• Passa al contenuto principale
  • Passa al piè di pagina

Angolo della Psicologia

Blog di Psicologia

  • Chi scrive
  • Argomenti di Psicologia
  • Libri di Autoaiuto
  • Pubblicità
Home » Intelligenza e Cognizione » Razionalità e intelligenza non sono la stessa cosa

Razionalità e intelligenza non sono la stessa cosa

A volte confondiamo e usiamo i termini razionalità e intelligenza indiscriminatamente. Pensiamo che una persona intelligente sia anche razionale e ogni persona razionale sia intelligente. Non è così. Infatti, prendere decisioni razionali non è sempre meglio, anche se ci risulta difficile riconoscerlo dal momento che viviamo in un’epoca in cui si è messo la razionalità su un piedistallo rendendogli tutti gli onori.

Consideriamo le emozioni come il “nemico” che oscura il nostro raziocinio e ci spinge a prendere decisioni sbagliate. Pensiamo che il semplice fatto che la ragione prevalga ci garantisca una buona decisione. Tuttavia, possiamo prendere decisioni logiche e razionali che, a lungo termine, non sono le migliori per noi. Se non ascoltiamo le nostre emozioni, le decisioni razionali possono renderci molto infelici. Essere intelligenti consiste proprio nel decidere con il cuore e la ragione.

Questa dicotomia tra emozioni e intelletto iniziò con Descartes, il quale affermava che solo attraverso la ragione si possono scoprire certe verità universali. La sua opposizione all’esperienza come fonte di conoscenza originò il razionalismo che ancora oggi prevale, a tal punto che idealizziamo la persona razionale e critichiamo la persona emotiva.

Le persone più intelligenti possono prendere decisioni più irrazionali

Agli inizi degli anni ’70, gli psicologi delle università di Stanford e della British Columbia condussero una serie di esperimenti in cui dimostrarono che tutti, anche le persone molto intelligenti, hanno una propensione all’irrazionalità e a prendere decisioni basate sull’intuizione piuttosto che sulla ragione

In uno di questi esperimenti chiesero ai partecipanti di leggere un passaggio che descriveva la personalità di una donna la quale veniva definita sincera, brillante, laureata in filosofia e preoccupata per questioni come la discriminazione e la giustizia sociale. Quindi chiesero loro quale di queste due affermazioni riferite a questa persona fosse più probabile: A) Linda è una cassiera o B) Linda è una cassiera e femminista attiva.

L’85% delle persone scelse l’opzione B, anche se logicamente, A era l’opzione più probabile. I partecipanti furono vittima della fallacia della congiunzione, una convinzione secondo cui pensiamo che sia più probabile che due eventi coincidano piuttosto che uno solo. Ma questo non è l’unico errore in cui cadiamo quando prendiamo delle decisioni. Infatti, tendiamo a ignorare le informazioni anche quando non corrispondono alle nostre aspettative e credenze, sebbene siano rilevanti per la risoluzione del problema, è ciò che è noto come bias di conferma.

Successivamente, anche i ricercatori dell’Università di Toronto contribuirono a chiarire il rapporto tra intelligenza e razionalità. In quell’occasione si concentrarono sulle persone che prendevano le decisioni più razionali, chiedendosi quale fosse il loro segreto.

Questi psicologi scoprirono che, normalmente, le persone più intelligenti non erano sempre anche le più razionali. In altre parole, una persona con un QI alto ha le stesse probabilità di prendere decisioni irrazionali quanto qualcuno con un QI basso. Infatti, le persone più intelligenti erano addirittura più propense a prendere decisioni irrazionali.

Questi psicologi battezzarono questo fenomeno “disrazionalità” e arrivarono persino a creare un “coefficiente razionale” per differenziarlo dal tradizionale “quoziente intellettivo”.

