
La depressione non è una buona compagna di viaggio. Lo sappiamo. Tuttavia, più la scienza approfondisce questo disturbo, meglio ne conosciamo gli effetti, non solo a livello psicologico ma anche nel cervello. Ora un gruppo di psicologi dell’Università del Sussex ha trovato un legame tra la depressione e la velocità alla quale il cervello invecchia.
Più a lungo dura la depressione, più disordine causerà nel cervello
Questi ricercatori analizzarono i dati di 34 studi longitudinali che coinvolsero più di 71.000 persone, concentrandosi sul rapporto tra depressione e diminuzione delle funzioni cognitive nel corso del tempo.
Scoprirono così che i partecipanti con diagnosi di depressione maggiore sperimentarono un declino graduale delle funzioni cognitive. Queste persone mostravano sintomi come perdita della memoria, difficoltà nel prendere decisioni e una diminuzione della velocità di elaborazione delle informazioni. In effetti, anche diversi studi precedenti scoprirono che le persone depresse hanno un rischio più elevato di sviluppare demenza.
Il cervello depresso
Perché la depressione è così pericolosa per il cervello? Attraverso quali meccanismi accelera il processo d’invecchiamento? La risposta viene dalla mano di un’altra serie di indagini, anche se possiamo intuirla da questa immagine in cui si può vedere che il cervello depresso è meno attivo.
Uno studio condotto presso l’Università di Southampton analizzò 80 persone che soffrivano di depressione da più di un decennio e non si erano mai sottoposte a trattamento. Vennero quindi sottoposte a tomografia a emissione di positroni per localizzare un tipo specifico di proteina che risulta dalla risposta infiammatoria del cervello a una lesione o malattia.
In realtà, sappiamo che l’infiammazione è una risposta normale del corpo per proteggerci quando veniamo feriti, ma se questa persiste nel tempo può portare alla comparsa di malattie croniche e neurodegenerative.
Questi neuroscienziati hanno scoperto che più tempo le persone avevano trascorso sofferendo di depressione, più alti erano i livelli proteici che indicavano la presenza d’infiammazione. I livelli più alti erano concentrati precisamente nella corteccia prefrontale, che è l’area del cervello responsabile di funzioni esecutive come ragionamento e processo decisionale.
Questi risultati sono coerenti con uno studio precedente realizzato nel Janssen Research & Development in cui venne osservato che le persone che soffrono di depression avevano livelli più elevati di proteina C-reattiva, un biomarker che segnala la presenza di infiammazione in tutto il corpo, rispetto quelle che non ne soffrivano. Precisamente, le persone depresse avevano il 30% in più di proteina C-reattiva.
Ulteriori ricerche condotte presso l’Università della California collegavano direttamente il livello di proteina C-reattiva a prestazioni peggiori nei test di memoria a breve termine. Si scoprì inoltre che queste persone mostravano anche una diminuzione del volume in alcune aree del cervello, come il lobo temporale, che svolge un ruolo importante nel linguaggio in quanto responsabile della decodifica delle informazioni, della memoria uditiva, della regolazione delle emozioni e della memoria a lungo termine.
La buona notizia è che questo processo neurodegenerativo può essere interrotto cercando aiuto in tempo, al fine di evitare gli effetti cumulativi della depressione sul cervello. Questo articolo su come curare la depressione ti può servire da punto di partenza.
Fonti:
John, A. et. Al. (2018) Affective problems and decline in cognitive state in older adults: a systematic review and meta-analysis. Psychological Medicine. Perry, V. H. (2018) Microglia and major depression: not yet a clear picture. Lancet Psychiatry; 5(4): 292-294. Cepeda, M. S. et. Al. (2016) Depression Is Associated With High Levels of C-Reactive Protein and Low Levels of Fractional Exhaled Nitric Oxide: Results From the 2007-2012 National Health and Nutrition Examination Surveys. J Clin Psychiatry; 77(12): 1666-1671. Magouirk, B. et. Al. (2012) C-Reactive Protein is Related to Memory and Medial Temporal Brain Volume in Older Adults. Brain Behav Immun; 26(1): 103-108.
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