
Da alcuni anni a questa parte i videogiochi a contenuto violento vengono messi in discussione. Numerosi studi suggeriscono che questa forma di intrattenimento generi aggressività e comportamenti violenti, mentre altri considerano che il legame non sia così evidente e che, addirittura, questo genere di giochi potrebbero anche ridurre la violenza servendo come una sorta di valvola di sfogo.
Uno studio molto interessante realizzato recentemente, potrebbe definitivamente mettere la parola fine a questa diatriba: secondo i ricercatori dell’Università del Lussemburgo gli effetti del videogioco violento dipendono dal ruolo che assume il giocatore.
Questi ricercatori reclutarono 60 persone, tra cui 20 donne, perché giocassero 15 minuti ad un videogioco particolarmente violento. Ad alcuni venne assegnato il ruolo del bravo ragazzo, Batman, mentre altri presero la parte del cattivo, il Joker. Prima che iniziasse la partita, i ricercatori si assicurarono che le persone conoscessero bene le caratteristiche del loro personaggio e che provassero un poco di empatia per questo.
Per raggiungere questo grado di identificazione sono stati invitati a leggere un riassunto che dichiarava che Batman proveniva da una famiglia che lo amava mentre il Joker da una famiglia disfunzionale che aveva abusato di lui durante la sua infanzia. Dopo aver giocato, i partecipanti dovettero guardare una serie di volti che apparivano sullo schermo del computer e dovettero indicare se sembravano ostili.
Alcune delle facce erano effettivamente ostili, mentre altre erano neutrali. Il dato interessante fu che le persone che giocarono nel ruolo del Joker tendevano a percepire più ostilità nei volti, anche nelle gradi folle.
Ma non è tutto. A queste persone venne anche applicata ciò che si conosce come: “la tecnica della lettera perduta.” Mentre uscivano dal laboratorio veniva fatta loro trovare sul pavimento una lettera con un indirizzo che indicava il nome di uno dei ricercatori. Coloro che giocarono nel ruolo di Batman mostravano sei volte in più la maggiore disponibilità a consegnare la lettera ai ricercatori mentre chi aveva personificato il Joker la ignorava nella maggior parte dei casi.
Certo, questi risultati sono molto interessanti perché indicano senza ombra di dubbio che veniamo contagiati dal personaggio che personifichiamo. Pertanto, l’impatto dei videogiochi sul nostro comportamento non dipende tanto dalle azioni commesse durante il gioco ma piuttosto dagli obiettivi delle stesse.
Fonte:
Happ, C.; Melzer, A. & Steffgen, G. (2013) Superman vs. BAD Man? The Effects of Empathy and Game Character in Violent Video Games. Cyberpsychology, behavior and social
networking; 16 (10): 774-778.
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