Siamo bombardati dalla pubblicità. Ovunque volgiamo lo sguardo, c’è un annuncio. Così ora, i pubblicitari stanno cercando di toccare le corde più sensibili del nostro essere al fine di ottenere che gli annunci non vengano ignorati e il prodotto catturi la nostra attenzione. Siamo entrati nell’era del marketing emozionale.
In realtà, dobbiamo considerare che nel 90% dei casi, l’acquisto di un prodotto non è una decisione ragionata, ma avviene normalmente d’impulso. Eccetto i prodotti che richiedono un investimento medio-alto, il resto viene acquistato senza pensarci troppo su, questo viene definito: “acquisto impulsivo”. E, in questo “acquisto impulsivo”, le emozioni hanno un ruolo fondamentale.
Ad esempio, quando l’automobile inizia a darci dei problemi cominciamo a pensare che dovremmo comprarne una nuova, allora iniziamo a valutare marche e modelli e confrontiamo i prezzi. Si tratta di un acquisto ponderato, di solito non si compra la prima auto che si incontra.
Al contrario, al momento di acquistare un capo d’abbigliamento agiamo più impulsivamente, vediamo il prodotto e lo compriamo, senza pensarci troppo, anche quando non ne abbiamo bisogno perché a casa abbiamo un sacco di vestiti. Ma ad entrambi i prodotti viene applicato il marketing emozionale; ogni marchio cercherà di risvegliare determinate emozioni nel suo pubblico.
Non tutte le emozioni sono positive, di fatto, le emozioni negative ci spingono a prendere delle decisioni molto più velocemente. Forse uno degli esempi più emblematici è quello delle assicurazioni, che facendo leva nel timore per il futuro dei nostri cari ci motivano a sottoscrivere un assicurazione sulla vita. Inoltre, anche molte delle campagne di educazione stradale giocano con le nostre emozioni incitandoci ad avere un comportamento più responsabile al volante.
Infine, in tempi recenti, le banche, a seguito della perdita di credibilità, hanno fatto ricorso a messaggi pubblicitari che risvegliano la nostra nostalgia invitandoci a fare un viaggio nel passato. Non è casuale, è marketing emozionale.
In questo senso, il marketing emozionale è l’insieme delle strategie, tattiche e azioni intraprese da una marca al fine di stabilire un legame con il proprio target di riferimento attraverso le emozioni. Ovviamente, per realizzare una buona campagna pubblicitaria è necessario avere una profonda conoscenza del pubblico dato che queste strategie vanno al di là dei loro bisogni, concentrandosi nei loro sentimenti. Questi annunci non sono fatti per descrivere i prodotti o evidenziarne i vantaggi, ma ci vendono delle promesse emotive.
Se diamo uno sguardo ai marchi più noti, possiamo vedere per esempio che la Coca Cola non vende una semplice bibita, ma vende felicità e una vita spensierata. Apple non vende dispositivi tecnologici, ma uno stile di vita esclusivo e semplicità. Nel frattempo, Louis Vuitton vende esclusività, classe e status.
In ogni caso, il marketing emozionale non è esclusivamente appannaggio dei grandi marchi, in realtà, si tratta di un’ottima opportunità anche per le piccole e medie imprese. Si ha solo bisogno di stabilire un obiettivo chiaro e conoscere approfonditamente i propri clienti potenziali.
Ad esempio, se siete commercialisti, quello che state offrendo non è un servizio basato nelle procedure burocratiche, ma la possibilità che il vostro cliente abbia più tempo libero da dedicare alle sue passioni. Se avete un negozio di ortofrutta non state vendendo dei vegetali ma piuttosto uno stile di vita sano che migliora la salute dei vostri clienti.
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