Spesso si dice che una persona è la somma dei suoi ricordi. Siamo chi siamo perché abbiamo un passato e lo ricordiamo in ogni istante. Quando dobbiamo prendere una decisione importante, la prima cosa che facciamo è andare indietro nel tempo alla ricerca di situazioni simili e analizziamo come ci siamo comportati allora.
Ad ogni modo, anche se ricorriamo alla memoria tutti i giorni, questo non significa che intendiamo bene come funzioni. Infatti, solo recentemente gli psicologi stanno riscoprendo questa funzione psicologica.
Se comprendiamo come funziona la nostra memoria, potremo migliorarla. A questo proposito ora andiamo ad analizzare alcuni dei miti comuni relativi al funzionamento della memoria:
- La memoria si deteriora con il tempo. Chi non ha sperimentato la frustrazione di cercare nella memoria e non riuscire a trovare il ricordo che stava cercando? Quando diciamo: “ce l’ho
sulla punta della lingua” perché siamo sicuri che il ricordo sta li da qualche parte ma siamo incapaci di richiamarlo. Da questa prospettiva, può sembrare molto ovvio che la memoria si deteriori nel tempo, Tuttavia, ogni giorno nuovi studi dimostrano che la nostra memoria ha la capacità straordinaria di registrare praticamente tutto ciò che sperimentiamo, il problema sta nel fatto che dopo non siamo in grado di richiamare il ricordo. In pratica, è come se avessimo un enorme magazzino di ricordi a disposizione ma nella stessa misura in cui questo si va riempiendo, diventa sempre più difficile accedere ad alcuni “scaffali”. A questo punto vi
starete chiedendo che senso abbia registrare tutto se poi non lo possiamo richiamare. Qui sta la riposta. - La dimenticanza ci aiuta ad imparare. L’idea che dimenticare qualcosa ci aiuti ad apprendere può sembrare un controsenso, ma basta immaginare che caos avremmo nella nostra mente se potessimo ricordare ogni dettaglio della nostra vita in ogni istante. La nostra memoria sceglie i ricordi più importanti, sia sotto il profilo emotivo che cognitivo, e da loro la priorità sugli altri. In questa maniera, possiamo accedere immediatamente a questi contenuti e
utilizzarli per imparare altre cose. Si tratta di un fenomeno simile a come organizziamo le icone sullo schermo del nostro computer. Normalmente mettiamo sul desktop solo i programmi e le cartelle che ci risultano più utilizzati. In questo modo, quando li dobbiamo utilizzare li abbiamo a portata di mano. Tuttavia, nel nostro computer abbiamo molti più dati anche se questi non sono
immediatamente tutti disponibili sullo schermo. - I ricordi “persi” si possono recuperare. Se partiamo dal presupposto che abbiamo immagazzinato praticamente tutto ciò che abbiamo vissuto in una determinata parte della memoria, allora è facile comprendere che, con le tecniche adeguate, possiamo ricordare qualsiasi cosa. A volte basta sforzarsi un poco, altre volte possono essere necessarie tecniche più complesse come ad esempio l’ipnosi.
- Quando richiamiamo alla mente un ricordo lo stiamo alterando. Tendiamo a pensare
alla memoria come ad un grande magazzino dove lasciamo riposare i ricordi e questi restano li, fedeli e inalterabili. Ad ogni modo, la realtà è ben diversa, la nostra memoria è creativa e a volte mescola le informazioni, toglie e aggiunge dettagli. Ogni volta che riportiamo alla mente un
ricordo, questo si consolida e diviene più forte, rispetto al resto delle informazioni che restano immagazzinate. Per esempio, immaginiamo di ricordare un regalo che ci è stato fatto quando avevamo sei o sette anni. Nella stessa misura in cui ci concentriamo su questo regalo il ricordo di altri regali si andrà offuscando. E mentre più ricorderemo la situazione nella quale ricevemmo
il regalo in questione, più staremo ricostruendo il nostro ricordo dei compleanni dato che staremo dando priorità ad alcune esperienze rispetto ad altre. Di fatto, oggi si conosce che è possibile impiantare ricordi falsi. - La memoria si “ricarica”. Immaginiamo di desiderare imparare a giocare a pallamano. Sarebbe meglio dedicare la prima settimana ad apprendere il lancio, quella dopo alla ricezione e così successivamente o è meglio mescolare tutte le tecniche cercando di apprenderle insieme?
Secondo gli esperti, è meglio mescolare le tecniche così da memorizzare meglio i movimenti. E lo stesso vale per la memoria dichiarativa; cioè, per apprendere i contenuti che ci vengono insegnati a scuola. Perché?
La spiegazione è molto semplice: tutto sembra indicare che ogni volta che cambiamo attività per concentrarci in un’altra, la nostra memoria soffre una sorta di “ricarica”. Diciamo che, è come se tutti i ricordi con i quali stavamo lavorando passassero ad un secondo piano per ricaricare informazioni nuove e più pertinenti con l’attività che stiamo realizzando adesso.
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