
In un post precedente ho fatto riferimento agli effetti del tocco umano, la persuasività che esercita nelle relazioni interpersonali e l’effetto antidolorifico. Allo stesso modo, ho fatto riferimento all’influenza a livello inconscio del tocco come ad un fattore ulteriore che determina le nostre decisioni. In questa occasione alcuni ricercatori dell’Università di Singapore si sono proposti di analizzare cosa accade realmente nel nostro cervello quando percepiamo il tocco di un’altra persona.
Per rispondere a questa domanda i ricercatori hanno utilizzato l’elettroencefalogramma per registrare l’attività elettrica del cervello di alcune donne alle quali veniva chiesto di ammirare delle immagini neutre o negative (come per esempio, una palla da basket o una persona che era morta per un colpo alla testa). Prima che venissero loro mostrate queste immagini, alcune partecipanti ricevettero un leggero tocco sul braccio da parte di un’amica, le altre da parte di un dispositivo meccanico e un terzo gruppo non riceveva nessun tipo di tocco. L’idea consisteva nel valutare se la risposta emotiva di fronte alle immagini negative variava in relazione al tocco
ricevuto.
Il risultato più importante che si riscontrò fu che un tocco sul braccio migliorava la risposta del cervello di fronte alle immagini, così come ha rivelato l’attività elettrica cerebrale. Va sottolineato che questa reazione positiva è stata associata al processo di valutazione a livello mentale e, un semplice tocco nel braccio provocava un aumento di questa reazione però solo quando si ammiravano le immagini a contenuto negativo. Cioè, le volontarie processavano molto meglio il contenuto delle immagini negative quando ricevevano un tocco sul braccio.
La cosa curiosa è che il tocco ebbe questo effetto sia se veniva dato dall’amica che dalla macchina. Questa disquisizione è importante perché indica che in realtà il tocco ha un effetto basato essenzialmente nella stimolazione che si riceve e che è il cervello che ordina in base al significato che ha il tocco per ogni persona. A questo proposito mi sento di differire, dato che questo potrebbe essere anche dovuto al fatto che abbiamo tutti così profondamente interiorizzato il significato del tocco che questo processo è stato automatizzato, in modo tale che rispondiamo immediatamente a questo stimolo, sia che sia provocato da una persona o da una macchina.
Che sia per una ragione o l’altra, è certo che questo esperimento dimostra che quando ci viene presentata un’informazione di contenuto emotivo unita ad un tocco fisico, ci sentiamo maggiormente motivati a processarla, rispetto alla stessa informazione percepita ma senza ricevere il tocco. Perché?
A questo proposito si potrebbe speculare che il tocco scatena tutto l’altruismo e l’empatia che abbiamo innatamente, così da renderci più aperti di fronte agli stimoli di contenuto emotivo nei quali siano implicate altre persone. Tuttavia, i ricercatori offrono un’altra spiegazione che va in senso opposto: affermano che il tocco non sarebbe altro che un segnale di allerta tattile che facilita l’elaborazione degli eventi intorno a noi, con una determinata preferenza per quelli a contenuto emotivo. A partire da questo momento e solo da allora, si potranno suscitare dei comportamenti empatici.
Senza dubbio l’idea è interessante, perché propone un meccanismo inverso per spiegare gli effetti del tocco umano, ma dal momento che nel nostro cervello tutto accade molto velocemente, probabilmente sarebbe un errore separare il processo del significato da quello fisiologico dato che entrambi si completano e si determinano reciprocamente.
Fonte:
Schirmer, A., Teh, K., Wang, S., Vijayakumar, R., Ching, A., Nithianantham, D., Escoffier, N. & Cheok, A. (2011) Squeeze me, but don’t tease me: Human and mechanical touch enhance visual attention and emotion discrimination. Social Neuroscience, 6 (3), 219-230.
Lascia un commento