Sappiamo molto bene che uomini e donne presentano varie differenze a livello strutturale e funzionale ma i ricercatori non si stancano mai di approfondirle tutte una per una. Una delle differenze analizzate recentemente è quella che suggerirebbe che le donne sono in grado di ricordare i discorsi autobiografici con più facilità degli uomini. Una ricerca condotta dall’Università di Boston alla quale presero parte un totale di 108 studenti (60 donne e 48 uomini) lo confermerebbe.
Ai partecipanti venne chiesto che descrivessero alcuni episodi passati della loro vita: il ricordo più vecchio, un ricordo dell’infanzia, una esperienza di apprendimento, un ricordo che ha influito in modo determinante nella formazione della loro personalità (quella che è conosciuta come memoria di autodefinizione). Naturalmente, le persone più aperte ed espressive dettero maggiori dettagli in merito ai loro ricordi ma ben oltre le caratteristiche personologiche si evidenziarono differenze significative anche in merito al sesso.
Le risposte dei partecipanti hanno evidenziato che le donne sono capaci di ricordare una maggiore quantità di frasi. Perchè questa differenza risulta importante? Perchè all’incirca l’8% delle frasi che utilizziamo quotidianamente provengono dalla memoria autobiografica, e questo indica che, una ogni cento parole può attivare qualche ricordo; ma la percentuale dei ricordi potrebbe essere maggiore tra le donne dato che queste hanno maggiore memoria per i discorsi e le conversazioni.
Ely e Ryan, gli autori dello studio, assicurano che la differenziazione si origina nella più tenera età quando i genitori, dovuto a cartteristiche culturali, sono infaticabili oratori con le femmine ma meno loquaci con i maschi.
Nonostante, è emerso un altro risultato curioso: tanto per gli uomini come per le donne quando esistono ricordi sgradevoli o negativi, le frasi si mantengono intatte nella memoria, ciò che definiremmo: “marcate a fuoco”.
Fonti:
Ely, R. & Ryan, E. (2008) Remembering talk: Individual and gender differences in reported speech. Memory, 16(4): 395-409.
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