
Hai la sensazione che il tempo non ti basti? Ti senti come un estintore che deve affrontare continuamente imprevisti e presunte urgenze? Non riesci a intravedere il tuo futuro? Pensi che quasi tutto sia stato inventato e che ci sia ancora molto poco da fare di nuovo? Pensi che nessun tempo futuro possa superare il presente e che abbiamo raggiunto il massimo delle nostre capacità?
Se è così, è probabile che tu soffra di un fenomeno tanto comune quanto sconosciuto: lo “shock del presente”. A causa della relazione completamente nuova che abbiamo sviluppato con il tempo – a livello sociale e personale – viviamo in un momento che ci sfugge sempre più velocemente mentre perdiamo la connessione con il futuro e il passato.
Cos’è lo shock del presente?
Lo shock del presente è un’idea sviluppata da Douglas Rushkoff, professore dell’Università di New York. Lo descrive come uno stato mentale potenzialmente gravoso e perfino paralizzante in cui restiamo bloccati nel presente, perdendo molti dei punti di connessione con il futuro e il passato.
Lo shock del presente, tuttavia, non ci conduce a uno stato Zen, ma piuttosto ci immerge in una sorta di caos mentale. “Ci fa esistere in un presente distratto in cui le forze periferiche sono ingrandite […] La nostra capacità di fare un piano e seguirlo è interrotta da un gran numero di fattori esterni. Invece di trovare un percorso stabile qui e ora, finiamo per reagire in modo improvvisato a tutti gli assalti che si presentano durante il giorno”, dice Rushkoff.
Tuttavia, lo shock del presente non dipende esclusivamente dalla tecnologia – sebbene questa abbia contribuito molto – ma piuttosto è uno stato che si è instaurato a livello sociale e ha finito per penetrare in molti di noi. È un modo di affrontare la realtà con un approccio così presentista da terminare miope.
“La nostra società è stata reindirizzata al presente. Tutto viene mostrato dal vivo, in tempo reale, ed è sempre connesso. Non è semplicemente un’accelerazione delle cose, per tanto il nostro stile di vita e le nostre tecnologie abbiano accelerato al ritmo con cui proviamo a fare le cose. È piuttosto una diminuzione di tutto ciò che non sta accadendo ora – e il furioso assalto di tutto ciò che si suppone stia accadendo”, spiega Rushkoff.
Le conseguenze psicologiche dello shock del presente
Rushkoff si riferisce ai diversi modi in cui lo shock del presente si manifesta nelle nostre vite. Una volta stabilito, questo fenomeno non solo cambia le nostre abitudini e comportamenti, ma altera pericolosamente anche le dinamiche del nostro pensiero.
• Collasso narrativo
Questo è il trionfo dell’immediatezza sulla precisione, un fenomeno che si riscontra perfettamente nei notiziari dei mezzi di comunicazione, ma che si è diffuso anche a diversi livelli e ci porta a fare numerosi errori e imprecisioni nel quotidiano. È il trionfo dell’approssimazione sulla precisione.
In effetti, il collasso narrativo è il colpo di grazia ai discorsi intelligenti e complessi poiché non siamo in grado di seguirne la logica o semplicemente non abbiamo abbastanza tempo per riflettere. Invece, diamo la priorità a soluzioni semplicistiche, che portano a una brutale perdita della ricchezza e complessità che caretterizzano tutti i fenomeni a cui siamo esposti.
• Digifrenia
La tecnologia che ci consente di trovarci in posti diversi contemporaneamente e che ci aiuta ad assumere identità diverse ha sviluppato la digifrenia, che consiste in uno stato mentale confuso causato dall’avere troppe identità attive parallelamente.
Queste identità sono spesso disconnesse l’una dall’altra, quindi facciamo quotidianamente un enorme sforzo per uscire da un ruolo ed entrare nell’altro. Il continuo cambiamento d’identità ci sottopone ad un enorme stress con conseguenze dannose per la salute.
• Frattalnoia
È la tendenza a cercare un significato in un presente congelato, senza tener conto delle sequenze logiche di causa ed effetto. Questo fenomeno è dovuto in gran parte alla grande quantità d’informazioni a cui siamo esposti e alla necessità di rispondere istantaneamente, in modo da non avere il tempo di seguire la trama nel tempo o sviluppare una risposta ponderata proiettata al futuro.
Ma quando non esiste un tempo lineare, quando perdiamo la connessione con il passato e il futuro, è impossibile per noi dare un senso a ciò che ci sta accadendo, quindi le cause e gli effetti collassano. Allora restiamo in un mondo caotico, in cui non abbiamo altra scelta che rispondere alla cieca.
• Apocalypto
Dato che la società ha perso la fiducia nella sua capacità di risolvere crisi e problemi globali poiché non è in grado di trovare “capo e coda” nella situazione in cui viviamo, il nostro desiderio di uscire dal labirinto presentista ci fa fantasticare su finali apocalittici. In questo modo, molte persone trovano più facile immaginare un’apocalisse di proporzioni epiche piuttosto che pensare a ciò che faremo il prossimo mese o anno.
Lo shock del presente, quindi, scatena un pensiero profondamente catastrofico che ci avvolge nel pessimismo e ci porta ad immaginare le peggiori tragedie dietro l’angolo. Immersi in uno stato di impotenza appresa, senza capire come siamo arrivati a questo punto e senza sapere come uscirne assertivamente, non ci resta altro che fantasticare su finali apocalittici.
In questo modo, terminiamo essendo persone che reagiscono a ciò che accade, senza riflettere troppo sulle cause perché non vogliamo guardare al passato e senza smettere di pensare alle conseguenze delle nostre azioni, perché non abbiamo tempo per proiettarci nel futuro.
A causa dello shock del presente, ogni reazione diventa un buco nero di possibilità e conseguenze indesiderate. Finiamo così per essere oggetti suggestionabili e manipolabili che si muovono secondo il modo in cui soffiano i venti del presentismo, dimenticando che dobbiamo essere i capitani della nostra vita, che dobbiamo essere il vento e non la bandiera.
Fonte:
Rushkoff, D. (2013) Present shock. Nueva York: Penguin Group.
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