Alcune persone hanno fatto delle lamentele la loro ragione di vita. Queste persone non si lamentano dei problemi, ma vivono per lamentarsi. Il problema è che queste lamentele non danneggiano solo loro ma anche quelli che li ascoltano. Infatti, ascoltare qualcuno che si lamenta sistematicamente, giorno dopo giorno, non è solo estenuante, ma può anche terminare per “uccidere” i nostri neuroni.
Se le lamentele degli altri ti stressano, i tuoi neuroni ne pagheranno le conseguenze
Il problema dipende dal fatto che le lamentele degli altri causano stress, soprattutto quando siamo coinvolti attivamente nel cercare una soluzione. Ma dato che di solito le persone che si lamentano non cercano soluzioni ma desiderano solo dare libero sfogo al loro disagio, le loro lamentele ci portano in una sorta di vicolo cieco. Come risultato, ci stressiamo.
Quando ascoltiamo una lamentela di solito il nostro cervello la interpreta come una potenziale minaccia e, quindi, mette in moto una serie di risposte fisiologiche per affrontare la situazione.
Viene attivato l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene che culmina con il rilascio di cortisolo dalla ghiandola surrenale. Normalmente questa attivazione serve a proteggerci e sopprimere la minaccia, ma se il livello di cortisolo rimane alto per un lungo periodo di tempo, si verifica un’atrofia a livello neuronale, il che significa che i neuroni muoiono, letteralmente.
I neuroscienziati dell’Università di Stanford sono stati tra i primi a testare gli effetti dei glucocorticoidi secreti nel cervello durante le situazioni stressanti. Hanno così scoperto che questi influenzano il funzionamento di diverse strutture, tra cui l’ippocampo, un’area legata alla memoria e all’apprendimento, dove la perdita di neuroni era accelerata.
Studi più recenti hanno rivelato che lo stress può interessare anche i neuroni della corteccia prefrontale, l’area correlata al controllo delle emozioni e al processo decisionale. Si è anche visto che con l’avanzare dell’età, i nostri neuroni diventano meno resistenti allo stress e perdono la capacità di riprendersi dal danno causato dallo stesso.
Infatti, è noto che il cortisolo potrebbe avere un effetto domino sui percorsi neuronali che corrono tra l’ippocampo e l’amigdala, che sono fondamentali per analizzare il significato emotivo delle situazioni che affrontiamo ogni giorno. In questo modo, viene creato un circolo vizioso che predispone il cervello a mantenere attivo uno stato costante di lotta o fuga.
Cosa ancor peggiore, lo stress cronico attiva una specie di “interruttore” nelle cellule staminali che le trasforma in un tipo di cellula che inibisce le connessioni verso la corteccia prefrontale, il che ci predisporrebbe a soffrire di problemi emotivi come ansia, depressione e disturbo da stress post-traumatico.
In breve, essere “obbligati” ad ascoltare le lamentele degli altri, quando queste non implicano una richiesta d’aiuto, ci costringe a rimanere in uno stato di disagio in cui non vi sono vie di fuga. Osserviamo la minaccia con impotenza, e questo risulta fatale per i nostri neuroni.
Come proteggersi dalle lamentele?
Ragionare su un problema ha l’effetto opposto: alimenta nuove connessioni e attiva i neuroni. Analizzare un problema significa prendere coscienza delle variabili coinvolte, a partire dalle quali possiamo prendere decisioni e pianificare azioni.
Durante questo processo, il cervello stabilisce nuove connessioni neuronali che sono il risultato del problem solving attivato. In altre parole, impariamo e sviluppiamo la nostra flessibilità cognitiva. Pertanto, aiutare gli altri a risolvere i conflitti è benefico.
Ciò che non è benefico è essere il contenitore nel quale gli altri scaricano le loro lamentele e le insoddisfazioni. Dobbiamo sempre tenere presente che molte persone si comportano come “camion della spazzatura“, vogliono solo scaricare la negatività senza cercare delle soluzioni ai loro problemi. In questi casi, dobbiamo imparare ad assumere una distanza psicologica che ci proteggerà dallo stress. Dopotutto, ignorare ciò che non vale la pena non è solo un segno di saggezza, ma anche una questione di sopravvivenza psicologica.
Fonti:
Kaufer, D. et. Al. (2014) Stress and glucocorticoids promote oligodendrogenesis in the adult hippocampus. Molecular Psychiatry; 19: 1275–1283.
McEwen, B. S. & Morrison, J. H. (2013) The Brain on Stress: Vulnerability and Plasticity of the Prefrontal Cortex over the Life Course. Neuron; 79(1): 16-29.
Stein-Behrens, B. et. Al. (19994) Stress exacerbates neuron loss and cytoskeletal pathology in the hippocampus. J Neurosci; 14(9): 5373-5380.
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