Albert Einstein disse una volta che: “è più facile disintegrare un atomo che un pregiudizio.” Ed è vero, soprattutto perché molto spesso non siamo coscienti del pregiudizio in questione, ma questo determina i nostri atteggiamenti ed i comportamenti. Perché?
I pregiudizi, le credenze ed i costumi fanno parte della nostra visione del mondo, un paradigma attraverso il quale analizziamo le diverse situazioni e rispondiamo alle stesse. I paradigmi tendono ad avere rilevanza sociale; cioè, racchiudono le esperienze, le credenze ed i valori condivisi da un determinato gruppo.
Ovviamente, una volta che stabilito è piuttosto complicato ottenere un cambiamento di paradigma, perché si tratta di un sistema stabile di valori e pensieri costruito negli anni o addirittura nei decenni. Ogni paradigma è un insieme di costumi che la persona dovrebbe seguire se desidera essere accettata all’interno di un certo gruppo. Spesso questi costumi non vengono spiegati o giustificati, ma sono semplicemente tramandati di generazione in generazione, e tanti li seguono senza capirne il perché. Quando viene chiesto loro l’origine e la ragione del comportamento, semplicemente dicono che “si è sempre fatto così”.
Infatti, il paradigma è spesso una “camicia di forza” così stretta che la maggior parte delle persone non si chiede neppure se le cose potrebbero venire fatte in un’altro modo.
L’origine del paradigma
Molti dei costumi che oggi manteniamo risalgono a diversi secoli fa, quando in realtà avevano un significato. A quel tempo, questi comportamenti avevano una loro logica e rispondevano al pensiero corrente. Prendiamo come esempio la corrida. Tutto risale all’antica Roma, quando nelle arene si liberavano dei tori perché una persona appartenente ad una famiglia nobile potesse mostrare il suo coraggio e abilità come cacciatore.
Veniva scelto proprio un toro perché era l’animale che veniva normalmente sacrificato per placare gli dei, molto prima che si imponesse la religione cattolica, ovviamente. Inoltre, questi spettacoli servivano anche ad intrattenere la popolazione e prevenire le rivolte, e quindi avevano un duplice scopo: religioso e politico.
Questa tradizione venne esportata all’antica Hispania (attuale Spagna), dove la passione per la corrida si rafforzò. Oggi i motivi che originarono tale intrattenimento non esistono più e questa attività non corrisponde per nulla ai valori che fondano gran parte della nostra società, ma molte persone si aggrappano tuttavia alla tradizione, senza sapere neppure come si originò.
Perché il paradigma resta?
In primo luogo, il paradigma si mantiene perché il gruppo agisce da agente repressore. Cioè, le persone intorno a noi seguono le tradizioni e impongono alcune regole implicite in modo che se qualcuno non le segue, viene isolato. E dal momento che alla maggior parte delle persone risulta difficile rinnegare il gruppo, soprattutto se questo è importante (come la famiglia, il gruppo di amici, la squadra del cuore, la fede religiosa, un partito politico, etc.), preferiscono adattarsi al paradigma e seguire i costumi imposti.
Inoltre, vi sono casi nei quali le persone hanno interiorizzato talmente tanto queste tradizioni che esse diventano parte della loro identità. Ciò implica che senza tradizioni si sentirebbero perduti, si vedrebbero costretti a ricostruire una parte della loro identità. E questo processo può essere doloroso, così preferiscono rimanere nella loro zona di comfort. Dopo tutto, “si è sempre fatto così“.
Un curioso esperimento realizzato in passato ci spiega come nasce un paradigma. Dovete sapere che alcuni anni fa si sono presi dei primati, quindi sono stati messi in una gabbia all’interno della quale si trovava una scaletta di legno e appeso in alto sopra la stessa si trovava un casco di banane. Quando una delle scimmie saliva la scaletta per raggiungere le banane le altre a terra ricevevano una doccia gelata.
Dopo varie docce gelate, le scimmie a terra iniziarono a innervosirsi, e da quel momento in poi la prima di loro che si azzardava anche solo a salire la scala veniva assalita dalle altre che la malmenavano pesantemente, e questo rappresentava un monito per tutte le altre. A questo punto i ricercatori sostituirono la scimmia malmenata con una nuova, la quale ovviamente non sapeva nulla, e tentava di salire la scaletta ricevendo subito un sacco di botte dalle altre prima che arrivasse la doccia gelata su di loro.
Dopo un tempo, quando tutte le scimmie furono sostituite una dopo l’altra e quindi non sapevano nulla di come fosse iniziata la storia, ogni volta che si introduceva una scimmia nuova e questa si avvicinava alla scaletta veniva assalita da tutte le altre, le quali però non sapevano il perché. Semplicemente, ogni nuova arrivata ripeteva ciò che aveva visto fare a tutte le altre del gruppo. Era nato così un paradigma.
La morale della storia è che: non sempre ha senso fare le cose come sono sempre state fatte.
I grandi cambiamenti a livello sociale avvenirono quando un particolare gruppo trovò il coraggio di sfidare il paradigma prevalente proponendo un nuovo modello, quando si ebbe il coraggio di andare oltre le abitudini. Tuttavia, a livello personale, è anche importante guardarsi dentro e chiedersi se quella tradizione, abitudine o modo di comprendere il mondo abbiano veramente senso.
Alcune domande che vi guideranno:
– La vostra visione del mondo vi rende felici?
– La vostra visione della vita è vostra o vi è stata imposta da chi vi sta intorno?
– Gli stereotipi ed i pregiudizi vi causano spesso dei problemi o limitano il
vostro potenziale?
– È veramente efficace questo comportamento?
Ricordate sempre che a volte, per andare avanti, è necessario fermarsi, tornare indietro e cambiare alcune cose.
Lascia un commento