I professionisti della salute hanno tentato di eliminare con decine di trattamenti farmacologici e psicoterapeutici i ricordi che racchiudono contenuti emotivi indesiderati. Ad ogni modo, sappiamo bene che i risultati sono invariabilmente gli stessi: si elimina la risposta che trasmette la paura ma il ricordo rimane intatto, motivo per il quale in un’alta percentuale dei casi la paura tende a riapparire.
Sembra proprio che una volta che la memoria emotiva si è stabilita, i ricordi restino per sempre…oppure no?!
Alcuni scienziati del dipartimento di Psicologia Clinica dell’Università di Amsterdam, hanno scoperto che la riattivazione dei ricordi può variare dipendendo dalla sintesi di alcune determinate proteine, così, il procedimento di consolidamento delle paure potrebbe venire influenzato attraverso la manipolazione neurobiologica. Questa manipolazione potrebbe venire realizzata in due modi: alterando la sintesi delle proteine o alterando la liberazione di alcuni neurotrasmettitori come la norepinefrina. Il propranololo è un beta-bloccante che normalmente viene utilizzato nel trattamento dell’ipertensione e per prevenire l’emicrania.
Nella ricerca che vi propongo oggi, gli scienziati hanno elaborato un’ipotesi: la risposta con paura sarà molto più debole se viene inibito il processo di consolidamento della memoria, e questo a sua volta aiuterebbe a prevenire il ritorno della paura. Per provare questa ipotesi venne utilizzato un procedimento di condizionamento della paura composto in tre tappe:
1. Acquisizione della paura (giorno 1).
2. Riattivazione della memoria (giorno 2).
3. Estinzione (giorno 3).
Vennero formati tre gruppi composti ognuno da 20 volontari: al primo venne dato una dose di propranololo 24 ore dopo essere satti sottoposti all’evento negativo, al secondo gruppo venne dato un placebo mentre che al terzo gruppo venne somministrato propranololo 48 ore dopo essere stati sottoposti allo stimolo negativo. Notare che gli stimoli negativi erano rappresntati da immagini di ragni.
I risultati furono chiari: le persone alla quali fu somministrato propranololo non mostravano reazioni con paura, suggerendo che la memoria della paura fosse stata cancellata o che resti inaccessibile alla coscienza. Ad ogni modo, la memoria dichiarativa rimane intatta, le persone possono ricordare l’evento negativo.
I ricercatori concludono che il propranololo agisce selettivamente sui recettori beta-adrenergici nell’amigdala durante il processamento emotivo delle informazioni. In questo modo, la memoria nell’ippocampo rimarrebbe intatta ma si altererebbe il consolidamento della risposta emotiva verso la stessa.
Credo che sia superfluo suggerire le enormi implicazioni che avrebbe questa scoperta nella psicoterapia delle fobie, le vittime di aggressioni sessuali, le persone che hanno vissuto eventi catastrofici…Chiaro, ci sarebbe anche molto da dire sulle implicazioni etiche che avrebbe il possibile uso di questa scoperta, dato che nessuna nuova scoperta sfugge al potenziale utilizzo negativo che se ne potrebbe fare.
Fonte:
Kindt, M; Soeter, M. & Vervliet, B. (2009) Beyond extinction: erasing human fear responses and preventing the return of fear. Nature; 12: 256 – 258.
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