campione rappresentativo gruppo di soggetti scelto secondo criteri tali da far supporre che i risultati da essi ottenuti in una certa ricerca siano gli stessi che si otterrebbero considerando tutta la popolazione di cui essi fanno parte.
termine con cui si fa riferimento alla personalità del soggetto cos” come essa si è venuta formando grazie all’interazione fra le componenti innate (temperamento) e le influenze ambientali. Attualmente usato come sinonimo di personalità.
insieme di individui che condividono la nascita da altri individui appartenenti già a tale insieme. L’appartenenza ad una casta è per tutta la vita. Le caste sono in gerarchia (più o meno importanti).
parte del sistema nervoso centrale, racchiusa nella scatola cranica, implicato nel controllo del movimento, nella cooordinazione sensomotoria e nella memoria di azioni motorie.
parte del sistema nervoso centrale, racchiusa nella scatola cranica,, implicata nel controllo dell’attività sia fisica che psichica.
secondo una prima suddivisione (dal XII secolo al XVIII) insieme di persone aventi in comune il fatto di essere contadini o nobili o appartenenti all’alto clero. Successivamente il termine è stato usato anche per riferirsi agli artigiani e ai commercianti. Usata è anche la terminologia “ceto medio” e “ceto borghese”.
patologia dell’umore caratterizzata dall’alternanza di tonalità depressive ed euforiche (psicosi maniaco – depressiva). Questa condizione psichica è stata interpretata anche come caratterizzata da depressione come risposta alla perdita di un oggetto che può essere reale o immaginario, ma comunque introiettato, di cui il soggetto si lamenta e si incolpa e da manie come un compenso antidepressivo per negare la perdita e la colpa.
soggetto la cui condizione psicologica è caratterizzata da fasi o cicli in cui l’umore è alternativamente depresso o maniacale (vedi ciclotimica). Nella teoria di Kretschmer è uno dei tre tipi costituzionali, caratterizzato sul piano fisico da costituzione picnica, bassa e tozza, e sul piano del temperamento da alternanza umorale. Cattel, invece, ne sottolinea l’adattabilità, la fiducia e la modestia.
percezione dei movimenti e della posizione del corpo e delle sue varie parti.
classe
insieme di individui accomunati da una delle due seguenti condizioni: appartenere alla borghesia oppure al proletariato. Attualmente è utilizzata anche l’espressione “classe media” per riferirsi a chi non rientra nelle due categorie di cui sopra.
processo di ripartizione di oggetti, sulla base di caratteristiche comuni, in classi o categorie, per cui questi si differenziano gli uni dagli altri. Una classe è definita dalla sua comprensione (cioè l’insieme delle qualità la cui compresenza è comune solo ai membri di tale classe) e dalla sua estensione (cioè l’insieme dei membri della classe stessa).
test di valutazione dello sviluppo dell’intelligenza adatto per la seconda infanzia e la fanciullezza, composto da alcune decine di prove (varianti con l’età). Sua peculiare caratteristica è che la consegna è sempre la stessa, e cioè quella di trovare tra alcuni elementi quello che “non c’entra”.
vedi ossessiva.
indice statistico del grado di relazione tra due variabili. Il coefficiente di correlazione permette di verificare se tra due o più variabili vi è un qualche rapporto. Tuttavia esso non ci informa in modo diretto su eventuali rapporti di causa ed effetto. Si ha una correlazione positiva quando a punteggi quando a punteggi alti nella prima variabile corrispondono punteggi alti nella seconda, a punteggi medi corrispondono punteggi medi, a punteggi bassi corrispondono punteggi bassi. La correlazione è negativa quando a punteggi alti nella prima corrispondono punteggi bassi nella seconda, ecc. Sulla base di particolari calcoli statistici il grado di correlazione viene indicato con un punteggio che va da +1 (correlazione positiva perfetta) a -1 (correlazione negativa perfetta). Il valore 0 indica assenza totale di correlazione. Per sapere se una certo coefficiente di correlazione (ad esempio .40) è abbastanza positivo, vengono utilizzate tecniche di analisi statistica (considerando il numero dei soggetti esaminati, la loro media, le differenze tra la media ed i punteggi dei singoli soggetti, ecc.) che permettono di stabilire quante sono le probabilità che il risultato sia stato prodotto per caso e non rispecchi una vera correlazione fra le variabili. Spesso una correlazione viene accettata come sufficientemente alta quando la probabilità di essere di fronte ad un evento casuale è inferiore al 5%. Si dice al proposito che la correlazione è significativa con p < .05.
