• Passa al contenuto principale
  • Passa alla barra laterale primaria
  • Passa al piè di pagina

Angolo della Psicologia

Blog di Psicologia

  • Chi scrive
  • Argomenti di Psicologia
  • Libri di Autoaiuto
  • Pubblicità
Home » Salute Mentale » I rituali: perché ci fanno sentire meglio?

I rituali: perché ci fanno sentire meglio?

Share on Facebook Share on X (Twitter) Share on LinkedIn Share on Telegram Share on WhatsApp Share on Email
I rituali ci fanno sentire meglio

In lungo e in largo per il mondo vi sono molti rituali praticati nelle diverse culture, alcuni diffusi in culture diverse e altri specifici solo di determinate aree geografiche, ma tutti hanno una cosa in comune: promuovono la speranza, aiutano ad affrontare la tristezza e generano la sensazione di controllo.

In realtà, sono sempre più numerosi gli psicologi che cominciano a considerare che il vero obiettivo (forse a livello inconscio) dei rituali è proprio quello di farci sentire più rilassati e fiduciosi, in quanto aumentano la sensazione di controllo che abbiamo sul nostro ambiente (anche se
in realtà non è così). Inoltre, alcuni professionisti vanno oltre affermando che anche gli atei possono beneficiare dei rituali.

Uno studio sui rituali

Infatti, alcuni ricercatori della Harvard Business School hanno reclutato per un esperimento 247 persone con un’età media di 33 anni, le quali sono state invitate a scrivere di una perdita subita in passato o di una relazione conclusa. Alla metà di loro è stato chiesto di scrivere anche di un rituale particolare che li avesse aiutati ad affrontare quei momenti tristi. I risultati sono stati contundenti: quelli che avevano ricordato i riti si sentivano meno colpiti dalla perdita. Cioè, mostravano di provare un dolore minore.

PER TE  Tecniche per risolvere i conflitti: affrontare la quotidianità in modo assertivo

Tuttavia, i ricercatori non erano soddisfatti dei risultati così hanno preparato un secondo esperimento. Questa volta hanno reclutato 109 studenti e hanno detto loro che uno avrebbe potuto vincere un premio di 200 dollari e, al fine di aumentare ulteriormente il valore del
premio, li hanno invitati a scrivere alcune parole su cosa significasse per loro essere il vincitore e come avrebbero utilizzato il denaro.

Velocemente si scelse un vincitore e questi lasciò immediatamente la stanza. Alla metà dei partecipanti venne quindi chiesto di eseguire un rituale composto da 4 fasi: in primo luogo avrebbero dovuto trascrivere su un foglio i loro sentimenti in merito alla perdita, quindi dovevano cospargere la carta di sale e infine strapparla e contare fino a dieci. Gli altri
partecipanti non ricevettero alcuna indicazione, e avrebbero così rappresentato il gruppo di controllo.

PER TE  Chirurgia plastica: qual è il limite?

Cosa accadde? Gli studenti ai quali fu chiesto di eseguire questo strano rituale riferirono di sentirsi meno arrabbiati e meno tristi rispetto agli altri.

I ricercatori ritengono che il fatto di avere eseguito alcuni passaggi strutturati aveva aiutato a promuove la sensazione di controllo, una necessità essenziale che abbiamo noi esseri umani, soprattutto quando ci troviamo di fronte a una perdita. Quindi, non importa se si tratta di un rito cattolico, buddista, musulmano o solo di una serie di passaggi che noi stessi abbiamo inventato, questo ci conforta e allevia il nostro dolore semplicemente perché aumenta la nostra sensazione di avere il controllo sull’ambiente circostante e nello stesso tempo aumenta la fiducia nel nostro potenziale e ci rende più ottimisti circa il futuro.



Fonte:

Norton MI, and Gino F (2013) Rituals Alleviate Grieving for Loved Ones, Lovers, and Lotteries. Journal of Experimental Psychology.

Share on Facebook Share on X (Twitter) Share on LinkedIn Share on Telegram Share on WhatsApp Share on Email

Jennifer Delgado Suárez

Psicóloga Jennifer Delgado Suárez

Sono una psicologa e da molti anni scrivo articoli per riviste scientifiche specializzate in Salute e Psicologia. Il mio desiderio è aiutarti a realizzare esperienze straordinarie. Se desideri sapere di più clicca qui.

Ricevi le novità

Iscrivendoti all'Angolo della Psicologia accetti la nostra Privacy Policy. Ma non ti preoccupare, noi odiamo lo spam quanto te!

Segui leggendo

I bambini di oggi sono più maleducati di quelli di una volta?

Secondo i neuroscienziati, non si ascolta solo la musica, la si diventa

Ormesi psicologica: quando ciò che non ti uccide ti rende più forte (davvero)

Interazioni del lettore

Commenti

  1. Silvia Madeddu dice

    19/04/2014 alle 4:06 pm

    Interessante 🙂 Anche io penso che avere un rituale , praticare un'attività religiosa o laica che ci piace possa contribuire a renderci meno ansiosi o preoccupati,stimolando sensazioni positive e rafforzando il nostro senso di appartenenza ad un qualcosa di più "grande". Io , ad esempio,provo gioia e son felice praticando lo yoga e la meditazione. Tuttavia credo che la pratica di qualsiasi rituale o attività,anche religiosa, non debba assumere connotazioni rigide o dogmatiche , che impediscano la comprensione profonda ,senza giudizi di valore, di noi stessi e degli altri 🙂

    Rispondi

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Barra laterale primaria

Articoli recenti

  • I bambini di oggi sono più maleducati di quelli di una volta?
  • Secondo i neuroscienziati, non si ascolta solo la musica, la si diventa
  • Ormesi psicologica: quando ciò che non ti uccide ti rende più forte (davvero)
  • Abitudini Zombie: come identificare ed eliminare le routine obsolete nella tua vita
  • La domanda inaspettata che prevede la tua felicità tra 10 anni

Ricevi le novità

Disclaimer e Privacy

Iscrivendoti all'Angolo della Psicologia accetti la nostra Privacy Policy ma non ti preoccupare, noi odiamo lo spam quanto te!

Footer

Contatto

jennifer@intextos.com

Angolo della Psicologia

Blog di Psicologia: Articoli sulla salute mentale e la crescita personale, tecniche psicologiche, studi sul cervello e libri di Psicologia.

Seguici

  • Facebook
  • Instagram
  • LinkedIn
  • Twitter

© Copyright 2010-2024 Angolo della Psicologia · Tutti i diritti sono riservati · Politica dei Cookies · Disclaimer e Privacy · Pubblicità