Uno schermo in una camera buia. Una studentessa osserva
un film dell’orrore pieno di mutilazioni e dolore. Si nota che è visibilmente
emozionata. Alla fine delle scene drammatiche appare sullo schermo una
orientazione: “devi descrivere il film come
se avessi visto un giardino di fiori con dei bambini che giocano allegramente”.
In seguito una persona inizia ad intervistarla.
di comunicazione non verbale dell’Istituto Langley
Porter di San Francisco. Il proposito? Determinare quali siano i segni che
indicano quando una persona mente.
allegri e ne seguì la corrispondente intervista. In questo modo si poteva
paragonare la mimica facciale corrispondente alle storie vere con quella delle
false. Saggiamente vennero scelti studenti di infermeria per questo, dato che
questi tentavano di occultare la loro commozione di fronte alla sofferenza di
terzi e la mutilazione fisica osservati nel film, in questo modo, si sforzavano
di mentire meglio.
del viso sono estremamente sensibili e lasciano intravedere rapidamente le
emozioni. Si possono verificare migliaia di diverse espressioni facciali. Per
mostrare tutte le espressioni che può manifestare un volto sarebbero necessarie
due ore.
insignificanti che li tradiscono?
per i quali un’analisi superficiale del volto non riscontrava nessun dettaglio
sospetto.
e dicevano subito la verità.
gesti di quelli che normalmente accompagnano una conversazione: non
segnalavano, non davano l’idea delle dimensioni o della direzione con le mani.
Insomma, i classici gesti che utilizziamo per illustrare i nostri racconti. Questi
movimenti furono sostituiti da gesti nervosi come sfregarsi le mani, grattarsi,
leccarsi le labbra …
per quelle persone che sono ottimi bugiardi come per quelli che non lo sono, si
trova all’inizio e alla fine della sessione del racconto menzognero. Cioè, la
maggior parte di noi sa come fingere delle espressioni che denotano allegria,
rabbia o tristezza ma non sappiamo come farle apparire immediatamente, quanto a
lungo mantenerle o in quale momento farle scomparire. L’esempio classico è
quando riceviamo un regalo che non ci è piaciuto ma dobbiamo fingere di averlo
apprezzato. In questo caso probabilmente mostriamo un sorriso smagliante che
dura mezzora e, così, gli altri scoprono che stiamo mentendo.
attraverso le emozioni, risultano utili le dichiarazioni di Damasio: “i muscoli
del volto possono attivarsi coscientemente o in modo automatico (semi-incosciente).
Tuttavia, le zone del cervello che partecipano alla loro attivazione sono
diverse, così che, i movimenti che si ottengono sono differenti. Considerando
inoltre che esistono piccoli muscoli che si attiveranno solo in modo
automatico, esistono movimenti minimi che si potranno realizzare solo se sono
veramente sentiti dalla persona.
R. (2001) El error de Descartes.
Barcelona: Crítica.
& Friesen, W. V. (1975) Unmasking.
The face: a guide to recognizing
emotions from facial clues. New Jersey: Prentice Hall.
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