approccio psicologico che, attraverso metodi il più possibile sperimentali, ha come obiettivo principale la descrizione del funzionamento della mente umana (meccanismi, strutture e processi mentali).
la teoria di Scherer prevede che lo sviluppo emotivo sia condizionato dalle capacità di valutazione del bambino. Secondo Harris le capacità cognitive del bambino permetterebbero fin dal primo anno di vita la consapevolezza delle proprie esperienze soggettive e dal secondo anno una sempre più adeguata comprensione delle esperienze emotive altrui.
per Piaget: vedi ‘affettivo’. Vedi attività cognitiva.
secondo White bisogno intrinseco di affrontare in modo adeguato l’ambiente, che sarebbe alla base del comportamento esplorativo.
scuola psicologica fondata da J.B. Watson che sostiene che la psicologia deve avere come unico oggetto di studio il comportamento, che ogni apprendimento è frutto di processi di condizionamento e che la psicologia come scienza non deve utilizzare interpretazioni soggettive del comportamento nè il metodo introspettivo, ma solo descrizioni obiettive in termini di stimolo – risposta. Alla base della teoria comportamentista, chiamata anche teoria dell’apprendimento, sta anche la convinzione che il comportamento è ampiamente condizionato dall’ambiente.
insieme di azioni e reazioni di un organismo in interazione con l’ambiente esterno o con l’interno dell’organismo stesso. Per Piaget: vedi affettivo.
concetto che può essere definito in modo ampio, includendo qualsiasi caratteristica dell’aspetto o del comportamento di un individuo che influenza, di fatto, un altro individuo, o, in modo più ristretto, ponendo l’accento sull’intenzionalità di modificare il comportamento dell’altro e cioè come un processo mediante il quale un individuo-segnalatore utilizza un segnale o un’esibizione prodotti con lo scopo specifico di modificare il comportamento di un individuo-reagente.
insieme di individui che di norma abitano in un certo luogo geografico, in cui i membri interagiscono fra di loro, svolgendo attività che tendono a soddisfare i bisogni comuni.
unione di uno spermatozoo del padre con l’ovulo della madre.
rappresentazione mentale di una categoria.
il provocare nell’ambiente naturale (fisico o sociale) una condizione affinchè l’individuo apprenda un determinato comportamento.
è il tipo di apprendimento (studiato da Pavlov con il famoso esperimento sulla salivazione dei cani, nel quale uno stimolo neutrale (ad esempio il suono di un campanello) diventa condizionato nel momento in cui viene accostato o associato ad uno stimolo non condizionato (cioè uno stimolo che è fin dall’inizio efficace).
condizionamento, evidenziato dagli studi di Skinner, che permette, a differenza di quello classico (vedi), l’apprendimento di risposte nuove. Esso è basato sull’agire, sulla modificazione dell’ambiente al fine di raggiungere risultati.
sinonimo di condizionamento operante (vedi).
ogni valore sulla variabile indipendente.
tendenza a comportarsi secondo quanto è tipico e frequente della maggioranza dei soggetti appartenenti alla comunità (o gruppo di riferimento) in cui si vive. Ciò che conta non è uniformarsi a ciò che è obiettivamente più frequente, ma a ciò che si ritiene sia tipico della comunità o del gruppo a cui si vuole appartenere.
fotoricettori della retina responsabili della percezione cromatica.
vedi affettivo.
