Inizio la riflessione riprendendo una storia descritta magistralmente dallo psicologo Marx Wertheimer:
Il bambino di 12 anni che chiameremo Giovanni, era, ovviamente, più abile del bambino di 10 anni (Pietro). Giovanni stava vincendo partita dopo partita, fino a che Pietro gettò via la sua racchetta e disse che non avrebbe più giocato. Giovanni rimase perplesso e si arrabbiò un po’. Si era divertito molto fino a quel momento, e soprattutto, stava vincendo. Pietro all’inizio si divertiva, ma presto si sentiva frustrato di perdere in continuazione. Giovanni tentò di convincere Pietro a continuare a giocare, perchè se Pietro smetteva di giocare anche lui avrebbe smesso, e quindi, non poteva neppure continuare a vincere. Improvvisamente gli venne un’idea: “Ho un’idea, giocamo in un’altro modo: vediamo per quanto tempo possiamo mantenre la palla in aria passandocela l’uno all’altro e contando quante volte va e viene senza cadere.” Pietro accettò con piacere e giocarono in questo modo. Pietro si divertì molto di più giocando in questo modo e Giovanni si rese conto che vincere con un bambino più piccolo non era poi un’esperienza tanto soddisfacente.
Che accadde? I due bambini avevano ridefinito come convergente una situazione di interesse divergente.
Sotto molti aspetti le nostre relazioni con gli altri possono essere viste come un gioco nel quale possiamo avere interessi divergenti o convergenti. Se entrambi i bambini si fossero infuriati arrivando all’estremo di non riuscire a comunicare, o se avessero insistito nel desiderio di vincere nella discussione, non sarebbe stato possibile giungere ad un accordo soddisfacente.
In quante occasioni noi ci comportiamo come i bambini della storia? Probabilmente poche volte riusciamo a far convergere gli interessi perchè necessitiamo di uscire dalla nostra prospettiva e ridefinire la situazione in modo tale che entrambi si possa guadagnare.
Come si ottiene questa convergenza? Non intendo offrire una manuale perfetto che come una bacchetta magica offra una soluzione a tutti i conflitti, ma forse alcune idee ci possono risultare utili nel momento di assumere l’una o l’altra strategia:
1. Determinare i motivi che hanno originato il conflitto. Normalmente le cause sono molto varie e non sempre le cause che consideriamo noi coincidono con quelle dell’altro.
2. Valutare le discrepanze e l’interpretazione del conflitto. Ciò che per noi potrebbe sembrare un’opportunità molto vantaggiosa potrebbe non essere recepita nello stesso modo dall’altra persona. Necessitiamo di comprendere come l’altro interpreta la sua posizione nel conflitto e che importanza o significato conferisce allo stesso.
3. Definire gli interessi incompatibili. Se ci troviamo di fronte ad un conflitto, evidentemente esistono interessi dissimili, ma è necessario analizzarli con attenzione dato che molte volte queste apparenti incompatibilità si riferiscono solo a punti non essenziali della situazione, che possono essere facilmente sormontati per poter giungere ad una soluzione buona per entrambi.
4. Definire i punti in comune. È di importanza vitale trovare un punto d’incontro, un obiettivo comune che marchi l’interdipendenza tra le parti. Questo sarà il motivo che condurrà entrambi alla comunicazine facilitando il tentativo di giungere ad un accordo.
5. Essere empatici. Che soluzione ti farebbe piacere se ti trovassi al posto dell’altra persona? Come può questa soluzione soddisfare le tua aspettative? Che benefici potrai ottenere da questa soluzione? Quali aspetti della soluzione si dovrebbero variare per incontrare un punto intermedio che soddisfi entrambi?
6. Fare il primo passo. Per giungere ad un accordo comune e convergente è imprescindibile che vi sia fiducia reciproca. Fare il primo passo dimostra che siete disposti a cedere sotto alcuni aspetti e motiverà l’altro a riconsiderare la sua posizione.
7. Fate notare chiaramente i benefici che otterrà l’altro se si mettono in pratica le soluzioni che proponete. Anche se ultima questa idea non è meno importante, alcune volte non ho ottenuto dei buoni risultati per aver trascurato questo punto. Evidenziare il comune guadgno è fondamentale per poter giungere ad un accordo.
Per riuscire a ridefinire le situazioni conflittuali necessitiamo di coordinare le preferenze, intenzioni e aspettative di entrambe le parti e, su queste basi, riconsiderare la situazione e le possibili soluzioni. Trovare una soluzione congiunta è possibile solo se siamo disposti a cedere sotto alcuni aspetti e se ci dimentichiamo i ruoli di vincitore e perdente. Pensare in termini di: “guadagnare il più possibile” e “cedere meno terreno possibile” sono atteggiamenti che non aiutano a ridefinire la situazione; sono mal percepiti dall’altro, rendendo quasi impossibile giungere ad un accordo. Prima di seguire le idee che ho elencato prima dovremmo riconsiderarci come persone e smettere di assumere le relazioni interpersonali come interazioni competitive apprendendo a relazionarci con gli altri manifestando sempre il rispetto che tutti meritano.
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