A volte va bene essere razionali, altre volte è meglio essere intelligenti

Tutto sembra indicare che la chiave risieda nel pensiero riflessivo, nella nostra capacità di allontanarci dai pregiudizi e dagli errori analizzando il percorso del nostro pensiero da una prospettiva distaccata che ci aiuta a prendere decisioni più razionali.

Alcuni psicologi hanno definito questa capacità di metacognizione “disposizione al ragionamento”, comprendendola come una flessibilità cognitiva per cambiare opinione, aprirsi a nuove idee e cercare nuove realtà al di là delle idee preconcette. A livello di laboratorio, si scoprì che le persone che prendono le decisioni più razionali sono proprio quelle che sono più aperte a tutte le possibilità perché ciò consente loro di non legarsi a pensieri o convinzioni legati al passato.

Tuttavia, non dovremmo cadere nell’errore di pensare che la razionalità ci porti sempre a prendere la decisione migliore. Ci sono occasioni in cui le decisioni più intelligenti sono indicate dall’istinto, da quelle sensazioni viscerali che non possiamo sempre spiegare ma che ci dicono qual è il cammino migliore.

Essere intelligenti non significa essere razionali, ma essere in grado di unire tutte le informazioni e prendere la decisione migliore. L’intelligenza è la capacità di risolvere i problemi, ma in molti casi, per sfuggire agli ostacoli è necessario un po’ di pensiero divergente, uscire dai percorsi prestabiliti dalla logica e osare rischiare seguendo l’intuizione.

 

Fonti:
Stanovich, K. E. & West, R. F. (2008) On the relative independence of thinking biases and cognitive ability. Journal of Personality and Social Psychology; 94(4): 672-695.
West, R. F., Toplak, M. E. & Stanovich, K. E. (2008) Heuristics and biases as measures of critical thinking: Associations with cognitive ability and thinking dispositions. Journal of Educational Psychology; 100(4): 930-941.
Tversky, A. & Kahneman, D. (1983) Extensional versus intuitive reasoning: The conjunction fallacy in probability judgment. Psychological Review; 90(4): 293-315.
Tversky, A. & Kahneman, D. (1986) Rational Choice and the Framing of Decisions. The Journal of Business; 59(4): 251-278.
Stanovich, K. E. & West, R. F. (1997) Reasoning independently of prior belief and individual differences in actively open-minded thinking. Journal of Educational Psychology; 89(2): 342-357.

Condividi

Share on Facebook Share on X (Twitter) Share on LinkedIn Share on Telegram Share on WhatsApp Share on Email

Jennifer Delgado Suárez

Psicóloga Jennifer Delgado Suárez

Sono una psicologa e da molti anni scrivo articoli per riviste scientifiche specializzate in Salute e Psicologia. Il mio desiderio è aiutarti a realizzare esperienze straordinarie. Se desideri sapere di più clicca qui.

Ricevi le novità

Iscrivendoti all'Angolo della Psicologia accetti la nostra Privacy Policy. Ma non ti preoccupare, noi odiamo lo spam quanto te!

Segui leggendo

Un ritiro spirituale per ritrovare il tuo equilibrio

Il momento ideale per fare una critica negativa e che sia accettata

Effetto Akrasia: perché non facciamo quello che ci proponiamo?

Interazioni del lettore

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Footer

Approfondisci

Aiutare gli altri • Emozioni e sentimenti • Film psicologici • Aspettative • Wu Wei • Autocritica • Metacognizione • Bovarismo • Libri di psicologia • Memoria eidetica • Zona di comfort • Come curare l’ansia • Come curare la depressione • Manipolatori • Spirito libero • Disprezzo • Crollo emotivo • Impotenza appresa • Meccanismi di difesa

Angolo della Psicologia

Blog di Psicologia: Articoli sulla salute mentale e la crescita personale, tecniche psicologiche, studi sul cervello e libri di Psicologia. Anche in Spagnolo e Inglese.

Seguici

  • Facebook
  • Instagram
  • LinkedIn
  • Twitter

Politica dei Cookies · Disclaimer e Privacy · Pubblicità