a seconda della conoscenza che l’individuo ha dei propri dati psichici essi possono essere distinti in consci, preconsci od inconsci. Un dato psichico è conscio quando esso è conosciuto da parte dell’individuo. Oppure: è ritenuta conscia la parte del dato psichico di cui il soggetto è consapevole (cioè conosce). A differenza di quanto a volte si ritiene a livello divulgativo, non esiste perciò una “parte”, un “posto” chiamato “conscio”, ma solo una eventuale “qualità” del dato psichico in riferimento al fatto che esso o parte di esso sia conosciuto o no. (Vedi preconscio ed inconscio)
invarianza di una qualità di un oggetto, che per altri aspetti ha subito una trasformazione. Piaget ha studiato quando i bambini di età compresa fra 4 e 11-14 anni sono in grado di comprendere che in certe situazioni la quantità, il peso, il volume, la lunghezza, ecc. di alcuni oggetti rimangono tali nonostante sia avvenuta una modificazione di alcune loro caratteristiche (ad esempio della forma, ma non del peso di un pezzo di plastilina).
livello di sviluppo del pensiero morale in cui “l’adeguarsi alle regole della propria famiglia, del gruppo cui si appartiene, o della propria nazione è percepito come qualcosa di oggettivamente valido.” (Kohlberg, 1974)
capacità di scoprire, di fronte ad una situazione problematica, la soluzione tipica.
parte dell’occhio che permette la messa a fuoco per la retina.
relazione tra i valori di due variabili che si riferiscono ad uno stesso gruppo di soggetti. Il coefficiente di correlazione (r) esprime il valore numerico di tale relazione.
avere coscienza: essere consapevole, cioè sapere di conoscere o provare qualcosa. Prendere coscienza: diventare consapevole.
fenomeno per cui una proprietà percettiva (per esempio la forma o il colore dell’oggetto) rimane costante anche se varia il corrispondente insieme di stimoli fisici (ad esempio radiazioni ottiche) che interessano l’apparato sensoriale coinvolto nel processo percettivo.
studio dei rapporti tra costituzioni fisiche e caratteristiche di personalità.
approccio teorico che enfatizza il ruolo attivo del soggetto nella conoscenza. Si differenzia dall’innatismo per l’importanza attribuita all’interazione con l’ambiente e dall’empirismo per l’importanza attribuita alle caratteristiche del soggetto più che a quelle del reale.
principio secondo cui un effetto è attribuito proprio ad una certa condizione in quanto essa è presente quando l’effetto è presente ed è assente quando l’effetto è assente.
chiusura prematura delle suture craniche che provoca danni al cervello e di conseguenza ritardo mentale.
si trova fra la pupilla e l’iride. E’ trasparente e di forma più o meno ovale. Esso si modifica in modo che gli oggetti vengano proiettati nitidamente sulla retina.
filamenti presenti nel nucleo della cellula, contenenti i geni. Di norma in ogni cellula vi sono 23 coppie, metà provenienti dalla madre e metà dal padre. In 22 coppie (presenti nell’uovo fecondato, o zigote) i cromosomi (detti autosomi) sono uguali nel maschio e nella femmina. Una coppia, determinante il sesso, è diversa. Gli zigoti che diventeranno maschi hanno un cromosoma X (ereditato dalla madre) ed uno Y (ereditato dal padre, dato che ogni spermatozoo contiene un cromosoma X o uno Y). Gli zigoti che diventeranno femmine hanno due cromosoma X (uno del padre e uno della madre).
sistema peculiare di conoscenze (relative a contenuti scientifici, letterari, storici, geografici, giuridici, ecc.) e valori (o ideali), che tendono a formare degli atteggiamenti, che, a loro volta, dovrebbero orientare le opinioni ed i comportamenti degli individui.
la curva di distribuzione di frequenza rappresentativa della più comune, o probabile, o normale, distribuzione di un fenomeno (ad esempio l’altezza o il peso degli studenti di un Istituto).
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