
Ci si riferisce sempre a come potenziare la creatività ma è altrettanto importante conoscere quali siano le abitudini e le situazioni che al contrario contribuiscono a soffocare la creatività. Alcuni anni fa, Teresa Amabile, direttrice della Business School di Harvard, svilluppò una interessante ricerca che coinvolgeva varie imprese. Al termine, ha potuto identificare sei fattori che contribuivano a soffocare completamente la creatività delle persone. Anche se la prospettiva si riferisce essenzialmente al comparto dirigenziale, credo che con un po’ di fantasia possiamo applicare questi fattori anche alla vita personale.
– Ruolo inadeguato: una delle forme più rapide di soffocare la creatività è quela di affidare una mansione sbagliata alla persona sbagliata. Sul lavoro è necessario che sentiamo che le nostre
competenze siano strettamente vincolate con i ruoli che ci vengono assegnati, in caso contrario, la demotivazione non tarda ad apparire. La tendenza a commisionare i lavori più urgenti a quelle persone che ci risultano più “adatte” risulta fatale nel tempo, se desideriamo dei risultati creativi.
– Limitazione della libertà: le persone necessitano obiettivi specifici ma anche una certa liberta di azione per poterli raggiungere. Mettere limiti a dritta e a manca non aiuta a potenziare la creatività.
– Riduzione delle risorse: non inganniamoci, la creatività necessita anche di un minimo di risorse, normalmente tempo e denaro. Se riduciamo o eliminiamo entrambi renderemo impossibile uno sviluppo creativo. La creatività non può venire misurata come una qualsiasi attività meccanica, ha il suo proprio ritmo e questo a volte indica che è necessario investire tempo e denaro.
– Introdurre diversità nel gruppo: quando le persone condividono gli stessi valori e la stessa formazione, sarà difficile che le sessioni di gruppo siano davvero creative, dato che tutti seguiranno lo stesso schema di pensiero. Così che per assicurarsi la creatività è necessario contrattare un gruppo eterogeneo.
– Mancanza d’ispirazione: è più facile essere critici che riconoscere qualcosa di ben fatto. Precisamente, il primo nemico della creatività è la critica malintenzionata e restrittiva; insomma, un dirigente dovrebbe assicurarsi di stimolare sufficientemente la creatività attraverso parole che ispirano e con il riconoscimento delle idee più audaci.
– Mancanza di appoggio: intesa come: lotte interne, pettegolezzo e politiche conflittive. La creatività necessita di un ambiente rilassante per crescere e svilupparsi. È provato che quando l’ambiente che ci circonda ci risulta minaccioso, non riusciamo ad essere creativi.
Fonte:
Amabile, T. M. (1998) How to kill creativity. Harvard Business Review. 76(5): 76-87.
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