I genitori non possono proteggere i loro figli da tutti i problemi che dovranno affrontare durante tutta la vita, ma possono contribuire a fare in modo che sviluppino uno strumento molto potente: l’autostima.
Infatti, l’autostima del bambino è costruita sulla base del rapporto che ha con i genitori, gli insegnanti e i coetanei. L’autostima è semplicemente l’insieme dei sentimenti che esprime e dipende in gran parte dall’immagine che ha di se stesso e delle sue capacità. Se il bambino si fida delle proprie capacità, ha delle buone probabilità di sviluppare una discreta autostima. Ma se dubita del suo potenziale ed è convinto di sbagliare a fare tutto, non nutrirà sentimenti positivi verso se stesso.
Il compito dei genitori è anche quello di alimentare una sana autostima nel loro bambino, ma spesso, a causa di cattive abitudini o modelli relazionali che hanno imparato a loro volta dai loro genitori, non prestano molta attenzione a questo aspetto e, invece di fare in modo che il bambino si accetti, generano dei sentimenti negativi che lo portano a disprezzarsi.
Come sviluppare l’autostima nei bambini?
1. Trasformarsi in un modello positivo. I bambini imparano in buona parte per imitazione. Con loro non vale la pena il “fai come dico e non fare come faccio”. Se il vostro bambino capisce che siete una persona con una bassa autostima, vi lamentate continuamente e non vi assumete le vostre responsabilità, terminerà per essere uguale a voi. Pertanto, è importante che curiate la vostra autostima. Dopo tutto, siete il suo modello di ruolo.
2. Stabilire dei limiti chiari. I bambini hanno bisogno di regole chiare per crescere. I limiti non solo indicano quanto lontano si possono spingere, ma gli trasmettono anche fiducia e sicurezza, due qualità essenziali per sviluppare una buona autostima. Ma assicuratevi che si tratti di confini logici, sensibili e coerenti.
3. Correggere il comportamento senza ferire la persona. Ci sono diversi modi per correggere un errore: si può rimproverare il bambino o ci si può concentrare sui comportamenti inappropriati. Tuttavia, la cosa più importante è che il bambino capisca che un errore non lo definisce come persona, di conseguenza, non si devono usare frasi come “sei un buono a nulla” o “sbagli sempre tutto”. Concentratevi sul comportamento, non date giudizi di valore sulla persona.
4. Concentrarsi sullo sforzo piuttosto che sul risultato. Quando si intraprende un cammino la cosa importante non è l’obiettivo in sé, ma la persona che siamo diventati nel tentativo di raggiungerlo. Lo sforzo e l’energia che abbiamo investito possono essere anche più importanti del risultato ottenuto. Pertanto, è essenziale valorizzare lo sforzo fatto dal vostro bambino, anche se non è stato in grado di completare l’attività o ha commesso un errore in uno dei passaggi. Alla fine della giornata, piuttosto che avere sviluppato una calligrafia perfetta, è più importante la determinazione che ha mostrato nel tentativo.
5. Amare in modo incondizionato. Se il bambino impara che per ottenere il vostro amore dovrà comportarsi come volete voi la sua autostima in futuro dipenderà dall’approvazione degli altri e lui diventerà una persona senza opinioni proprie. Pertanto, è importante che i bambini ricevano amore incondizionato dai genitori. Ciò non significa che si deve accettare il loro comportamento negativo, ma che lo amate nonostante gli errori che commette e i difetti che ha. Approfittate di ogni occasione per dirgli quanto lo amate e quanto siete orgogliosi di lui.
6. Correggere le loro credenze erronee. Il pensiero dei bambini non segue sempre un filo logico così che a volte può sviluppare delle credenze irrazionali. Se ne scoprite alcune correggetele subito, perché non crescano eccessivamente in futuro. Ad esempio, non lasciate che la sua autostima dipenda direttamente dal suo aspetto fisico o da alcune abilità speciali. Insegnategli ad amarsi così com’è, con i suoi pregi e difetti. Il vostro compito è quello di aiutarlo a giudicarsi in modo più oggettivo così da poter sviluppare un concetto più realistico di se.
7. Stimolare l’assunzione di rischi sani. Non vi è nulla che danneggia di più l’autostima di un’educazione iperprotettiva. Se il bambino non riesce a testare le sue capacità non saprà mai fino a che punto può spingersi e diventerà un adulto timoroso e insicuro. Pertanto, è auspicabile che fin dall’infanzia venga stimolato ad assumersi alcuni rischi in modo tale da permettergli di fare un passo avanti e generare delle nuove opportunità. Dopo tutto, il nostro “io” non è un’entità statica, ma si arricchisce con ogni esperienza.
8. Lasciare che commettano i loro errori. Gli errori possono trasformarsi in lezioni di vita molto efficaci. Ma purtroppo, molti genitori cercano di evitare che i propri figli facciano degli errori e non si rendono conto che così facendo gli precludono l’opportunità d’imparare, di crescere più forti e consolidare la fiducia in se stessi. La chiave sta nel non lasciare che appaia la frustrazione, offritele il vostro aiuto ogni volta che ne ha bisogno.
9. Non esaltare i loro successi. Un’autostima sana non è artificiale, ma si basa su un concetto realistico di sé. Pertanto, non si dovrebbe lodare costantemente il bambino o esaltare i suoi successi, ma prendere atto dei risultati e dello sforzo fatto. Infatti, si è visto che esagerare nella lode può ritorcersi contro di lui finendo per danneggiare la sua autostima. Quindi, se vi piace quello che ha disegnato, diteglielo, ma non esagerate dicendogli che è il miglior pittore del mondo.
10. Dedicargli del tempo di qualità. Il modo migliore per aumentare l’autostima di un bambino è quello di fargli capire che lui è molto importante per voi. E per fare questo dovete trascorrere del tempo con lui. Si tratta dell’unico modo che avete per fargli capire che è importante per voi. Infatti, se non avete tempo in questo momento è meglio che lo diciate subito e che, più tardi, gli dedichiate del tempo di buona qualità. Il bambino deve sentire che anche se non può avere tutta la vostra attenzione per tutto il tempo, vi interessate comunque di lui, delle sue cose e dei bisogni.
Infine, ricordate sempre le parole del sociologo britannico John Ruskin: “Educare un bambino non significa fargli imparare qualcosa che non sapeva, ma fare di lui qualcuno che prima non esisteva”.
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