La tolleranza viene compresa in diversi
modi; vi è chi pensa che si tratti della capacità di assimilare le influenze
nocive senza avere una reazione di rifiuto mentre altri vanno oltre affermando
che la tolleranza è la virtù di saper coesistere con il diverso senza nutrire
pregiudizi. Di sicuro quando sentiamo la parola “tolleranza” ci vengono
immediatamente alla mente tutti i suoi significati: flessibilità,
condiscendenza e anche i vocaboli: sottomissione, accettazione cognitiva ma non
emotiva.
modi; vi è chi pensa che si tratti della capacità di assimilare le influenze
nocive senza avere una reazione di rifiuto mentre altri vanno oltre affermando
che la tolleranza è la virtù di saper coesistere con il diverso senza nutrire
pregiudizi. Di sicuro quando sentiamo la parola “tolleranza” ci vengono
immediatamente alla mente tutti i suoi significati: flessibilità,
condiscendenza e anche i vocaboli: sottomissione, accettazione cognitiva ma non
emotiva.
Attraverso il tempo
la tolleranza ha assunto un senso negativo che si esprime nella frase: “ti
accetto ma non ti capisco (tanto meno voglio farlo)”; si tratta di un contenuto
di valore emotivamente negativo che viene associato alla rassegnazione. Così,
la tolleranza viene anche messa nell’immaginario popolare in relazione con la
resistenza stoica e la passività.
la tolleranza ha assunto un senso negativo che si esprime nella frase: “ti
accetto ma non ti capisco (tanto meno voglio farlo)”; si tratta di un contenuto
di valore emotivamente negativo che viene associato alla rassegnazione. Così,
la tolleranza viene anche messa nell’immaginario popolare in relazione con la
resistenza stoica e la passività.
La parola
tolleranza implica in primo luogo: “una situazione o una persona/gruppo di
persone da tollerare” e in secondo luogo: “un motivo per il quale essere
tolleranti”. Ma per andare oltre a chi o cosa dovremo tollerare, la parte
interessante risiede nella motivazione per la quale decidiamo di essere
tolleranti. Immaginate una situazione nella quale siete stati particolarmente
tolleranti, perché lo avete fatto?
tolleranza implica in primo luogo: “una situazione o una persona/gruppo di
persone da tollerare” e in secondo luogo: “un motivo per il quale essere
tolleranti”. Ma per andare oltre a chi o cosa dovremo tollerare, la parte
interessante risiede nella motivazione per la quale decidiamo di essere
tolleranti. Immaginate una situazione nella quale siete stati particolarmente
tolleranti, perché lo avete fatto?
Quando siamo
tolleranti perché crediamo che non possiamo fare nulla al riguardo, stiamo
mostrando una sorta di disperazione appresa, ci stiamo arrendendo di fronte
alla situazione o alla persona. Ovviamente, in questo caso la tolleranza
acquista contorni negativi perché ci trasformiamo in persone apatiche,
disinteressate e non compromesse con la realtà.
tolleranti perché crediamo che non possiamo fare nulla al riguardo, stiamo
mostrando una sorta di disperazione appresa, ci stiamo arrendendo di fronte
alla situazione o alla persona. Ovviamente, in questo caso la tolleranza
acquista contorni negativi perché ci trasformiamo in persone apatiche,
disinteressate e non compromesse con la realtà.
Quando manifestiamo
tolleranza perché crediamo che non potremo influire sulla situazione che stiamo
vivendo, ci stiamo chiudendo in un circolo di immobilità, accettiamo ciò che
non possiamo cambiare ma senza trovarci d’accordo con lo stesso. Il trucco sta
nel fatto che una volta assunta una attitudine tollerante i livelli di
conflittualità percepiti si riducono enormemente, e questo ci aiuta a mantenere
le cose nello stato in cui si trovano.
tolleranza perché crediamo che non potremo influire sulla situazione che stiamo
vivendo, ci stiamo chiudendo in un circolo di immobilità, accettiamo ciò che
non possiamo cambiare ma senza trovarci d’accordo con lo stesso. Il trucco sta
nel fatto che una volta assunta una attitudine tollerante i livelli di
conflittualità percepiti si riducono enormemente, e questo ci aiuta a mantenere
le cose nello stato in cui si trovano.
