Normalmente siamo convinti di poter apprendere dal passato, dalle nostre esperienze precedenti. Funziona più o meno così: facciamo qualcosa, valutiamo i risultati ottenuti e partendo da quelli “decidiamo” se è più o meno conveniente tornare a riutilizzare questa tecnica, strategia o metodo nel futuro. Ma non tutto l’apprendimento deve seguire questo percorso.
Sharmer ci propone una nuova forma di apprendimento: mediante il futuro emergente. La Teoria U si fonda nella convinzione che esistano molte forme per affrontare le problematiche intrinsecamente complesse e incerte. Quando affrontiamo problemi non ben definiti necessitiamo di una dose elevata di cratività e l’aiuto dell’insight. La Teoria U ci mostra un cammino, per giungere a soluzioni creative che si sostentano nell’insight, che si realizza in cinque fasi: Iniziazione, Sensazione, Riflessione, Creazione, Coinvolgimento.
1. Iniziazione. L’incapacità culturale di stabilire nuove relazioni tra i fenomeni è la ragione essenziale per la quale affrontiamo i problemi complessi in modo tanto inefficiente. Tentiamo di soluzionare le più diverse problematiche secondo i nostri schemi mentali, utilizzando strategie di pensiero prestabilite le quali impediscono che appaiano idee nuove e creative.
In questa fase dobbiamo aprirci alla realtà e tentare di comprendere la totalità del sistema. Il problema che dobbiamo affrontare non è un fattore esterno ma piuttosto parte di noi stessi e quindi dovremo superare i nostri modelli mentali.
Per riscoprire la realtà che ci circonda la Teoria U propone:
– Di sospendere la nostra tendenza a criticare e giudicare tutto. Dovremo coscientizzare che le nostre opinioni e credenze influiscono sulla realtà e quindi condizionano anche la nostra capacità di trovare soluzioni creative.
– Essere capaci di ridirezionare. Dovremo imparare a considerare i fenomeni da diversi punti di vista, apprendere a essere empatici e riflettere sulle diverse prospettive.
– Considerare la realtà come un’insieme, un tuttuno. I comportamenti delle persone che ci circondano sono anche questi condizionati da diversi fattori e a loro volta, questi saranno determinati da altre circostanze. La realtà non è semplice e tnatomeno unicausale motivo per cui dovremo imparare a percepire e analizzare i fenomeni in una prospettiva il più possibile globale, d’insieme.
2. Sensazione o presenziare. La cultura occidentale ha stabilito un lemma: “l’importante non è cercare ma trovare la soluzione”, in questo modo l’insight e l’intuizione vengono relegati a un secondo piano o restano proprietà esclusiva degli artisti.
In questa seconda fase l’obiettivo essenziale è scoprire le relazioni tra ciò che pensiamo e ciò che sentiamo rispetto al problema. Si tratta di collegare l’intuito con la ragione, la spontaneità e la progettazione. Sharmer propone due forme di poter sviluppare questa potenzialità:
– Lasciar andare: si riferisce all’abbandonare gli stereotipi, le barriere, i giudizi rispetto alla qualità delle nostre idee.
– Lasciar entrare: lasciare che la mente si riempia di idee, che possono anche risultare pazzesche, estremamente immaginarie e astratte…non importa. Si tratta di lasciare che nuove visioni e forme di comprendere entrino nella nostra mente.
3. Riflessione. In questa fase abbiamo già un’idea generale di quella che potrebbe essere la soluzione per cui è necessario cristallizzare, significa tradurre in pratica i passi fondamentali dell’idea generale, elaborarla nei dettagli e elaborare un piano d’azione.
4. Creazione. Implica mettere in pratica la nostra soluzione. Naturalmente, i primi tentativi possono essere infruttuosi per cui probabilmente necessiteremo di costruire vari prototipi, cambiare alcuni dettagli, aggiustare delle idee.
5. Coinvolgere. Sarebbe la fase in cui la soluzione viene condivisa con gli altri per cercare il loro contributo, aiuto, idee.
La Teoria U è un modello di apprendimento, senza alcun dubbio aperto alla creatività e all’insight, ma di nuovo ha ben poco. Già Rubinstein e Petrovsky, psicologi russi, negli anni 20 parlavano dell’importanza dei processi dell’immaginazione per riuscire a elaborare soluzioni creative e della necessità di liberarsi degli schemi mentali per poter giungere all’insight. Particolarmente la Teoria U mi sembra abbastanza simile ad altrettanti programmi diretti a sviluppare la creatività e i processi dell’insight, quasta volta con un pizzico di Zen nel fondo. Tuttavia, proporre in forma di “idee smontate” qualcosa che possa risultare utile alle persone non è mai sbagliato e precisamente questo è lo scopo di questo post.
Fonte:
Sharmer, O. (2008, Junio) Theory U: Leading from the future as it emerges. The social technology of presencing. In: Presencing Institute
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