Quando John Keats morì 200 anni fa, il 23 febbraio 1821, aveva solo 25 anni. Tuttavia, nonostante la sua breve vita, rimane uno dei migliori poeti in lingua inglese. Ma oltre alla sua eredità letteraria, ha lasciato anche un concetto psicologico molto interessante: la capacità negativa.
Cos’è la capacità negativa?
Keats perse molti dei suoi parenti a causa della tubercolosi, che tolse la vita anche a lui. Sulla scia di queste prime perdite, il poeta aveva sviluppato un profondo senso di incertezza nella vita.
Nel Natale del 1817 scrisse una lettera ai fratelli in cui faceva riferimento alla capacità negativa, ma non usò l’aggettivo con tono sprezzante, bensì per riferirsi alla capacità di resistere giustificando ciò che non comprendiamo.
Ispirandosi all’opera di Shakespeare, mentre faceva una passeggiata, disse che “all’improvviso diverse cose mi sono scattate in mente” e fece riferimento alla capacità negativa, intendendola come la capacità di “un uomo di vivere in mezzo all’incertezza, ai misteri e ai dubbi, senza irritarsi o ricorrere a fatti e ragioni”.
Mantenere una mente aperta e libera da pregiudizi
“L’unico modo per rafforzare il nostro intelletto è non decidere nulla, lasciare che la mente sia una via aperta a tutti i pensieri, non una parte selezionata”, scriveva.
La capacità negativa è proprio la capacità di osservarci e contenerci, di rimanere in uno stato di attesa aperta in cui sospendiamo i giudizi, la tendenza alla razionalizzazione e all’empirismo.
Si tratta di non cedere all’impulso epistemofilo, a quella pressione urgente a “sapere o scoprire di cosa si tratta”. Bisogna invece sostenere la domanda, tenere in sospeso il dubbio, con mente aperta, senza aggrapparsi ad alcun pregiudizio o idea preconcetta.
Keats ci ricorda che è più probabile che impariamo qualcosa di nuovo se smettiamo di dare per scontato di sapere tutto, sia su un argomento che sulle persone, che porta solo a etichette riduzioniste.
Coloro che imparano e crescono di più sono proprio le persone disposte a mettere in discussione i propri presupposti e ad adottare nuove prospettive. Pertanto, al centro della capacità negativa di Keats c’è l’umiltà intellettuale.
L’arte di abbracciare l’incertezza
Invece di trarre conclusioni affrettate su un evento, un’idea o una persona, Keats consiglia di prendersi del tempo per continuare a prestare attenzione e comprendere meglio cosa sta succedendo. Tuttavia, per raggiungere questo obiettivo dobbiamo essere in grado di affrontare incertezze e dubbi.
Se non ci sentiamo abbastanza a nostro agio nel percorrere il terreno dell’incertezza, ci affretteremo a generalizzare e probabilmente cadremo in false ipotesi, giudizi spuri o conclusioni distorte.
Ovviamente dobbiamo anche essere in grado di tenere presente una serie di idee e di affetti reciprocamente contraddittori. Dobbiamo affrontare i paradossi senza disperare e, soprattutto, senza metterli in discussione o cercare di risolverli a tutti i costi.
Naturalmente l’incertezza può essere scomoda, soprattutto quando non ci siamo abituati. Preferiamo la sicurezza delle certezze, quindi spesso siamo molto tentati di smettere di riflettere su questioni complesse e saltare a conclusioni che ci diano almeno un’illusione del controllo, ma Keats consigliava esattamente il contrario.
Se resistiamo alla tentazione di incasellare la vita e siamo capaci di abbracciare l’incertezza, possiamo aprire la porta a un nuovo mondo di idee, molto più complesso e sfaccettato, ma anche molto più vicino alla realtà che spesso cerchiamo di semplificare.
Riferimenti:
Qian, D. (2024) A Review of John Keats’s Negative Capability. US-China Foreign Language; 22(9): 506-509.
Gunderman, R. (2021) John Keats’ concept of ‘negative capability’ – or sitting in uncertainty – is needed now more than ever. In: The Conversation.
Malpartida, D. (2013) De la Capacidad Negativa de Keats a la Capacidad Negativa del Psicoanálisis. Revista Psicoanálisis; 11: 123-135.
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