Ogni giorno che passa, la física (soprattutto la física quantistica) compenetra sempre di più la psicologia, dando luogo ad una relazione tormentosa e incerta ma pur sempre seducente. In questo ambito, molto discusso nella comunità scientifica, si sviluppano le ricerche di Masaru Emoto relative all’acqua.
Va detto che Emoto è un medico che si occupa di medicina alternativa e ha condotto degli studi in merito alla relazione tra l’acqua e le emozioni nel General Research Institute di Tokio.
Masaru Emoto propone un’idea molto semplice: le nostre emozioni e i nostri pensieri avrebbero un certo tipo di impatto sull’acqua, conferendogli una determinata organizzazione che varia dipendendo dalla negatività o dal positivismo dei pensieri. Per giungere a queste conclusioni Emoto ha esposto l’acqua a diverse parole, immagini e musiche, e dopo che questa si è congelata osservava i cristalli di ghiaccio che si formavano. Naturalmente, sappiamo che ogni cristallo d’acqua è diverso dall’altro ma Emoto è riuscito a incontrare alcune correlazioni tra le emozioni, le parole, la musica e le forme dei cristalli.
Attraverso i suoi studi condotti in tutto il mondo, Emoto ha per esempio riscontrato che quando l’acqua distillata viene esposta alla musica rock, la maggiornaza dei cristalli si rompono o acquisiscono forme non simmetriche, caotiche e frammentate. Ma lo stesso “effetto rock” si riscontra se l’acqua viene esposta a persone che hanno dei pensieri negativi o delle emozioni negative molto forti come l’ira.
Ma le curiosità non terminano qui, quando l’acqua veniva trattata con oli floreali aromatici, i cristalli mostravano la tendenza ad imitare la forma del fiore originale. Inoltre, Emoto ha fatto esperimenti anche con i tempi verbali delle frasi, sottoponendo i cristalli d’acqua a parole come: “facciamolo” e “fallo”; osservando che il vocabolo “facciamolo” formava cristalli simmetrici mentre che la parola “fallo” non dette luogo alla formazione di nessun cristallo.
A questo punto, Emoto afferma che le nostre emozioni e i pensieri negativi non solo causerebbero danni a noi stessi ma che potrebbero avere anche una ripercussione sul mondo che ci circonda, anche se questi cambiamenti non sarebbero percettibili all’occhio umano.
Come si può immaginare, questa teoria ha vari detrattori, molti dei quali segnalano che le sue ricerche mancherebbero di gruppi di controllo con i quali comparare la cristallizzazione dell’acqua. Il dibattito è ancora aperto dato che nel 2006 Emoto ha realizzato uno studio insieme a Dean Radin, avendo un notevole successo dal punto di vista metodologico. Il campione di volontari coinvolgeva corca 2000 persone, giapponesi e californiani. Un secondo studio, però, realizzato nel 2008 con 1900 partecipanti non ottenne i risultati sperati.
Tuttavia, l’idea in se risulta interessante, o almeno curiosa. Immagino che sarà necessario realizzare altre prove prima di accettare o scartare definitivamente queste teorie.
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