Negli ultimi secoli la scuola si è trasformata sostanzialmente in un serbatoio di informazioni, un mero strumento di trasmissione del sapere che l’umanità ha accumulato nel tempo. Così, a scuola apprendiamo matematica e fisica, geografia e storia, ma non ci vengono trasmesse le lezioni veramente importanti, non veniamo preparati per la vita.
Infatti, la scuola diventa spesso semplicemente uno strumento per limitare la nostra mente. Invece di valorizzare il pensiero autonomo e la ricerca della conoscenza, la didattica scolastica consiste in una serie di ricette fatte di leggi e teoremi antichi da imparare a memoria. In questo modo, si rischia di perdere alcune delle nostre competenze più preziose come la creatività e l’immaginazione.
E mentre apprendiamo teoremi e decimali, mentre sviluppiamo il pensiero logico, alcune delle nostre capacità più importanti vengono trascurate. È come se contrattassimo un giardiniere per il nostro giardino e questo si occupa solo della potatura delle piante, dimenticando che queste devono anche essere innaffiate, nutrite e protette. In questo modo è molto improbabile che il giardino cresca e prosperi, al massimo, potrà sopravvivere.
La scuola dovrebbe aprirci nuove finestre attraverso le quali vedere il mondo, non chiuderne
1. Negoziare. Nelle scuole convenzionali non vi è praticamente spazio per la negoziazione, è l’insegnante che decide tutto. Così si trasmette l’idea che ci sono vincitori e vinti, persone che comandano e altre che devono solo rispettare le regole senza porsi delle domande; quindi non sorprende che, da adulti, affrontiamo le relazioni in termini di vittorie/sconfitte. Tuttavia, la capacità di negoziare è di vitale importanza, non solo per ottenere uno sconto nel prezzo, ma anche per relazionarci evitando gli attriti sociali. Vi è un abilità che potrebbe risparmiarci molti mal di testa e attacchi di rabbia: imparare a concentrarci sui punti in comune piuttosto che aumentare le disparità.
2. Seguire una passione. Una delle parole d’ordine della scuola, e anche una delle più ascoltate durante tutta la nostra vita come studenti è: “dovere”. Ci viene insegnato fin dalla tenera età che ci sono cose che ‘devono’ essere fatte, anche se non ci piacciono. In questo modo viene soffocato completamente il nostro senso della felicità, ci viene fatto credere che il dovere è sempre in contrasto con il piacere. Pertanto, non è raro che la maggior parte delle persone facciano un lavoro che non gli piace e vivano una vita che non le soddisfa. Nessuno ci insegna che quando troviamo la nostra passione, ciò che veramente ci motiva e che sappiamo fare bene, prima o poi termina per diventare il nostro lavoro e una grande fonte di soddisfazione per noi.
3. Accettare l’errore. La scuola penalizza duramente gli errori, trasmette l’idea che sbagliare non vada bene. Giudizi scolastici non tengono in considerazione lo sforzo o la persona, ma solo successi ed errori. Non c’è da stupirsi se dopo diversi anni si provi una vera e propria repulsione per gli errori. Infatti, alcune persone non riescono ad andare avanti perché la paura di sbagliare ha soffocato la loro motivazione. Ad ogni modo, nella vita reale la maggior parte dell’apprendimento passa attraverso tentativi ed errori; facciamo degli errori per imparare. Pertanto, gli errori ci dicono semplicemente che siamo un passo più vicini al raggiungimento del nostro obiettivo, perché abbiamo escluso un percorso. Gli errori sono lezioni che ci permettono di crescere, non pesanti pietre da trascinare che generano solo sensi di colpa.
4. Gestire le emozioni. La società nel suo complesso non ci insegna a gestire le emozioni, ma piuttosto a nasconderle o reprimerle. Quando cataloghiamo le emozioni come positive o negative, desiderate o indesiderate, assumiamo che qualcosa non va in noi, come quando ci arrabbiamo, o quando ci sentiamo tristi. La demonizzazione di qualche emozione e l’esaltazione della Psicologia Positiva, hanno fatto sentire molte persone inadeguate. Tuttavia, le emozioni fanno parte di noi e non sono positive o negative, sono semplicemente indicatori e, come tali le dobbiamo considerare. Ciò che conta non è la reazione emotiva, che in molti casi è automatica, ma il modo in cui gestiamo la tristezza o la rabbia che ne conseguono. Riconoscere e imparare a canalizzare le nostre emozioni è una capacità essenziale che pochissime persone riescono a sviluppare, ma che determinerà tutta la nostra vita.
