Quando passiamo una notte in bianco normalmente il giorno seguente ci sentiamo stanchi, il nostro corpo reagisce in maniera più lenta e abbiamo difficoltà a concentrarci. Tuttavia, in questo stato il nostro cervello è molto più attivo. O almeno questo è quanto segnala uno
studio realizzato dall’Università di Milano nel quale si è scoperto che l’attività del nostro cervello aumenta sempre di più con il passare delle ore del giorno e con l’aumento della stanchezza fisica.
Durante l’esperimento si sono stimolati i neuroni della corteccia frontale utilizzando la tecnica non invasiva della stimolazione magnetica transcraneale. In seguito, si è semplicemente osservato come rispondeva il cervello, comparando i risultati delle persone che erano rimaste sveglie durante le ultime 2, 8, 12 e 32 ore.
Per comprendere la logica dell’esperimento basta immaginare un amico che ci fa uno scherzo premendo fortemente con le sue dita tra le nostre costole. Quando siamo ben svegli potremmo probabilmente prevenire questa azione per tempo e ci limiteremo a spostare la mano. Tuttavia, quando siamo stanchi o abbiamo sonno, forse ci spaventiamo e abbiamo un sussulto.
Nella misura in cui siamo più stanchi, più esagerata sarà la nostra reazione. Ma … questa stessa logica si applica anche al cervello?
Sì. Più stanchi siamo e più nervoso ed irritabile sarà il nostro cervello così che, se stimolato, questo reagirà immediatamente generando picchi di attività.
Questa scoperta spiegherebbe perché per esempio i pazienti con epilessia tendono a sperimentare un numero maggiore di attacchi più a lungo si mantengono svegli e come è possibile che chi soffre di depressione grave e un attività cerebrale normalmente bassa, migliori repentinamente dopo avere passato una notte in bianco.
In pratica, il cervello di una persona stanca o assonnata reagisce in questo modo. Ma perché?
I ricercatori pensano che la chiave risieda nel numero delle sinapsi. Cioè, quando siamo pienamente coscienti e attenti, nel nostro cervello hanno luogo migliaia di milioni di sinapsi. Ad ogni modo, molte di queste connessioni sono irrilevanti dato che captiamo diversi dettagli dell’ambiente circostante che sono irrilevanti.
Al contrario, quando siamo stanchi, il numero di sinapsi irrilevanti si riduce facendo sì che il cervello si concentri su quegli stimoli che sono davvero importanti. Come risultato, mostra una
risposta “esagerata” davanti agli stessi.
Per capire questa risposta dobbiamo immaginarci di essere in un bosco nel quale si odono tutti i suoni tipici della foresta (il rumore delle foglie nel vento, gli uccelli, gli animali, il ruscello che scorre e, in lontananza sentiamo l’ululato di un lupo). Questo sarebbe il nostro cervello sveglio che assume tutta l’informazione che proviene dal suo intorno. In questo contesto l’ululato del lupo rappresenta una voce nel coro, dato che viene camuffata da altri suoni.
Tuttavia, cosa accadrebbe se togliessimo il rumore delle foglie, il vociare degli uccelli, i suoni degli animali e lo scorrere del ruscello? Di sicuro l’ululato del lupo ci risulterebbe molto più vivido e preoccupante.
Fonte:
Massimini, M. et. Al. (2012) Human Cortical Excitability Increases with Time Awake. Cerebral Cortex; 22(9).
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