Senza pensarci due volte, questi ricercatori si sono messi al lavoro. Il loro scopo era quello di scoprire se l’attività fisica regolare può davvero potenziare la creatività. Per fare ciò si sono concentrati sul pensiero divergente, una parte essenziale del processo creativo dato che è quello incaricato di trovare delle alternative al problema.
I ricercatori hanno lavorato con 48 persone che praticavano attività fisica con regolarità (almeno quattro volte a settimana) e un altro gruppo che comprendeva 48 soggetti che avevano una vita più sedentaria. Uno dei test applicati consisteva nel trovare un legame comune tra parole apparentemente non correlate, come “tempo”, “capelli” e “stirarsi”, in questo caso una possibile risposta era: “lungo”. Questo è un compito di pensiero convergente.
Al contrario, per valutare il pensiero divergente, i ricercatori hanno fatto ricorso alla prova degli “utilizzi alternativi”, nella quale i partecipanti dovevano annotare tutti i possibili utilizzi di alcuni oggetti, come una campana o una penna. A questo proposito si è valutato tanto il numero delle soluzioni offerte come la velocità con la quale affioravano e la loro originalità.
Il dato interessante consisteva nel fatto che i partecipanti dovevano rispondere a queste domande mentre erano a riposo, pedalavano lentamente o più intensamente. A questo punto i ricercatori hanno notato che un intenso esercizio fisico non migliorava le risposte delle persone che avevano uno stile di vita sedentario, anzi, peggiorava la loro creatività.
Tuttavia, in chi era abituato a praticare attività fisica la pedalata costante migliorava le risposte promuovendo la creatività. Perché?
I ricercatori ritengono che la mancanza di pratica delle persone sedentarie ha fatto in modo da compromettere le loro risorse cognitive. In altre parole, dovendosi concentrare sulla pedalata non riuscivano ad essere creative.
Al contrario, nel caso delle persone che erano abituate all’attività fisica, i movimenti erano automatizzati e quindi avevano a disposizione più risorse cognitive con le quali affrontare il compito. Infatti, gli “atleti” hanno mostrato dei risultati migliori quando il ritmo della pedalata era più intenso, il che può essere dovuto ad un aumento della ossigenazione e all’apporto di glucosio al cervello.
Come potete immaginare, questo non è l’unico studio che tenta di collegare l’esercizio fisico alla creatività. Per esempio, nel 1997 si realizzò un esperimento simile e per l’occasione i 63 partecipanti vennero divisi in due gruppi: il primo gruppo fece dell’attività aerobica mentre l’altro guardava dei video nei quali si vedevano delle persone che facevano attività fisica.
Alla fine, si eseguirono i test per valutare il loro stato d’animo e la creatività. Così i ricercatori hanno scoperto che chi aveva fatto attività fisica mostrava un umore migliore e aveva dato un maggior numero di risposte creative.
Quali conclusioni possiamo trarre?
È logico supporre che il regolare esercizio fisico ci apporta dei benefici, sia nel breve che nel lungo termine. Pertanto, se fate un lavoro che richiede creatività è meglio che vi dedichiate anche allo sport, è sufficiente correre regolarmente due o tre volte la settimana. Tuttavia, anche l’esercizio fisico occasionale è utile per migliorare la creatività.
Fonti:
Colzato, L. s. et. Al. (2013) The impact of physical exercise on convergent and divergent thinking. Frontiers in Human Neuroscience; 7: 824.
Steinberg, H. et. Al. (1997) Exercise enhances creativity independently of mood. Br J Sports Med; 31(3): 240-245.
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