Allora, quando ci
prefiggiamo di essere tolleranti il primo passo che dovremmo fare è quello di
analizzare le nostre ragioni. Se siamo tolleranti perché no abbiamo nessuna
speranza di cambiare le cose allora
entreremo in un circolo forzoso che ci porta a disinteressarci, e questo non ci
conduce da nessuna parte.
prefiggiamo di essere tolleranti il primo passo che dovremmo fare è quello di
analizzare le nostre ragioni. Se siamo tolleranti perché no abbiamo nessuna
speranza di cambiare le cose allora
entreremo in un circolo forzoso che ci porta a disinteressarci, e questo non ci
conduce da nessuna parte.
Tuttavia, esiste la
tolleranza attiva, una tolleranza che non implica passività fino a quando non
comprende (a livello cognitivo ed emotivo) l’altro o la situazione in causa. In
questo caso la tolleranza non assume contorni grigi dato che questa forma di
tolleranza significa coesistere con e comprendere l’altro, anche se non siamo
disposti a seguirne il comportamento.
tolleranza attiva, una tolleranza che non implica passività fino a quando non
comprende (a livello cognitivo ed emotivo) l’altro o la situazione in causa. In
questo caso la tolleranza non assume contorni grigi dato che questa forma di
tolleranza significa coesistere con e comprendere l’altro, anche se non siamo
disposti a seguirne il comportamento.
Anche se la
differenza tra la tolleranza passiva e la tolleranza positiva possa sembrare
molto sottile, di sicuro il semplice fatto di accettare emotivamente un fatto,
comprenderlo dal punto di vista cognitivo e assumerlo, non come una opportunità
disperata ma come un processo decisionale cosciente, marca una differenza
notevole nella nostra attitudine verso la situazione e verso noi stessi. In
questo caso la tolleranza non sarebbe il minimo ma piuttosto il massimo di
quanto si può ottenere indipendentemente dalle differenze.
differenza tra la tolleranza passiva e la tolleranza positiva possa sembrare
molto sottile, di sicuro il semplice fatto di accettare emotivamente un fatto,
comprenderlo dal punto di vista cognitivo e assumerlo, non come una opportunità
disperata ma come un processo decisionale cosciente, marca una differenza
notevole nella nostra attitudine verso la situazione e verso noi stessi. In
questo caso la tolleranza non sarebbe il minimo ma piuttosto il massimo di
quanto si può ottenere indipendentemente dalle differenze.
Ad ogni modo,
perché la tolleranza sia un processo positivo devono presentarsi alcuni
fattori:
perché la tolleranza sia un processo positivo devono presentarsi alcuni
fattori:
– La disponibilità
a concedere e stabilire una relazione di reciproco intercambio
a concedere e stabilire una relazione di reciproco intercambio
– Mantenere una
relazione equa nella quale le parti detengano entrambe sufficiente potere che
assicuri che non vi sia sottomissione
relazione equa nella quale le parti detengano entrambe sufficiente potere che
assicuri che non vi sia sottomissione
– Dare priorità a
una serie di interessi comuni
una serie di interessi comuni
– La possibilità di
avere e mostrare liberamente contraddizioni e differenze
avere e mostrare liberamente contraddizioni e differenze
Questi fattori
garantiscono che tollerare non rappresenti solo un atto di sottomissione o una
alternativa unica ma piuttosto una decisione cosciente. Tuttavia, quando questi
fattori si manifestano, normalmente si presenta anche un controsenso: le
persone non desiderano essere tolleranti solo per paura o perchè sono troppo
rigide nei loro schemi comportamentali e di valutazione dell’altro (ma questo è
un diverso tema).
garantiscono che tollerare non rappresenti solo un atto di sottomissione o una
alternativa unica ma piuttosto una decisione cosciente. Tuttavia, quando questi
fattori si manifestano, normalmente si presenta anche un controsenso: le
persone non desiderano essere tolleranti solo per paura o perchè sono troppo
rigide nei loro schemi comportamentali e di valutazione dell’altro (ma questo è
un diverso tema).
