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Home » Crescita Personale » Stabilire obiettivi: non sempre è una buona strategia

Stabilire obiettivi: non sempre è una buona strategia

Stabilire degli obiettivi
è uno dei nuovi feticci della nostra società. Tutti stabiliscono degli
obiettivi, dai politici alle persone che desiderano aumentare la loro produttività;
a volte non importa se gli obiettivi sono irrealizzabili o se sono del tutto
inutili, l’importante è avere obiettivi. Ovviamente non c’è nulla di male nello
stabilire degli obiettivi o…almeno così crediamo.
Non mi piace dare
la responsabilità agli altri, di fatto, gli psicologi hanno (abbiamo) una
enorme responsabilità nel fatto che gli obiettivi siano sfuggiti al controllo.
Negli anni ’70 e ’80 del secolo scorso, si sono sviluppati una serie di
esperimenti diretti a valutare come le persone reagissero di fronte agli
obiettivi. Uno degli esperimenti più concreti fu lo studio realizzato da
Bandura nel 1977.
In questo
esperimento furono coinvolte persone in sovrappeso per le quali era
particolarmente difficile cambiare le abitudini alimentari, dato che queste
radicavano nella loro infanzia.
Nell’esperimento,
ad alcune persone venne chiesto che facessero il miglior sforzo possibile per
ridurre la quantità di cibo che ingerivano quotidianamente mentre che alle
altre venne proposto un piano con obiettivi specifici.
Quattro settimane
dopo avere iniziato l’esperimento, le persone che si erano poste degli obiettivi
erano riuscite a ridurre del doppio il consumo di alimenti rispetto a quelle
alle quali venne semplicemente detto di fare il possibile per mangiare meno.
Questo esperimento
condusse all’idea che gli obiettivi specifici erano potenti stimoli del
comportamento umano e aiutavano a raggiungere le mete prefissate. Risulta ovvio
che non è la stessa cosa dire ad un impiegato che faccia del suo meglio,
rispetto allo stabilire degli obiettivi specifici che identifichino cosa ci si
attende da lui. Ed è certo che nella storia della psicologia si incontrano
molti studi che hanno dimostrato il potere degli obiettivi, ma questi hanno
anche i loro lati oscuri.
In un’interessantissimo
articolo pubblicato nella rivista Academy of Management Perspectives si riportano altri dati secondo i quali gli
obiettivi potrebbero non risultare tanto utili come pensiamo.
Gli obiettivi si trasformano in nostri nemici quando sono:
– Troppi:
quando le perosne pianificano troppi obiettivi generalmente tendono a
concentrarsi nei più facili da raggiungere, ma normalmente i più importanti
sono quelli più complessi e difficili da realizzare.
Molti esperimenti
nell’ambito della psicologia (tra i quali quello realizzato da Gilliland e
Landis nel 1992) dimostrano che quando le persone devono affrontare molti
obiettivi tendono a scegliere tra questi in modo arbitrario. Per esempio,
quando si propongono obiettivi qualitativi e quantitativi, si tende a
completare solo i secondi, perchè sono i più facili da misurare.
– Molto specifici o troppo stretti:
sappiamo che gli obiettivi ci aiutano a mantenerci concentrati ma a volte ci
concentriamo troppo e cadiamo nell’errore di confondere l’obiettivo specifico
con la meta generale, limitando così le nostre possibilità di sviluppo.
Un esempio molto
curioso proviene da un esperimento realizzato da Simons e Chabris nel 1999,
quando dissero ad una serie di volontari che il loro obiettivo era quello di
contare i passi dei giocatori di una squadra di basket che indossavano una
maglia bianca. La partita era seguita su di uno schermo gigante ma la parte
curiosa fu che le persone erano così assorte nel compiere il loro obiettivo che
non si resero conto quando una persona con una maglia nera fuoriuscì dallo
schermo con tutto il torso.
– Nel breve periodo:
perchè quasi sempre gli obiettivi immediati danno luogo ad un pensiero miope,
di breve periodo, con il quale generalmente non si ottiene di andare molto
lontani.
Uno studio
realizzato dai ricercatori Cheng, Subramanyam y Zhang nel 2005, ha dimostrato
come le imprese che si concentrano nelle rendite trimestrali hanno migliori
risultati nel breve periodo ma pagano il prezzo di una diminuzione della
crescita nel lungo periodo.
– Troppo impegnativi:
normalmente pensiamo che quanto più duri ed impegnativi sono gli obiettivi
tanto più ci sentiremo motivati e ci comprometteremo con gli stessi, ma la cosa
certa è che arriva il momento nel quale gli obiettivi vengono percepiti come
irraggiungibili e allora smettono di motivarci.
Come si può
apprezzare, molti degli esempi citati fanno parte della Psicologia Organizzazionale,
ma è certo che gli obiettivi che ci prefiggiamo nell’area personale non sono
poi così radicalmente diversi. Per questo, prima di cedere alla “pandemia degli
obiettivi”, dobbiamo valutare attentamente la loro pertinenza.
Fonti:
Ordoñez, L. E. et. Al. (2009) Goals Gone Wild: The Systematic Side Effects of Over-Prescribing
Goal Setting.Academy of Management
Perspectives; 23(1): 6-16.
Bandura, A. & Simon, K. M. (1977) The role of
proximal intentions in self-regulation of refractory behavior .Cognitive Therapy and Research; 1(3):
177-193.

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Jennifer Delgado Suárez

Psicóloga Jennifer Delgado Suárez

Sono una psicologa e da molti anni scrivo articoli per riviste scientifiche specializzate in Salute e Psicologia. Il mio desiderio è aiutarti a realizzare esperienze straordinarie. Se desideri sapere di più clicca qui.

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