Uno dei passatempi preferiti dalle
persone per distruggersi a vicenda è la
colpa. Nel corso del tempo è stata la causa di guerre, debolezza e,
naturalmente, di molta della frustrazione sperimentata dagli esseri umani. Il
gioco dell’attribuzione della colpa è molto semplice ed ha una sola regola: dare la colpa agli altri di qualsiasi
cosa negativa che sia accaduta.
il mondo si nascondono tre credenze irrazionali:
male, si deve trovare qualcuno (che non siamo noi) al quale attribuire la
responsabilità.
non merita il nostro rispetto (anche se siamo stati noi ad attribuirgli la
responsabilità dell’accaduto). Così che si può ignorare o, addirittura in casi
estremi, utilizzare nei suoi confronti violenza verbale o fisica.
di responsabilità per l’accaduto. Mai ammetteremo nessuna colpa e non meritiamo
nessun tipo di trattamento denigrante da parte degli altri.
difficile rendersi conto che queste credenze sono completamente false ma se
facciamo un esempio, vedremo come queste guidano e condizionano le nostre idee
e i modi di comprendere la realtà che ci sta intorno.
economica che sta attraversando l’Europa, sempre più persone perdono il lavoro
e vedono i loro diritti civili e sociali ridursi. Se applichiamo le tre
credenze anteriori, la cosa logica da fare sarebbe cercare il colpevole. Alcuni
danno la colpa alle banche, altri agli immigrati stranieri e un terzo gruppo da
la colpa ai politici. Ancora una volta vediamo che qualsiasi capro espiatorio è
valido per evitare di assumere la nostra quota di responsabilità.
paesi (vedi Grecia, Ungheria) si è già passati ad applicare la violenza fisica
verso questi capri espiatori (che sono primariamente quasi sempre gli immigrati
stranieri dato che per ora banchieri e politici sono tuttavia intoccabili),
semplicemente perché pensiamo che non hanno alcun diritto dato che sono i
colpevoli della situazione in cui ci troviamo.
categorie non abbiano la loro quota di responsabilità nella crisi economica
(perché tutti ne abbiamo un poco), ma desidero affermare che un pensiero di
questo tipo serve solo a generare odio tra le diverse categorie, crea divisioni
utili solo a qualcuno (dividi et impera)
e, soprattutto, non risolve una volta per tutte i problemi reali, semplicemente
perché non va alla radice degli stessi.
della colpa si applica anche ai rapporti di coppia, soprattutto quando c’è
l’infedeltà. Chiaramente chi ha commesso l’infedeltà ha una quota di
responsabilità maggiore ma questo non esime la persona “tradita” dall’assumersi
la propria parte di responsabilità nella fine della relazione.
consapevoli del fatto che le tre credenze sopra menzionate sono del tutto
infondate. Per esempio, non sempre c’è qualcuno a cui dare la colpa quando si
verifica un evento negativo, o almeno non esiste una persona fisica o un gruppo
sociale particolare che abbia tutta la colpa dell’accaduto. Come già detto, a
volte la responsabilità va diluita tra tutti noi, anche se non in parti uguali,
perché non è costruttivo cercare un capro espiatorio, anche quando questo ci
farebbe sentire meglio.
nostra tendenza a sottovalutare le necessità e i diritti del colpevolizzato.
Tuttavia, a volte le persone fanno delle cose sbagliate ma con delle buone
intenzioni. Non dobbiamo equiparare un comportamento errato con una persona
“cattiva”. Per esempio, il fatto che qualcuno non va bene in matematica non
significa che sia un imbecille ma piuttosto che non ha particolari abilità in
questa materia ma magari può risultare brillante in altre.
difficile da sradicare, dato che si tratterebbe di accettare la nostra quota di
responsabilità in un evento negativo. Qualcosa che ci farà sentire scomodi e
che, naturalmente, tenderemo a rifiutare. Tuttavia, la prossima volta che
tentate di dare la colpa ad altri, fermatevi un secondo e chiedetevi quale sia
la vostra propria quota di responsabilità. Non si tratta di essere masochisti ma
piuttosto di pensare in modo più maturo,
accettando i nostri errori e lavorando su noi stessi per non ripeterli.
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