tutti i dettagli delle interazioni sociali, come il linguaggio extra-verbale o alcune parole. In pratica, percepiscono solo i segnali che rafforzano la loro convinzione che l’altra persona le stia sfidando. Così rispondono in modo aggressivo a situazioni che per gli altri sarebbero neutrali.
Il problema nella connessione tra questi lobi del cervello influenzerebbe il processamento delle situazioni sociali, portando queste persone a fraintendere i piccoli indizi che inviano le persone nelle relazioni interpersonali.
Come imparare a gestire la rabbia
Arrabbiarsi non è negativo. In realtà, dobbiamo prestare attenzione a questa emozione e riflettere sulla sua origine. La chiave sta nell’imparare a gestire le nostre reazioni emotive, cognitive e comportamentali.
Quindi, se ti arrabbi spesso e perdi il controllo, il primo passo da fare è quello di chiederti se non stai interpretando in modo errato i segnali inviati dagli altri. Se pensiamo che il mondo cospira contro di noi, probabilmente vedremo solo i segnali negativi, ignorando quelli positivi.
Infatti, si è notato che le persone che si arrabbiano spesso tendono ad avere forti esplosioni d’ira, ma la verità è che, durante il giorno, di solito rimangono costantemente in uno stato di irritabilità e frustrazione, che li rende delle vere e proprie bombe a orologeria pronte ad esplodere al minimo stimolo.
Fonti:
Lee, R. et. Al. (2016) White Matter Integrity Reductions in Intermittent Explosive Disorder. Nuropsychopharmacology.
Coccaro, E. F. et. Al. (2007) Amygdala and orbitofrontal reactivity to social threat in individuals with impulsive aggression. Biological Psychiatry; 62(2): 168-178.
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