Secondo questa caratteristica tutta umana di dare un punteggio a tutto e a tutti, anche l’APA (American Psychological Association), ha pensato bene di dedicarsi a dare un valore alle ripercussioni dei lavori dei diversi psicologi mondiali, creando una lista nella quale rccoglie i cento psicologi più rilevanti.
Questa lista è apparsa agli inizi del 2000 ed è certamente l’unica che abbiamo, anche se a me pare un poco ingiusta.
Di seguito vi riporto i primi dieci nomi della lista.
1. Skinner, B.F.
2. Piaget, Jean
3. Freud, Sigmund
4. Bandura, Albert (Teoria dell’apprendimento sociale)
5. Festinger, Leon (Teoria della dissonanza cognitiva)
6. Rogers, Carl R. (Terapia Rogeriana)
7. Schachter, Stanley
8. Miller, Neal E.
9. Thorndike, Edward
10. Maslow, A. H.
Inevitabilmente, quando osservai la lista mi chiesi chi fossero questi psicologi tanto prominenti che occupavano il posto 7 e 8, e che avevano superato altri professionisti per me molto importanti come Luria (che occupa un modestissimo posto numero 69 e la cui inclusione si deve alla sua batteria Neuropsicologica di Luria-Nebraska e non al resto del suo importantissimo contributo alla compresnione del funzionamento neuropsicologico) o Vygotsky (che occupa il posto numero 83, molto più modesto, e solo perchè creò il test che porta il suo nome, quando realmente tutta la sua teoria è alla base dell’approccio storico-culturale che ha avuto un grandissimo impatto e stabilì le basi per il costruttivismo attuale e diverse altre tendenze di moda che continuano ad esere generate sostentandosi nelle sue idee), per non parlare del modestissimo posto nr. 23 riservato a Carl Gustav Jung, famoso allievo di Freud.
Riassumendo, per coloro che siano altrettanto ignoranti come me, vi comunico che Schachter è il padre della teoria cognitivo-attivazionale delle emozioni, meglio conosciuta come teoria dei due fattori, che si mantenne in uno stato acritico durante due decenni anche se la sua opera scientifica è piuttosto scarsa. Da parte sua, Miller ebbe il merito di scoprire che il sistema nervoso autonomo o vegetativo era suscettibile al condizionamento classico, e ha così sviluppato la teoria del biofeedback.
Così mi sono resa conto che molti dei grandi psicologi che furono relegati alla fine della lista avevano un problema fondamentale: non erano nordamericani.
Quali furono i criteri adottati per realizzare la lista? Naturalmente esistevano variabili quantitative e qualitative:
Tra le variabili quantitative si trovano:
1. Frequenza delle citazioni nei giornali
2. Frequenza delle citazioni nei manuali o libri di introduzione alla psicologia
3. Risultati di una intervista realizzata via e-mail a membri dell’APA
Tra le variabili qualitative, troviamo quelle che hanno escluso a priori i grandi psicologi russi come:
1. Essere membri dell’Accademia Nazionale delle Scienze (naturalmente degli USA)
2. Aver ricevuto il Premio di Distinzione per Contributo alla Scienza (dato dalla stessa APA)
3. Essere stato presidente dell’APA
4. Il fatto che il suo cognome venga usato come eponimo (per esempio, Skinner-Skinneriano ma c’è chi dice anche Vygotskiano da Vygotsky?!)
Forse la psicologia come scienza non si può liberare dalla determinazione di un mezzo economico-sociale e dagli errori umani, o forse si?
Fonte:
Haggbloom, S. J. et. Al. (2002) The 100 most eminent psychologists of the 20th century. Review of General Psychology; 6(2): 139-152.
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