“La persona stupida è il tipo di persona più pericolosa che esista”, scrisse lo storico Carlo Cipolla. Le situazioni limite o eccezionali lo dimostrano. Un comportamento sensibile, intelligente e ponderato può tenerci a galla e aiutarci a resistere alla tempesta, ma un comportamento sciocco, stupido e impulsivo può sicuramente farci affondare nel bel mezzo dell’uragano.
Dato che siamo esseri sociali dobbiamo tenere conto dei comportamenti degli altri. A volte, come diceva Juan Rulfo, “ci salviamo insieme o affondiamo”. In queste condizioni, quando i vincoli sono essenziali per evitare il disastro, i comportamenti stupidi possono pericolosamente ribaltare la bilancia.
Cos’è la stupidità umana?
Cipolla riesce a eludere la soggettività analizzando le relazioni umane in termini di guadagni e perdite. Quindi separa la stupidità umana dalle aspettative individuali offrendo una definizione più obiettiva della stessa. Egli ritiene che “una persona stupida è una persona che provoca danni a un’altra persona o gruppo di persone senza ottenere, allo stesso tempo, un profitto per se stessa”.
Spiega anche che ci sono comportamenti enormemente stupidi: “ci sono persone che, con le loro azioni inverosimili, non solo causano danni ad altre persone, ma anche a se stesse”. A differenza del cattivo, che può danneggiare gli altri a proprio vantaggio, i comportamenti stupidi causano solo danni all’ambiente e provocano il caos. Pertanto, nessuno ci guadagna. È un comportamento senza senso.
Insomma, per classificare il comportamento come stupido, potremmo fare riferimento a tre condizioni:
1. Mancanza di praticità. La persona sa cosa sta facendo, ma lo fa in modo sbagliato. Il suo comportamento non è né pratico né funzionale, non è una risposta efficace alla situazione, quindi non solo non risolve il problema, ma ne crea altri.
2. Miopia metacognitiva. Questo concetto dello psicologo Klaus Fiedler si riferisce all’incapacità della persona stupida di analizzare il suo pensiero. Questa persona non è in grado di analizzare il suo processo di ragionamento, non può fare inferenze oltre gli elementi dati, quindi è perfettamente stupida.
3. Ignoranza motivata. La persona stupida sceglie l’ignoranza motivata più o meno consapevolmente; cioè, rifiuta di sapere di più, di approfondire e di cercare di capire. Nonostante ciò, poiché ha un ego enorme, spesso finisce in situazioni che richiedono maggiori abilità e conoscenze di quante ne possiede. Il risultato è un disastro.
Stupidità al potere
Le persone stupide possono causare danni enormi. Cipolla spiegava che “alcuni stupidi di solito causano solo danni limitati, ma ce ne sono altri che finiscono per causare danni terribili, non solo a uno o due individui, ma a comunità o intere società”.
“La capacità di fare del male che ha una persona stupida dipende da diversi fattori”, uno di questi è “la posizione di potere o autorità che occupa nella società. La capacità di danneggiare gli altri è pericolosamente amplificata dalla posizione di potere che occupa”, diceva.
Infatti, non è insolito che le persone con un ego eccessivo e una scarsa conoscenza raggiungano posizioni di potere da cui possono prendere decisioni terribili che trascinano con sé coloro che direttamente o indirettamente dipendono da loro.
Perché succede questo?
“Il problema dell’umanità è che gli stupidi sono sicuri di tutto e gli intelligenti sono pieni di dubbi”, diceva Bertrand Russell. Le persone più intelligenti sono consapevoli dei loro limiti e sono spesso riluttanti a esercitare il potere, motivo per cui questo cade nelle mani di persone più audaci, ma con minori capacità, intelligenza e conoscenza.
Nelle sue leggi fondamentali della stupidità umana, Cipolla spiega che le persone più intelligenti e razionali tendono a sottovalutare il potenziale nocivo delle persone stupide. “Le persone stupide sono pericolose e funeste perché le persone razionali hanno difficoltà a immaginare e comprendere i comportamenti stupidi”, aggiunge. “Generalmente, l’attacco ci prende di sorpresa anche quando è atteso e non è possibile organizzare la difesa.”
I comportamenti stupidi non seguono una logica razionale, rendendo difficile anticiparli. Quindi non è insolito che molte persone finiscano risucchiate nella spirale distruttiva della stupidità sul loro cammino.
Come proteggerti dalle persone stupide?
Quando la vita ci mette con le spalle al muro come società, specialmente in tempo di crisi, guerre e pandemie, la stupidità umana emerge in tutto il suo splendore. Sfortunatamente, a volte non possiamo fare molto per combatterla. È estremamente difficile dialogare con la stupidità. Tuttavia, possiamo fare in modo di non partecipare alla stessa.
“L’intelligenza e la stupidità non sono l’opposto l’una dell’altra, né la stupidità è la mancanza di intelligenza, piuttosto l’intelligenza è il prodotto, più o meno fallito, di una serie continua di tentativi di dominare, o sfuggire, alla stupidità che costituisce tutto ciò che è umano”, scriveva Matthijs Van Boxsel.
Ciò significa che possiamo comportarci tutti stupidamente in determinate circostanze. Uno studio dell’Università di Oulu ha rivelato che credere di essere troppo intelligenti può offuscare il nostro ragionamento e indurci a prendere decisioni dannose per noi stessi e gli altri.
Pertanto, dobbiamo mantenerci liberi dall’influenza tossica di un ego eccessivo accompagnato da miopia metacognitiva. Possiamo raggiungere questo obiettivo sviluppando un pensiero critico, ma anche umile ed empatico. Chiedendoci sempre prima di prendere una decisione non solo cosa è buono per noi, ma anche cosa è buono per gli altri.
Fonti:
Dutton, E. & der Linden, D. (2015) Who are the “Clever Sillies”? The intelligence, personality, and motives of clever silly originators and those who follow them. Intelligence; 49: 57-65.
Fiedler, K. (2012) Meta-Cognitive Myopia and the Dilemmas of Inductive-Statistical Inference. Psychology of Learning and Motivation; 57: 1-55.
Perkins, D. N. (2002) The engine of folly. En R. J. Sternberg (Ed.), Why smart people can be so stupid (64–85). Yale University Press.
Cipolla, C. M. (1988) Allegro ma non troppo. Barcelona: Crítica.
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