
Due amici non proprio intelligenti avevano deciso di intraprendere il viaggio della loro vita. Stanchi dopo aver percorso diversi chilometri, decisero di trascorrere la prima notte in una stalla che trovarono lungo il cammino.
Caddero in un sonno profondo, ma nel cuore della notte un incubo svegliò uno di loro. Questi sosse il compagno e gli chiese:
– Esci e dimmi se è già l’alba. Controlla se il sole è sorto.
L’uomo uscì e vide che tutto era molto buio, così tornò alla stalla e disse:
– È tutto così buio che non riesco a vedere se il sole è sorto.
“Non essere sciocco!” esclamò l’amico. “Non puoi accendere la torcia per vedere se se è già sorto?”
Questa parabola può sembrarci assurda, ma la verità è che ci siamo trovati tutti in situazioni in cui le nostre azioni, viste dall’esterno, sembrano illogiche e assurde quanto accendere una torcia per controllare se è uscito il sole.
Certo, nel momento in cui le prendiamo, sembrano decisioni sensate. Sia perché ricorriamo a soluzioni familiari o perché non ci soffermiamo a valutare attentamente la vera natura del problema, la verità è che spesso utilizziamo strumenti completamente inutili o cerchiamo soluzioni folli.
Accendere una torcia per cercare il sole
Quando siamo con l’acqua alla bocca (per stanchezza, pressione sociale, emozioni intense o incertezza), l’illogico può sembrare perfettamente logico. In effetti, ci accade costantemente, come quando ci sentiamo soli e cerchiamo di riempire la nostra agenda di attività invece di cercare una connessione emotiva più autentica. O quando cerchiamo di affrontare una crisi esistenziale rifugiandoci nel consumismo, bramando un senso di appagamento e soddisfazione che non arriva mai.
Questi tentativi possono sembrare insensati o addirittura dannosi a un osservatore esterno, ma hanno senso per una mente che cerca una scorciatoia o un sollievo a breve termine dal disagio. In situazioni di incertezza, il nostro cervello dà priorità all’alleviamento immediato del disagio rispetto alla risoluzione del problema di fondo.
I neuroscienziati hanno scoperto che quando dobbiamo prendere una decisione, si attivano due “percorsi” cerebrali: il sistema limbico ci spinge a cercare risposte rapide e immediate, mentre il sistema guidato dalla corteccia prefrontale si concentra su soluzioni più razionali e a lungo termine.
La trappola sta nel fatto che quando sentiamo che risolvere un problema richiede molto tempo e impegno, tendiamo a propendere per soluzioni più rapide. In altre parole, il sistema limbico predomina e ricorriamo a scorciatoie mentali che non sempre si rivelano la soluzione più comoda o intelligente.
In effetti, molti dei problemi e dei conflitti veramente trascendentali che dobbiamo affrontare nella vita sono complessi e richiedono impegno, quindi non sorprende che sia proprio in queste circostanze che siamo più propensi ad agire come gli amici della parabola.
Come individuare le assurdità per trovare soluzioni sensate e utili?
Non possiamo risolvere un problema se non ne comprendiamo appieno le cause e la natura. Il pensiero critico ci incoraggia a chiederci: sto davvero capendo qual è il problema?
Spesso lo pensiamo, ma non è così. E quando non comprendiamo la sfida che ci aspetta, è facile distrarci. Come quando cerchiamo di motivarci ad andare in palestra comprando nuovi vestiti da allenamento, invece di analizzare il motivo per cui non siamo costanti. Certo, comprare vestiti nuovi può tirarci su il morale per qualche giorno, ma è un rinforzo esterno che non durerà a lungo se non superiamo gli ostacoli interiori.
A lungo termine, questo tipo di “soluzioni” genera solo frustrazione e insoddisfazione. Potremmo avere la sensazione di impegnarci al massimo ma di non fare progressi, senza renderci conto che il problema è che abbiamo adottato l’approccio sbagliato.
Cosa possiamo fare per evitare di cadere in questa trappola?
- Poniti la domanda giusta. Si dice che un problema ben formulato sia già risolto a metà. Pertanto, prima di agire, chiediti qual è la vera natura del problema. Se lo definisci male, nessuna soluzione funzionerà.
- Prenditi una pausa strategica. In situazioni di pressione, l’impulso naturale è quello di prendere una decisione rapida. Vuoi liberarti di quella sensazione di disagio il più rapidamente possibile. Tuttavia, costringerti ad aspettare qualche minuto, ora o persino giorno può darti la distanza psicologica necessaria per vedere la situazione in modo più chiaro e razionale, o per approfondire dettagli che inizialmente potresti non aver notato.
- Valuta se l’azione è direttamente correlata all’obiettivo. Alcune delle nostre decisioni sono semplicemente rumore: generano movimento ma nessun risultato. Prima di agire, chiediti: questa azione affronta la causa o solo il sintomo? Ad esempio, se ti senti solo nella tua relazione, immergerti nel lavoro eviterà il problema per un po’, ma la distanza continuerà ad aumentare.
- Cercare un’altra prospettiva. Quando siamo profondamente coinvolti emotivamente in un problema, è utile cercare un’opinione esterna. A volte, un’altra persona può vedere ciò che ci sfugge e rivelare l’assurdità della nostra idea o la futilità della strategia che avevamo in mente. Una prospettiva esterna può identificare incongruenze e assurdità che trascuriamo.
- Prenditi cura del tuo benessere fisico ed emotivo. Quando attraversiamo un momento difficile, è normale che il nostro benessere ne risenta. Tuttavia, stanchezza, stress o insonnia compromettono la nostra capacità di ragionamento e ci rendono più impulsivi. Una mente esausta è più propensa ad accendere torce elettriche per cercare il sole. Pertanto, se devi risolvere qualcosa di importante, assicurati prima di riposare a sufficienza.
Nella vita, il pensiero critico è il filtro che ci fa risparmiare energie e frustrazioni. Pertanto, prima di accendere una torcia metaforica nelle nostre vite, vale la pena fermarci e chiederci: questo illumina davvero la strada… o è solo un’illusione?
La chiarezza che cerchiamo raramente si trova in una luce artificiale. Il più delle volte, si trova in una maggiore lucidità. E questa di solito viene da dentro, non da fuori.
Fonte:
Apps, M. Et al. (2015) The role of cognitive effort in subjective reward devaluation and risky decision-making. Sci Rep; 5: 16880.
McClure, S. M. et. Al. (2004) Separate Neural Systems Value Immediate and Delayed Monetary Rewards. Science; 306(5695): 503-507.



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