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Home » Crescita Personale » La fine: di una storia, una favola o di un racconto

La fine: di una storia, una favola o di un racconto

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Raccontare storie è una
caratteristica umana universale che trascende il tempo e le culture. Tutti amiamo
i buoni racconti e il modo in cui da secoli vengono trasmessi. Sappiamo quali
sono gli ingredienti ideali che fanno di un buon racconto un’esperienza
eccitante.

Tuttavia, una delle parti
preferite di ogni storia è sicuramente la
fine
. La fine ci mantiene in tensione per tutta la durata dello svolgimento
del racconto. Alcuni (capita anche a me) non possono resistere alla tentazione
di sapere cosa accadrà ai personaggi e vanno subito a leggere l’ultimo
capitolo. In seguito tornano al principio e leggono tutta la storia. In inglese
queste persone vengono definite: “spoilers”,
un termine che in italiano non ha una traduzione molto precisa  ma che fa riferimento a chi scopre il finale
del racconto.
La logica ci direbbe che gli spoilers si godrebbero molto meno la
lettura del libro dato che ne conoscono già il finale. Ad ogni modo, per
esperienza personale e basandomi anche in uno studio realizzato da ricercatori
dell’Università della California, si sa che conoscere il finale della storia
non toglie piacere all’esperienza della lettura. Infatti, si dice addirittura
che è possibile provare ancora più piacere. È ciò che si denomina: “Spoiler Paradox” o paradosso del
risultato.
Questi ricercatori hanno
sviluppato tre esperimenti basandosi in dodici storie (di autori come Agatha
Christie e Anton Chekhov) che includevano percorsi ironici e misteriosi. I
partecipanti vennero suddivisi in tre gruppi, a due dei quali venne offerto in
anticipo il finale della storia.
Gruppo 1. Ricevette il finale
come testo indipendente procedente dalla storia
Gruppo 2. Ricevette il finale in forma
di paragrafo al principio della storia
Gruppo 3. Non ebbe l’opportunità
di leggere in anticipo il finale
Al termine dell’esperimento si
riscontrò che i lettori preferivano le versioni nelle quali veniva incluso il
finale, soprattutto quando questo veniva incluso separatamente. Ovviamente,
questa scoperta si scontra con i nostri paradigmi. Perchè conoscere in anticipo
la fine della storia ci risulta più gratificante?
Per conoscere la risposta dobbiamo
andare indietro al 1944 quando alcuni ricercatori dello Smith College, realizzarono uno studio molto semplice ma
interessante. In quell’occasione i ricercatori mostrarono ai partecipanti un
animazione di due triangoli e un circolo che si muovevano intorno ad un
quadrato.
Certamente osservando questa
scena composta da figure geometriche la nostra mente tende a dare un senso al
movimento e immaginare una storia. I ricercatori scoprirono che la maggioranza
delle persone immaginavano che il circolo e uno dei traingoli erano innamorati
l’uno dell’altro mentre che il triangolo più grande era il “cattivo” che
tentava di separarli.
Così, i ricercatori affermarono
che gli esseri umani hanno la tendenza a immaginare e raccontare storie, dando
un senso a tutto ciò che vedono intorno a loro e cercando di essere più
empatici con le persone intorno a loro.
Questa idea è relazionata con la “teoria
della mente”, secondo la quale abbiamo l’abilità di attribuire pensieri,
desideri, motivazioni e intenzioni alle persone che sono intorno a noi. Così
facendo possiamo predire e spiegare le loro azioni. Ovviamente, la costruzione
di una storia ci dice molto in merito ad una persona così che possiamo
intercalarci nei suoi panni e conoscerla meglio.
Bene, è precisamente per questa
ragione che chi conosce il finale delle storie le troverà più attraenti. Sapere
in anticipo come termina la trama di un racconto ci da la possibilità di
metterci al posto dei protagonisti in modo che, identificandoci con gli stessi,
viviamo più intensamente le loro avventure. Per la stessa ragione possiamo
leggere un libro o vedere un film più volte e trovarlo sempre più interessante
la seconda o la terza volta.
Fonti:
Leavitt, J. D. & Christenfeld, N. (2011) Story Spoilers Don’t Spoil
Stories. Psychological Science;
22(8).
Heider, F. & Simmel, M. (1944) An experimental study of apparent
behavior. 
The American
Journal of Psychology
; 57(2): 243-259.
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Jennifer Delgado Suárez

Psicóloga Jennifer Delgado Suárez

Sono una psicologa e da molti anni scrivo articoli per riviste scientifiche specializzate in Salute e Psicologia. Il mio desiderio è aiutarti a realizzare esperienze straordinarie. Se desideri sapere di più clicca qui.

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