Negli ultimi anni si è parlato dell’apparizione di un terzo sesso: il sesso neutro.
La discussione è stata originata dalla notizia riportata dai giornali nei primi mesi del 2010: Norrie May-Welby nacque con sesso maschile, ma dal momento che non si sentiva a suo agio nel corpo di un uomo, all’età di 28 anni si sottopose ad una operazione di cambio di sesso, ottenendo così di trasformarsi in una donna…ma con il passare del tempo non si sentiva a suo agio neppure nel nuovo corpo. A questo punto chiese, ed ottenne, di essere considerato dalla legge come individuo di sesso neutro.
Al momento Norrie ha 49 anni; nato nel Regno Unito è in Australia dove ha potuto ottenere la nuova sessualità.
Si afferma che dopo vari esami, nessuno specialista è stato in grado di determinare il genere a cui appartiene Norrie (e questo mi ricorda come negli anni passati erano i medici che determinavano a quale genere sarebbero appartenuti per tutta la vita coloro che nascevano come ermafroditi).
Norrie afferma che si sente a suo agio ora (non sappiamo però per quanto tempo ancora, dato che clinicamente parlando non è possibile ovviare all’operazione di cambio di sesso a cui si è sottoposto e dopo della quale sembra essersi pentito) e per lui si è inventato anche il termine: “zie”, per non utilizare gli articoli inglesi “he” o “she” (lui o lei).
Alcuni segnalano che questa categoria sia davvero innovatrice dato che quando alla nascita non è possibile determinare con precisione il sesso di alcuni neonati, questi si potrebbero collocare nella categoria sesso neutro, almeno fino a quando crescendo la persona non dimostri la preferenza per un sesso o l’altro. Personalmente, considero questa idea abbastanza irrealizzabile, dato che ci comportaimo da uomini o da donne non solo grazie agli ormoni che produce il nostro corpo, ma anche condizionati dall’educazione che abbiamo ricevuto e dall’ambiente nel quale siamo cresciuti. Così, i genitori sono coloro che dovranno affrontare la grande responsabilità di educare una persona di sesso neutro utilizzando schemi educativi ancora inesistenti al momento.
Penso allora che sia il momento giusto per chiarire alcuni concetti:
Il genere è un insieme di pratiche, simboli, rappresentazioni, norme e valori sociali che la società elabora a partire dalla differenza sessuale anatomo-fisiologica, e che da senso agli impulsi sessuali, alla riproduzione e più in generale alla forma di relazionarsi tra le persone.
L’identità è il sistema unitario di rappresentazioni di se stessi che è stato elaborato durante la vita delle persone e attraverso del quale le persone si riconoscono e sono riconosciute dagli altri come individui e membri di categorie sociali distinte. Una delle dimensioni principali dell’identità è il genere.
L’identità di genere si riferisce all’essere uomo o donna. Questo sistema assegna l’identità e definisce la relazione tra i generi, ma nello stesso tempo, ogni persona assume gli elementi dell’identità assegnatagli e gli aggiunge o toglie altri elementi, in modo tale che l’identità si costruisce a partire dall’interiorizzazione dell’esperienza vissuta.
Ad ogni modo, l’intrico genere-identità-sessualità non termina qui; per comprendere questo trinomio è necessario addentrarsi nell’orientamento sessuale. L’orientamento sessuale si riferisce all’oggetto dei desideri erotici e amorosi della persona, dando luogo a diverse orientazioni (alcune più accettate tra gli psicologi, altre molto meno):
– Eterosessuale: diretto al sesso opposto.
– Omosessuale: diretto allo stesso sesso.
– Asessuale: mancanza di orientamento sessuale.
– Pansessuale: orientato a tutto, incluse in questa categoria sono la bisessualità, la transessualità e l’ermafroditismo.
È necessario sottolineare che alcni specialisti preferiscono la classficazione più semplice: etero, omo o bisessuale, dato che affermano che la asessualità non esisterebbe e che alcune categorie all’interno della pansessualità sarebbero da attribuire alla patologia.
La patologia in materia di sessualità (se ci riferiamo al DSM IV) nel caso di Norrie, si identificherebbe nel: disturbo di indentità di genere. Questo disturbo si riferisce all’incongruenza tra il sesso anatomico della persona e la sua identità di genere, intesa questa come la percezione o consapevolezza di essere uomo o donna. Ma la parte curiosa è che dal momento che Norrie non si sente uomo e tantomeno donna, gli psicologi non hanno identificato nessuna patologia ma piuttosto hanno scelto di istituire un nuovo sesso (segnaliamo che quello di Norrie non è l’unico caso, esistono molte persone che non si sentono appartenere a nessuno dei due sessi).
Riassumendo, il sesso o genere neutro, rappresenterebbe un tentativo di coordinare l’orientamento sessuale, l’identità e il genere. Se esistono persone che non si sentono uomini o donne, allora non potranno essere categorizzati in nessuno dei due sessi ma… l’accettazione del sesso neutro è indicativo della nostra apertura mentale nel tentativo di separarci dagli stereotipi o il timore che ci etichettino come “persone rigide” ci porta ad accettare come normale quello che potrebbe essere patologico? In un’occasione Victor Hugó disse: “Esistono due modi per ignorare una cosa: la prima è ignorandola e la seconda è credendo che la sappiamo mentre la stiamo ignorando”. Forse la sovraesposizione e il bombardamento mediatico che viviamo oggi giorno soprattutto relativamente a questioni di sessualità va per questo cammino. Fose no. Ma ugualmente, credo che il futuro si prospetta interessante e senza dubbio, saranno molti i difensori così come i critici rispetto all’istituzione di un terzo sesso.
Fonte:
(marzo, 2010) Reconocen legalmente a la primera persona con género “neutro”. In: El Mundo.
Lascia un commento