Cyril
N. Parkinson non è colui che ha dato il suo nome alla famosa malattia
degenerativa, ma è uno storico britannico. Negli anni ’50 del secolo passato,
il Governo Inglese gli dette l’incarico di studiare il complicato sistema
burocratico relativo alla gestione delle colonie dell’impero nel momento in cui
queste ormai si erano tutte, o quasi, rese indipendenti. Così, Parkinson, scoprì qualcosa di
sorprendente: nella stessa misura in cui l’impero andava perdendo le sue
colonie e quindi di conseguenza avrebbe dovuto anche ridursi la burocrazia e il
lavoro relativi alle stesse, al contrario, gli impiegati pubblici di questo
settore aumentavano a dismisura a causa del fatto che i funzionari pubblici creavano
continuamente nuovi posti di lavoro per avere alle loro dipendenze dei subalterni
che lavorassero per loro (o forse sarebbe meglio dire: che lavorassero al posto
loro).
tendenza era così forte che Parkinson affermò che la burocrazia aumentava per
numero di addetti e uffici nella misura progressiva del 5-7% annui e indipendentemente
dalla quantità di lavoro che ci fosse da svolgere.
questo punto, Parkinson formulò tre leggi fondamentali ispirate alla sua
esperienza pratica:
Il lavoro si espande fino a riempire tutto il tempo di cui si dispone
Le spese aumentano fino a coprire tutte le entrate
Il tempo dedicato a qualsiasi tema in agenda è inversamente proporzionale alla
sua importanza
l’informatica ci può aiutare a comprendere meglio queste leggi: in passato i
computer e i dischi di memoria avevano una capacità ridotta, quindi noi ci
adeguavamo allo spazio disponibile ottimizzando le risorse. Oggi la memoria dei
computer e i dischi esterni hanno moltiplicato enormemente la loro capacità ma
noi continuiamo a riempirli, a volte con file inutili e doppi, e terminiamo con
necessitare di ancora più spazio.
vita quotidiana
applichiamo queste leggi alla nostra quotidianità potremmo assumere una massima
che le generalizza: “Il lavoro si espande
fino ad occupare tutto il tempo disponibile; più tempo si ha a disposizione e
più è il lavoro e la sua importanza, e richiederà maggiore sforzo”. O in
parole semplici: più tempo abbiamo a disposizione e più lo sprechiamo.
la prima riflessione alla quale ci conducono le leggi di Parkinson consiste nel
chiederci se realmente tutte le attività che realizziamo quotidianamente sono
per noi importanti e quali di queste potremmo eliminare con l’obiettivo di
avere più tempo a disposizione per dedicarlo ad altre attività che ci risultino
più significative e piacevoli.
legge di Parkinson ci porterebbe a chiederci se davvero necessitiamo di tutto
ciò che possediamo o, cosa ancor più importante: se necessitiamo di tutto ciò
che desideriamo. Questa società consumistica ha creato moltissimi beni che non
sono imprescindibili e tanto meno necessari. Tuttavia, non ci rendiamo conto di
questo e continuiamo a lavorare per comprarci cose perfettamente inutili.
Invece, non sarebbe meglio investire questo denaro nel creare momenti
indimenticabili in compagnia delle persone che amiamo? Non sarebbe meglio risparmiarlo
così da poterci permettere il lusso di lavorare meno e dedicare più tempo alle
nostre passioni?
la terza legge di Parkinson ci evidenzia il pessimo modo in cui utilizziamo il
nostro tempo. Fermiamoci un momento e pensiamo a quali sono le tre cose più
importanti della nostra vita. Ora chiediamoci quanto tempo ogni giorno dedichiamo
alle stesse. Normalmente passiamo buona parte della giornata realizzando
attività che non sono per noi significative e tanto meno piacevoli, mentre che
le cose davvero essenziali occupano uno spazio piccolo-piccolo nella nostra
agenda.
Ovviamente
molti diranno che sia impossibile cambiare dato che la società esercita una
forte influenza su di ognuno di noi. Purtroppo questo è vero, ma dobbiamo ricordarci
sempre che le cose hanno il potere che noi stessi gli abbiamo attribuito.
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