
Viviamo nell’era dell’immediatezza. Vogliamo risposte immediate, spedizioni in 24 ore e risultati visibili entro pochi giorni. Ci siamo talmente abituati alla gratificazione immediata che tutto ciò che richiede tempo sembra un’anomalia, la prova che qualcosa non funziona.
Se non impariamo una lingua in tre mesi, se la nostra attività non decolla entro il primo anno, se non troviamo l’amore dopo qualche appuntamento o se non perdiamo peso in un mese, ci convinciamo che stiamo sprecando il nostro tempo. Ma se ciò che stiamo perdendo fosse la prospettiva?
Perché vogliamo tutto e subito?
Secondo lo psicologo Daniel Kahneman, il nostro cervello funziona con due sistemi: uno veloce, intuitivo ed emotivo, e uno più lento, più ponderato e analitico. Il problema è che in un mondo in cui l’immediatezza è diventata la norma, ci siamo abituati a fare affidamento quasi esclusivamente sul primo.
Vogliamo certezze senza riflettere, soluzioni senza un processo e risultati con poco sforzo. E quando non otteniamo subito ciò che vogliamo, è normale sentirsi ansiosi o addirittura pensare di aver fallito.
D’altro canto, siamo anche vittime dell’impazienza. Tendiamo ad avere un pregiudizio chiamato “sconto iperbolico” che ci porta a sopravvalutare le ricompense immediate rispetto a quelle future. Di conseguenza, spesso preferiamo un piccolo profitto oggi piuttosto che uno più grande tra un anno. In altre parole, applichiamo il detto “meglio un uovo oggi che una gallina domani“.
Questi sono i motivi principali per cui sempre più persone abbandonano un progetto quando non vedono risultati in tempi rapidi o perché hanno difficoltà a risparmiare per il futuro. Il nostro cervello vuole risultati, e li vuole subito.
Tuttavia, le cose più preziose raramente vengono costruite in fretta.
Il potere cumulativo dei piccoli passi
Confucio disse: “Non importa quanto lentamente vai, l’importante è non fermarti“. Ciò di cui dovremmo davvero preoccuparci è di non fare progressi. Essere paralizzati dalla frustrazione o dalla paura di fallire. La sensazione di “è troppo tardi per me“o “non funziona” può condannarci all’inazione, quando in realtà il progresso non è sempre visibile nel breve termine, ma avviene piuttosto sotto la superficie in modo cumulativo.
Come disse Thomas Edison: “Non ho fallito. Ho trovato 10.000 modi che non funzionano.” La chiave non è la velocità, ma la direzione. Un piccolo passo nella giusta direzione vale più di una corsa frenetica senza meta.
Avanzare lentamente non significa restare fermi. Infatti, i piccoli passi spesso portano a risultati straordinari nel tempo. Non è sempre necessario compiere sforzi sovrumani in poco tempo, ma è importante essere costanti e non arrendersi.
Scrivere una pagina al giorno può trasformarsi in un libro in un anno. Fare esercizio fisico mezz’ora al giorno può trasformare la tua salute in pochi mesi. E dedicare qualche minuto ogni giorno a coltivare una relazione può rafforzarla in modo profondo e duraturo. L’importante è non fermarsi.
La sicurezza di muoversi lentamente: meno vertigini, più coerenza
I cambiamenti radicali spesso ci seducono con la promessa di risultati immediati. Vogliamo cambiare la nostra vita da un giorno all’altro: lasciare un lavoro, trasferirci in un altro paese, iniziare una relazione o adottare un nuovo stile di vita. Ma questi cambiamenti improvvisi, sebbene entusiasmanti, possono generare vertigini travolgenti. In molti casi, l’incertezza che portano con sé ci lascia così disorientati che finiamo per rifugiarci nella sicurezza di ciò che sappiamo essere rifugio nella nostra zona di comfort.
Al contrario, i piccoli passi creano un percorso più sicuro. Avanzare gradualmente ci permette di metabolizzare i cambiamenti, cioè di assimilarli e di prepararci a ciò che verrà. I piccoli passi ci danno l’opportunità di adattarci, imparare e costruire una solida base per il passo successivo. In questo modo non ci lasciamo sopraffare, ma andiamo avanti con un maggiore senso di controllo e sicurezza.
È come salire una scala: se lo facciamo un gradino alla volta, è meno probabile che cadiamo.
Al contrario, la velocità ci destabilizza. Quando andiamo di fretta, è facile perdere di vista i dettagli, commettere errori o prendere decisioni impulsive di cui poi ci pentiamo. I piccoli passi, invece, ci permettono di riflettere, di correggere la rotta e di fare in modo che ogni scelta sia in linea con i nostri valori e obiettivi.
Dimentica la velocità, concentrati sulla direzione
In un mondo che ci spinge a correre e loda l’immediatezza, forse l’atto più rivoluzionario è muoversi al nostro ritmo. Non aver paura di procedere lentamente perché il progresso, per quanto piccolo, ti avvicina a dove vuoi arrivare. E finché continuerai a muoverti, anche a passo di lumaca, costruirai qualcosa di prezioso.
Quindi la prossima volta che senti la pressione dell’immediatezza, ricorda: la vita non è uno sprint, ma una maratona. E nelle maratone, ciò che conta non è chi arriva primo, ma chi ha la determinazione di continuare a correre.
Quindi, se hai la sensazione di non muoverti abbastanza velocemente, fermati un attimo, fai un respiro profondo e ricorda: va tutto bene. La cosa importante è sapere in quale direzione si sta andando e fare piccoli passi che ti conducano al tuo obiettivo.
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