5. Affrontare le avversità. Prima o poi, le avversità bussano alla nostra porta. Quando ciò accade è meglio essere preparati. Ma nessuno ci ha insegnato ad affrontare i problemi o ci ha detto che ogni crisi rappresenta anche un’opportunità. La resilienza è la capacità fondamentale di non crollare uscendo rafforzati dai problemi; ma è qualcosa che impariamo per caso, dopo aver sofferto e fallito nella vita. Tuttavia, è stato osservato che le persone che hanno percepito sin dall’inizio i problemi come delle opportunità di crescita affrontano meglio gli ostacoli. Infatti, uno studio realizzato presso l’ospedale del King’s College di Londra, ha rivelato che, nelle stesse condizioni cliniche, le persone che affrontano il cancro con un atteggiamento fatalistico e di impotenza hanno una prognosi peggiore rispetto a quelle che mostrano uno spirito combattivo e si comportano in modo resiliente.
6. Motivarsi. La scuola ci incoraggia ad usare la forza di volontà. Ma nessuno ci ha mai detto che è una risorsa limitata. Un esperimento molto interessante condotto presso l’Università di Utrecht lo dimostra. In questo caso, alcune persone a dieta sono state sottoposte ad un test psicologico estenuante, che ha richiesto una grande quantità di forza di volontà e autocontrollo. In seguito sono stati dati loro diversi alimenti tra cui scegliere. Chi aveva esaurito la forza di volontà ha scelto spesso alimenti ad alto contenuto calorico, chi invece aveva passato il test in modo più semplice e rilassato scelse alimenti più sani. Quindi, piuttosto che scommettere sull’autocontrollo e la forza di volontà dovremmo piuttosto imparare a motivare noi stessi, trovare delle buone ragioni per aiutarci a mantenere il cammino, soprattutto quando questo si fa difficile.
7. Cercare l’equilibrio. La scuola ci insegna a lavorare duro per ottenere voti migliori. Ma non ci insegna come equilibrare il resto delle sfere della nostra vita per sentirci più soddisfatti. Quindi non sorprende che ci siano delle persone che si dedicano completamente al lavoro, che non hanno tempo libero e trascurano le loro famiglie. Quando non abbiamo il senso dell’equilibrio, non siamo in grado di stabilire delle priorità e rischiamo di trascurare proprio i settori della vita che possono darci più soddisfazione. Ad ogni modo, vivere in modo equilibrato è essenziale per essere felici e sviluppare appieno le nostre capacità. Altrimenti ci trasformiamo in una versione triste di ciò avremmo potuto essere.
8. Provare gratitudine. La gratitudine è un segreto ben custodito, è una delle strade che porta direttamente alla felicità, anche se la maggior parte delle persone la sottovaluta. Quando siamo in grado di sperimentare ed esprimere gratitudine siamo molto più felici. Non si tratta semplicemente di dire grazie quando qualcuno ci fa un favore, che è ciò che ci viene insegnato a scuola, ma di cercare attivamente delle ragioni per cui essere grati. Si tratta di imparare a concentrarci su ciò che abbiamo, piuttosto che lamentarci per quello che non abbiamo, imparare ad apprezzare le piccole cose ed essere grati per queste.
9. Valorizzare il tempo. Il tempo è il bene più prezioso che abbiamo, ma, curiosamente, è anche qualcosa che sprechiamo con sorprendente facilità. Naturalmente è facile dimenticarne il valore quando ogni giorno la scuola ci trasmette dei contenuti che non ci interessano o che non hanno delle applicazioni pratiche. Ma quando iniziamo a pensare in termini di tempo, le nostre vite possono fare un cambiamento radicale, perché siamo in grado di dare ad ogni cosa il giusto peso. Sapere come organizzare e pianificare il tempo ogni giorno è una delle competenze più importanti che si possono sviluppare durante tutta la nostra vita, ma tutto inizia dalla consapevolezza dell’enorme importanza e del valore del tempo.
10. Scoprirsi. Nel corso degli anni recitiamo diversi ruoli sociali, siamo amici, genitori, professionisti, vicini di casa … Così è facile che perdiamo la nostra identità, dimenticando quali erano i nostri sogni e le nostre aspirazioni. Infatti, non è raro che uno dei ruoli sociali che recitiamo ogni giorno finisca per crescere tanto da appropriarsi del nostro “io”, indebolendolo. Ma per vivere pienamente è necessario essere in sintonia con il proprio “io” più intimo, che continua coltivando delle passioni meravigliandosi della vita. Se perdiamo questo “io”, se permettiamo che l’atrofia e i ruoli sociali ci dettino cosa dobbiamo fare, stiamo semplicemente scavando la nostra tomba.
Fonti:
Witt, J. C.; Evers, C. & Ridder, D. T. (2012) License to sin: Self-licensing as a mechanism underlying hedonic consumption. European Journal of Social Psychology; 42(4): 490-496.
Taylor, S. E.; Lichtman, R.R. & Wood, J.V. (1984) Attributions, beliefs about control and adjustment to breast cancer. Journal of Personality and Social Psychology; 46: 489-502.
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