Ricerche sviluppate dalle Università di: Winston-Salem, Northern Illinois e Kansas State negli USA, alle quali hanno preso parte persone di diverse origini etniche, assicurano che le persone sono generalmente felici anche quando hanno alcuni problema mentali, fisici o economici.
Questi ricercatori affermano che la memoria autobiografica gioca alcune carte nascoste per ritoccare alcuni ricordi e renderci persone più felici. Si riscontrarono due cause principali che possono propiziare questo trucco della memoria: la prima è molto semplice e si basa nel fatto che normalmente le persone vivono più esperienze positive che negative dato che apprendono ad evitare gli eventi potenzialmente stressanti. I giovani e gli adulti che furono intervistati riportarono un maggior numero di eventi positivi che negativi nelle loro vite.
L’altra causa del trucco risiede nel fatto che la nostra memoria processa le emozioni positive in modo diverso rispetto alle negative e spiacevoli. Questi scienziati affermano che le emozioni negative vengono dimenticate più rapidamente che le positive perchè la persona tende a indebolire i ricordi spiacevoli per poter tornare al suo stato di equilibrio e minimizzare l’impatto degli eventi negativi. Questo processo di minimizzazione, che avviene a livello biologico, cognitivo e sociale, si raddoppia di fronte agli eventi negativi.
Naturalmente, questo meccanismo non ha alcuna relazione con la repressione freudiana, è un processo abbastanza normale nel quale la memoria si incarica di togliere un poco di impatto emotivo ai ricordi in modo tale che possiamo evocarli senza tornare a sentire dolore.
Ovviamente, la vita non è un giardino di rose per tutti. Dei 229 partecipanti intervistati, 17 riportarono più eventi negativi che positivi il che indicherebbe che il meccanismo non funziona esattamente in modo uguale per tutti. Le persone depresse per esempio, cancellano con la stessa intensità i ricordi negativi e quelli positivi.
Fonte:
Walker, W. R.; Skowronski, J. J. & Thompson, Ch. P. (2003) “Life Is Pleasant – and Memory Helps to Keep It That Way!”. Review of General Psychology, 7(2): 203-210.
Lascia un commento