Ma oltre al fatto
del se assumere un atteggiamento di tolleranza passiva o positiva, c’è chi si
chiede quale sia il limite della tolleranza. A questo proposito mi fa piacere
pensare che la tolleranza rappresenti una zona in via di sviluppo, uno spazio ancora
non adeguatamente sviluppato ma
raggiungibile con l’aiuto di altri. Questa zona di crescita futura sarà più o
meno limitata dai pregiudizi, le abitudini, gli stereotipi o le convinzioni che
ognuno possiede e la rigidezza o flessibilità che dimostri per cambiare gli
stessi. Accettando la tolleranza come una zona condivisa con altri e inserita
in una determinata situazione, possiamo comprendere che un comportamento può
essere tollerante “qui e ora” ma potrebbe non manifestarsi domani quando le
condizioni ambientali (o della persona) siano cambiate.
del se assumere un atteggiamento di tolleranza passiva o positiva, c’è chi si
chiede quale sia il limite della tolleranza. A questo proposito mi fa piacere
pensare che la tolleranza rappresenti una zona in via di sviluppo, uno spazio ancora
non adeguatamente sviluppato ma
raggiungibile con l’aiuto di altri. Questa zona di crescita futura sarà più o
meno limitata dai pregiudizi, le abitudini, gli stereotipi o le convinzioni che
ognuno possiede e la rigidezza o flessibilità che dimostri per cambiare gli
stessi. Accettando la tolleranza come una zona condivisa con altri e inserita
in una determinata situazione, possiamo comprendere che un comportamento può
essere tollerante “qui e ora” ma potrebbe non manifestarsi domani quando le
condizioni ambientali (o della persona) siano cambiate.
In senso generale,
il limite della tolleranza (la tolleranza positiva) si stabilirà nel punto in
cui la persona non possa andare oltre perché il suo sistema di valori lo
impedisce, a causa del fatto che ciò che considera “buono e adeguato” non si
applica più al caso in questione.
il limite della tolleranza (la tolleranza positiva) si stabilirà nel punto in
cui la persona non possa andare oltre perché il suo sistema di valori lo
impedisce, a causa del fatto che ciò che considera “buono e adeguato” non si
applica più al caso in questione.
Mi piacerebbe
terminare queste riflessioni/inflessioni sulla tolleranza ricordando una frase
di Perls che sottolinea l’importanza di essere tolleranti preservando le
differenze individuali: “Io faccio a modo
mio e tu a modo tuo. No sono in questo mondo per soddisfare le tue aspettative,
e tanto meno tu ci sei per soddisfare le mie. Tu sei tu e io sono io. Se per una
casualità ci incontriamo sarà bello. Altrimenti, non ci sarà niente da fare”.
terminare queste riflessioni/inflessioni sulla tolleranza ricordando una frase
di Perls che sottolinea l’importanza di essere tolleranti preservando le
differenze individuali: “Io faccio a modo
mio e tu a modo tuo. No sono in questo mondo per soddisfare le tue aspettative,
e tanto meno tu ci sei per soddisfare le mie. Tu sei tu e io sono io. Se per una
casualità ci incontriamo sarà bello. Altrimenti, non ci sarà niente da fare”.
Fonte:
Calviño, M. (2001) Análisis dinámico del
comportamiento. La Habana: Editorial Félix Varela.
Calviño, M. (2001) Análisis dinámico del
comportamiento. La Habana: Editorial Félix Varela.
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