Oggi come oggi si stampano quasi un miliardo di curriculum all’anno che poi vengono inviati alle imprese con la speranza che vengano presi in considerazione. Come si può immaginare, è umanamente impossibile gestire efficacemente un volume così grande d’informazione, così che gli addetti terminano per dare ad ogni curriculum un colpo d’occhio che non dura mediamente più di 45 secondi. In questo tempo decideranno se il curriculum passerà alla seconda fase della selezione oppure no.
Questo processo di selezione istantanea somiglia molto a ciò che accade quando entriamo in un sito web. Quando digitiamo una parola nel motore di ricerca, questo ci ritorna con migliaia di risultati. Alla fine, apriamo una finestra, diamo una rapida occhiata e, se non ci piace, chiudiamo e passiamo alla prossima. Non c’è una seconda possibilità.
Per queste e altre ragioni, molte persone si chiedono come fare un curriculum vitae che abbia
successo. Sarà meglio un curriculum originale o è meglio optare per uno tradizionale? E la foto da inserire? Che tipo di organizzazione dare alle informazioni e che linguaggio usare? A questo proposito la psicologia può venire in aiuto con alcuni suggerimenti:
1. Non esagerare: per realizzare un curriculum vitae efficace è essenziale riuscire a fare
una buona impressione agli impiegati che per primi valuteranno grossolanamente lo stesso. In alcuni casi le persone tentano di richiamare l’attenzione esagerando sulle proprie esperienze passate, tuttavia l’esperienza ha dimostrato che è meglio non esagerare e concentrarsi sui risultati concreti e reali.
Nel 1994 Stephen Knouse realizzò un esperimento molto curioso nel quale creò diversi prototipi di curriculum e analizzò l’impatto che avevano sugli impiegati che li ricevevano. In questi curriculum si variava essenzialmente un aspetto: il livello dei dettagli. Cioè, alcuni curriculum erano molto sintetici mentre altri contenevano molti dettagli irrilevanti relativi agli studi fatti e alle precedenti esperienze lavorative.
Alla fine si è constatato che gli impiegati detestavano i curriculum esagerati, troppo lunghi e con tutta quell’informazione inutile rispetto al posto di lavoro al quale si aspirava.
2. Semplifica le tue competenze: molto spesso le persone compilano un curriculum semplicemente aggiungendo le informazioni relative agli studi fatti e alle precedenti esperienze di lavoro. Tuttavia, oggi come oggi, la maggior parte delle imprese sono interessate alle reali competenze lavorative.
Un esperimento sviluppato nel 2000 da ricercatori dell’Università del New South Wales di Sydney, ha dimostrato chiaramente questo punto. Ad un totale di 62 imprese venne chiesto che valutassero una serie di curriculum. La parte interessante era data dal fatto che molti di questi erano praticamente identici tra loro, eccetto che in un dettaglio: in alcuni venivano incluse delle frasi che dimostravano le competenze reali dei partecipanti. Alla fine dell’esperimento di dimostrò che le imprese preferivano quei curriculum nei quali emergevano chiaramente le
reali competenze professionali dei candidati.
In questo modo, per realizzare un curriculum vitae che abbia successo è necessario includere frasi come: “esperienza nella creazione di siti web e conoscenza del linguaggio HTML; esperienza di gestione contabilità e redazione bilanci nazionale ed europeo”. In questo modo si segnalano le reali capacità professionali.
3. Aggiungi una foto: se sei una persona gradevole ma il tuo curriculum è nella media, includere una foto può essere un surplus che ti può aiutare ad ottenere l’impiego.
Uno studio realizzato nel 2000 dall’Università di Canterbury in Nuova Zelanda, si è concentrato nell’analizzare l’influenza dell’impatto fisico al momento di selezionare un curriculum. In questo caso venne chiesto a 108 persone che immaginassero di essere imprenditori che stavano cercando una persona da assumere. In seguito vennero loro sottoposti diversi curriculum tra
i quali dovevano scegliere.
Si è così potuto riscontrare che quando un curriculum mostrava esperienza e professionalità, il fatto che contenesse una foto attraente non era determinante. Tuttavia, quando tutti i curriculum erano mediocri, i selezionatori tendevano a scegliere il candidato più attraente.
A questo proposito, va detto che prima di mettere una foto nel curriculum dovremo essere sicuri che rispetti le norme culturali del luogo, dato che esistono alcuni paesi nei quali aggiungere foto può essere socialmente controproducente.
4. Dai priorità all’esperienza rispetto all’istruzione: molto spesso, forse guidati dall’orgoglio nel redarre il curriculum ci concentriamo eccessivamente sui risultati scolastici ottenuti. Tuttavia, la maggioranza delle imprese è più interessata all’esperienza che all’educazione Il che è
logico, dato che appena usciti dall’università non si ha nessuna esperienza lavorativa.
La prova scientifica di questo venne nel 1997 da un esperimento realizzato negli USA, nel quale si è potuto dimostrare che i candidati che avevano maggiori opportunità di ottenere un posto di lavoro erano quelli che privilegiavano l’esperienza lavorativa rispetto all’educazione.
5. Non essere troppo creativo: negli ultimi anni è sempre più difficile distinguersi, le persone scelgono sempre più spesso disegni creativi per dare originalità al proprio curriculum. Ad ogni modo, il limite della creatività e l’utilizzo dei colori dovrà essere determinato dai limiti della nostra professione.
Già nel lontano 1984 John Penrose, realizzò uno studio nel quale valutava se il colore della carta sul quale era stampato il curriculum influiva sulla decisione del selezionatore. Alla fine riscontrò che il desiderio di distinguersi dalla massa utilizzando carta colorata era una scelta poco favorevole che causava una brutta impressione su chi doveva valutare il curriculum.
Più recentemente, nel 2010, altri ricercatori valutarono l’impatto dei curriculum con disegni creativi rispetto a quelli tradizionali. Come si poteva immaginare, in alcuni ambienti (disegno grafico, disegno siti web) i disegni creativi erano benvenuti ma in altri campi questa “esplosione di creatività” non era ben vista, così che le imprese preferivano scegliere chi si presentava con un curriculum tradizionale.
Ovviamente, questi sono solo alcuni trucchi psicologici per aiutarci a fare in modo che un curriculum sia più efficace e interessante e abbia maggiori possibilità di essere notato, ma non dobbiamo dimenticare che l’essenza è sempre la qualità del nostro lavoro.
Fonti:
Arnulf, J. K. et. Al. (2010) Impression making by resume layout: Its impact on the probability of being shortlisted. European Journal of Work & Organizational Psychology; 19(2): 221.
Bright,J. E. & Hutton, S. (2000) The Impact of Competency Statements on Résumés for Short-listing Decisions.International Journal of Selection and Assessment; 8(2): 41-53.
Watkins, L. M. & Johnston, L. (2000) Screening Job Applicants: The Impact of Physical Attractiveness and Application Quality. International Journal of Selection and Assessment; 8(2): 76-84.
McNeilly, K. M. & Barr, T. F. (1997) Convincing the Recruiter: A Comparison of Resume Formats. Journal of Education for Business; 72(6): 359-363.
Knouse, S. B. (1994) Impressions of the resume: The effects of applicant education, experience, and impression management. Journal of Business and Psychology; 9(1): 33-45.
Penrose, J. M. (1984) A Discrepancy Analysis of the Job-Getting Process And a Study of Résumé Techniques.Journal of Business Communication; 21(3): 5-15.
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