Negli ultimi anni, quando la situazione economica dell’Europa è divenuta particolarmente difficile, la pressione fiscale è diventata ancora più pesante soprattutto in paesi come Francia, Italia e Grecia. Come risultato, stiamo sperimentando un fenomeno sociale molto curioso
nel quale percepiamo che (noi) stiamo pagando una quantità di tasse esagerata mentre che gli altri sono tutti evasori che dovrebbero pagare molto di più per contribuire all’uscita dalla crisi.
Paradossalmente, questo “senso della giustizia” è proprio quello che porta molte persone a cambiare il proprio comportamento autorizzandoli ad evadere le tasse. Naturalmente, questa evasione è “giustificata” perché queste persone credono davvero di essere vittima di un
ingiustizia colossale e decidono di prendere l’iniziativa.
Il problema risiede nel fatto che tutto inizia con delle piccole infrazioni, come ad esempio scaricare alcune canzoni online senza pagarne i diritti. Poco a poco si perde sempre di più l’inibizione e il fenomeno assume proporzioni enormi.
Naturalmente, tutto avviene a livello inconscio. Così un giorno ci svegliamo e ci rendiamo conto che anche noi ci troviamo in questo “lato oscuro” dell’esistenza dal quale pretendevamo
difenderci. E, chiaramente, quando si tratta di caratteristiche negative, tendiamo a sottostimare quanto abbiamo in comune con gli altri.
A provare l’idea che mentiamo e inganniamo senza essere consapevoli delle ripercussioni, arriva un esperimento molto interessante sviluppato dall’Università di Duke. Praticamente, agli
studenti venne data l’opportunità di ingannare in un test di conoscenza generale. Ad un gruppo venne chiesto di trasferire i propri risultati su di un foglio di carta dove apparivano le risposte corrette marcate dal colore grigio (presumibilmente, il ricercatore si sarebbe sbagliato nel fornire una pagina contenente le risposte giuste).
Così, si è potuto riscontrare che tutte le persone cambiavano approssimativamente il 20% delle loro risposte per farle coincidere con quelle corrette e ottenere così un punteggio maggiore. Ma il lato curioso è dato dal fatto che queste persone non riconobbero la portata del loro inganno. Cioè, sapevano che avevano ingannato il ricercatore ma credevano che questo inganno non avrebbe avuto conseguenze maggiori.
Riassumendo, ci concederemmo la licenza a ingannare perché crediamo (forse come meccanismo di difesa) che il nostro comportamento non avrà conseguenze importanti sugli altri.
Naturalmente, mentre più percepiamo che le norme che siamo chiamati a rispettare sono ingiuste tanto più ci sentiremo autorizzati ad infrangerle. Per questo, probabilmente, dietro ad una persona che scarica illegalmente un libro online si nasconde l’idea che la cultura sia
un diritto universale.
Il problema sta nel fatto che con questa menzogna causiamo solo danni gli uni agli altri, terminando con creare un mondo socialmente insostenibile. Ricordiamo sempre che ognuno ha le sue ragioni (più o meno giuste) ma al margine di queste, esiste un etica sociale che regola le
relazioni. La prossima volta che tentiamo di auto ingannarci per barare o mentire ad un’altra persona, fermiamoci un momento a pensare alle conseguenze.
Fonte:
Ariely, D. (2008) Predictably Irrational. The Hidden Forces That Shape Our Decisions. New York: Harper Collins Publishers.
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