Forse ti diverti a fare le pulizie. O forse no. Forse per te è uno di quei compiti inevitabili e noiosi a cui non puoi sfuggire. In ogni caso, potremmo considerare questo compito quotidiano da una prospettiva completamente diversa che ci consenta di trasformare ciascuno di questi piccoli lavori di pulizia in opportunità per liberare la mente e trovare la pace interiore.
Pulire la casa come opportunità per liberare la mente
Tulku Thondup, un monaco che ha vissuto in Tibet, India e Stati Uniti, dedicando gran parte della sua vita a tradurre e interpretare antichi testi del buddismo tibetano, spiega che pulire il monastero è uno dei compiti spirituali che svolge quotidianamente, insieme alla meditazione.
“Se comprendessimo la virtù, il merito e lo scopo della pulizia, saremmo in grado di apprezzare questa attività come un privilegio invece di considerarla un peso. Smetterà così di sembrarci un lavoro sporco e diventerà l’occasione per praticare meditazione in modo unico. Potrebbe persino diventare un’incredibile fonte di benefici e un modo per crescere in forza spirituale, mentale ed emotiva.”
Pertanto, pulire consapevolmente la nostra casa può essere un’opportunità per liberare la mente, rafforzare la nostra concentrazione, meditare muovendoci con un atteggiamento mindfulness e persino crescere spiritualmente. Come liberare la mente facendo le pulizie?
- Assumi il compito con l’atteggiamento giusto. Thondup spiega che “se stai meditando sulla generosità e qualcuno bussa alla tua porta e ti chiede aiuto, non puoi dirgli: ‘stai disturbando la mia meditazione’. Invece, dovremmo considerare quell’interruzione come un’occasione d’oro per praticare la generosità. Allo stesso modo, quando affronti il compito di fare le pulizie, non dovresti pensare: ‘che disastro, è tutto pieno di polvere!’ o ‘che seccatura dover tornare a pulire!”. Dovremmo assumere un atteggiamento diverso dicendoci: ‘ora vado a fare le pulizie, mentre lo faccio ho l’opportunità di rilassarmi mentalmente'”.
- Concentrati solo sulla pulizia. Quando ti metti a pulire, evita che la mente divaghi o si concentri sulle preoccupazioni, la confusione e il disordine. Mantienila concentrata sul qui e ora, sui movimenti che fai. È un potente esercizio di meditazione mindfulness che aumenta la sensazione di pace. Un piccolo trucco consiste in: “pulire mentre vediamo noi stessi come se stessimo recitando in un sogno. Dobbiamo avvicinarci alla pulizia come se tutto fosse irreale”, raccomanda Thondup. Questo atteggiamento ti permetterà di sentirti più calmo, di eseguire movimenti più fluidi e, infine, di fonderti con l’ambiente. È anche essenziale che la tua mente non divaghi troppo mentre pulisci, pensando a tutto quello che devi fare, perché questo genererà uno stato di ansia e stress che ti allontanerà dal tuo obiettivo.
- Inizia in silenzio. “Se iniziamo in silenzio, circondati dalla calma, quando la vegetazione e le persone intorno a noi dormono ancora, il nostro cuore si sentirà in pace e la nostra mente sarà libera”, spiega Thondup. Pertanto, consiglia di iniziare a fare le pulizie al mattino presto.
- Lascia che circoli l’aria. Prima di iniziare a pulire, apri le finestre e fai circolare l’aria in tutta la casa. L’aria pura ti riempirà di energia e ti aiuterà ad affrontare la pulizia con uno stato d’animo migliore.
- Pulisci gli oggetti con cura e affetto. Thondup ritiene che: “chi non cura gli oggetti, non cura neppure le persone”, perché dimentica che dietro ad ogni cosa c’è il lavoro di qualcuno. La pulizia degli oggetti mostra rispetto e gratitudine nei confronti di quel lavoro e della persona che lo ha eseguito.
- Prova gratitudine per le cose che hai usato. Se stai facendo una pulizia profonda con l’obiettivo di eliminare delle cose e trovi difficile liberartene, un piccolo rituale di addio ti aiuterà. Si tratta semplicemente di ringraziarle per il servizio da loro fornito. In questo modo eviterai quel senso di colpa che spesso appare quando butti via un oggetto.
- Condividi la pulizia con il resto della famiglia o le persone con le quali condividi la casa. In questo modo imparerai a valutare il lavoro degli altri e capirai che dipendiamo l’uno dall’altro.
La storia dell’arhat che ha trovato l’illuminazione attraverso la pulizia
Chulapanthaka era uno dei 16 arhat scelti da Buddha, ma prima di raggiungere l’illuminazione dovette percorrere un lungo cammino. Si dice che Chudapanthaka non era in grado di imparare e memorizzare gli insegnamenti buddisti, così la Sangha, i monaci che formavano la comunità del tempio, decise che non poteva rimanere lì.
Quando a Chudapanthaka fu chiesto di lasciare il tempio, divenne molto triste. Passò il Buddha, lo vide piangere e chiese ai suoi discepoli cosa fosse successo. Ebbe quindi pietà di lui e chiese al Sangha di lasciarlo nel tempio, anche se doveva dedicarsi ad altre attività.
A Chudapanthaka fu ordinato di pulire i sandali dei monaci. Tuttavia, era felice perché continuava a vivere nel tempio e, mentre puliva, poteva continuare il suo percorso di crescita personale. Un giorno, si chiese se la polvere che stava togliendo dai sandali fosse davvero la polvere della terra o la polvere del desiderio. Quella domanda apparentemente semplice lo portò all’illuminazione, tutto prese senso nella sua mente e divenne uno degli arhat.
Questa storia è particolarmente illuminante perché racchiude il senso del buddismo: l’idea che possiamo trovare la saggezza ovunque e attraverso i mezzi più improbabili. Thondup lo riassume perfettamente:
“Quando maturiamo nella pratica della meditazione, qualsiasi cosa, ovunque, può diventare un tempio (…) Un tempio non è uno spazio riservato, può essere ovunque. Il nostro corpo può diventare un tempio, perché la parola tempio significa davvero un luogo in cui esercitare la coscienza, la pace e la tranquillità”.
O detto in altro modo, possiamo approfittare di ogni occasione per lamentarci della vita, o assumerla come un meraviglioso miracolo della vita. La scelta è nostra!
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