
Tutti quelli che hanno avuto l’opportunità di avvicinarsi a un Ospedale Psichiatrico sanno che, normalmente, vi si trova sempre almeno una persona che è convinta di essere Gesù Cristo. Questo è sicuramente dovuto, in parte, al fatto che la figura di Cristo ha sempre richiamato l’attenzione, ma…cosa accadrebbe se un giorno nello stesso luogo si incontrassero tre persone che affermano di essere Gesù?
Durante gli anni ’50 del secolo scorso è accaduto che tre “Messia” coesistessero (o li fecero coesistere) nell’Ospedale Statale di Ypsilanti. La coincidenza destò tanto interesse che Milton Rokeach, lo psichiatra che seguiva i casi, scrisse addirittura un libro sul tema: “I Tre Gesù di Ypsilanti”.
Questi casi risultano essere soprendenti dato che i deliri, parlando in termini psicologici, non sono semplici errori ma piuttosto si basano in credenze patologiche che riflettono una comprensione deformata della realtà e per questo motivo, in teoria, sarebbero suscettibili di cambiamento a partire dal confronto con certi aspetti contrastanti propri dell’ambiente circostante. Ma come sappiamo bene, la teoria non corrisponde sempre alla realtà, così questa storia seguì un percorso diverso.
Chi erano questi uomini che si credevano di essere Gesù?
Leon Gabor era cresciuto a Detroit. Suo padre abbandonò la famiglia e sua madre era una fanatica religiosa, tanto che passava giornate intere a pregare in chiesa mentre i suoi filgi erano abbandonati a se stessi. Gabor iniziò il Seminario ma subito dopo si arruolò nell’esercito. All’età di 32 anni iniziò a sentire voci che gli dicevano che lui era Gesù. Venne internato nell’ospedale psichiatrico di Ypsilanti all’età di 38 anni.
Clyde Benson era cresciuto in Michigan. All’età di 24 anni morì sua moglie e tutti i suoi parenti. In seguito si risposò ma dal momento che era ormai alcolizzato, diventò sempre più violento fino a quando un giorno perdette tutti i sui amici e le sue proprietà. Fu allora quando iniziò a credere di essere Gesù. Venne internato nello psichiatrico all’età di 70 anni.
Joseph Cassel era nato in Quebec. Possedeva forti tratti da misantropo. Si immerse completamente nella scrittura di un libro e in seguito iniziò a manifestare i primi sintomi di follia, pensando che le persone intorno a lui volessero avvelenarlo. All’età di 29 anni iniziò a delirare credendo di essere il figlio di Dio. Venne internato nell’ospedale all’età di 58 anni.
Rokeach si dedicò immediatamente al compito di verificare i limiti dell’identità, e per fare questo mise i tre Messia uno di fronte all’altro. Inventò dei messaggi che mettevano in dubbio la loro identità e ricorse anche alla terapia psicoanalitica, ma come si può immaginare indipendentemente dai tentativi, alcuni dei quali anche poco etici, non si evidenziarono cambiamenti significativi ma piuttosto le credenze si accentuarono.
Come potevano questi pazienti spiegare l’esistenza di tre Messia? Molto semplice: due di loro affermavano che gli altri fossero dei pazzi, mentre un terzo credeva fermamente che gli altri Messia fossero morti.
Dopo due anni di convivenza i deliri dei Messia cambiarono di poco e realmente l’apporto del caso alla scienza fu molto scarso, per non dire nullo, ma il libro continua a rappresentare un viaggio interessante nella follia umana dei tre uomini (o quattro?). Finalmente Rokeach conclude con una frase che esprime non solo le sue conclusioni scientifiche ma anche il suo stato d’animo: “Le mie credenze sono la mia identità”.
Fonti:
Bell, V. (2010, mayo) Jesus, Jesus, Jesus. In: Slate Magazine.
Schneider, R. U. (2009) A trinity of Chrits. In: Mad Science Experiments.
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