I farmaci sono da sempre un opzione rapida ed efficace per eliminare un problema di salute, ma questo non significa che rappresentino la migliore alternativa in assoluto e tantomeno l’unica. Nel caso dei disturbi mentali come la depressione, l’ansia o le fobie, i medicinali aiutano a diminuire l’intensità dei sintomi ma non eliminano il problema alla radice. Così, una delle lamentele più comuni di chi utilizza i farmaci per l’ansia è che, appena smettono di prenderli, i sintomi tornano di nuovo e a volte con maggiore intensità di prima.
Ma anche così, è certo che l’uso degli ansiolitici è aumentato in maniera esponenziale nell’ultimo decennio, tanto in Europa come negli USA. Per questa ragione, non è mai sbagliato approfondire come funzionano i più diffusi farmaci per l’ansia.
Alcuni dei più comuni farmaci per l’ansia
Non tutti i medicinali per curare l’ansia sono uguali e tantomeno vengono utilizzati per trattare gli stessi sintomi. Infatti, alcuni hanno molte controindicazioni mentre altri sono più “leggeri”. Di seguito elenchiamo i farmaci ansiolitici più comuni:
– Inibitori Selettivi della Ricaptazione della Serotonina (SSRI)
Si tratta dei medicinali più utilizzati nella cura dell’ansia, dato che rappresentano la prima scelta da parte del medico di famiglia o dello psichiatra. La ragione è molto semplice: gli SSRI hanno dimostrato essere molto efficaci nella cura dell’ansia, non generano dipendenza, non causano problemi di memoria, non interferiscono con la psicoterapia dato che non influiscono sullo stato di veglia e hanno pochi effetti collaterali (quando questi ultimi si presentano generalmente scompaiono nella prima settimana).
Tuttavia, una minoranza di pazienti ha riportato la diminuzione della libido e del piacere sessuale così che vengono utilizzati anche nel trattamento dell’eiaculazione precoce. Un altro svantaggio è che devono essere assunti per 4 o 6 settimane prima di raggiungere la massima efficacia e alcuni SSRI possono causare fastidiosi sintomi di astinenza se sospesi repentinamente. Nel caso delle persone che soffrono di disturbo bipolare, gli SSRI possono scatenare un episodio maniaco e per questa ragione vengono prescritti insieme ad alcuni stabilizzatori dell’umore. Esiste anche l’evidenza che gli SSRI possano aumentare il rischio di suicidio tra i pazienti più giovani.
A grandi linee, questi farmaci per l’ansia agiscono aumentando i segnali, a livello neuronale, che utilizzano la serotonina. Tra gli SSRI più comuni si trovano: il Prozac (fluoxetina), la Celexa (citalopram), il Lexapro (escitalopram), il Zoloft (setralina), il Paxil (paroxetina) e il Luvox (fluvoxamina).
– Inibitori della Ricaptazione della Serotonina e della Noradrenalina (SNRI)
Basicamente questi farmaci per l’ansia svolgono la stessa funzione degli SSRI ma influiscono anche sui livelli della noradrenalina. Quando utilizzati nel trattamento dell’ansia, i benefici e gli effetti secondari sono essenzialmente gli stessi degli SSRI e, come questi, devono essere assunti per 4 o 6 settimane per averne il massimo beneficio. Attualmente gli SNRI disponibili sono: Effexor (venlafaxina), la Cymbalta (duloxetina) e il Pristiq (desvenlafaxina).
– Benzodiazepine
In questa classe di ansiolitici vengono inclusi alcuni farmaci per l’ansia famosi come il Valium (diazepam), lo Xanax (alprazolam), il Klonopin (clonazepam) e l’Ativan (lorazepam). Anche se le benzodiazepine vengono prescritte molto frequentemente nel trattamento dei sintomi dell’ansia,
non vengono più considerate un trattamento fondamentale, dato che anche se attenuano l’ansia rapidamente, tendono a causare problemi se consumate per un lungo periodo.
Le benzodiazepine causano intolleranza; significa che con il tempo si necessiterà di aumentarne la dose per ottenere lo stesso effetto. Sono anche state associate ad una sindrome d’astinenza particolarmente forte che può causare anche convulsioni, senza menzionare che questi farmaci
causano dipendenza.
Le benzodiazepine inibiscono anche la formazione di nuovi ricordi, il ché può avere un impatto negativo nella psicoterapia. Inoltre, questi medicinali possono essere fatali se combinati con l’alcol o gli oppiacei.
Tuttavia, quando utilizzate appropriatamente, le benzodiazepine possono svolgere un ruolo importante nella cura dell’ansia. Per esempio, a volte vengono utilizzate in combinazione con uno
degli SSRI per accelerare la cura durante le prime settimane di trattamento, prima che questo abbia raggiunto la sua massima efficacia.
– Buspirone
Si tratta di un medicinale utilizzato nella cura dell’ansia. Come gli SSRI, il buspirone agisce a livello
neuronale sui livelli di serotonina ma a differenza di questi, i quali aumentano la quantità di serotonina disponibile per tutti i ricettori, il buspirone agisce solo su un sottotipo specifico di ricettore della serotonina. Un vantaggio di questa selettività è che il buspirone non provoca gli effetti secondari
sessuali associati agli SSRI. Come i primi, anche il buspirone necessita di 4 o 6 settimane per avere la massima efficacia.
– Idrossizina
Come per le benzodiazepine, gli effetti dell’idrossizina si producono rapidamente ma a differenza di queste, l’idrossizina non genera dipendenza e deterioro della memoria. L’effetto secondario più
importante dell’idrossizina è quello sedante, ma questo tende a diminuire con il tempo. L’idrossizina combatte l’ansia basicamente agendo come bloccante del recettore dell’istamina.
– Gabapentin
Si tratta di un medicinale che viene utilizzato principalmente nel trattamento delle convulsioni e del dolore neuropatico, ma si usa frequentemente anche per curare l’ansia. Como l’idrossizina
il gabapentin funziona rapidamente e senza dare i problemi associati alla benzodiazepine. Ad ogni modo, può provocare sindrome d’astinenza e alcune persone sperimentano una significativa
sonnolenza. Così come gli SSRI, il gapapentin è stato associato ad un aumento
del rischio di suicidio.
Dovuto a che il suo nome inizia con “gaba” si crede erroneamente che agisca direttamente sui neuroni che utilizzano una sostanza chimica chiamata GABA per comunicare tra loro. Tuttavia, il meccanismo
esatto di azione del gabapentin è al momento sconosciuto, anche se si suppone che incida nel trasferimento del calcio attraverso la membrana cellulare.
Ovviamente, vi sono molti altri farmaci per curare l’ansia, dato che questa non è una lista completa, e
gli psichiatri sono liberi di utilizzare il farmaco più adeguato secondo le caratteristiche del paziente. Tuttavia, dobbiamo ricordare che anche la Terapia Cognitiva Comportamentale ha mostrato la sua efficacia nel curare l’ansia ed è considerata la prima opzione tra tutti i trattamenti possibili. Il principale beneficio della psicoterapia è che i suoi benefici resistono al passare del tempo e non ha effetti collaterali.
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Schiffman, J. E. (2011, Noviembre) Anti-Anxiety Medications Explained. In: Psychology Today.
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