Il tuo partner ti confronta continuamente con l’ex?
Un amico parla male di te per escluderti dalla vostra cerchia di amici?
Tuo padre/tua madre ha messo il resto della famiglia contro di te?
Se una di queste situazioni ti è familiare, è probabile che tu sia vittima della triangolazione narcisista, una forma di manipolazione comune nei narcisisti, ma non solo. È un gioco tossico in cui il manipolatore destabilizza la sua vittima ricorrendo a terzi, una forma sottile e distruttiva di abuso psicologico basato sulla generazione di confusione, al fine di esercitare il controllo sulla vittima.
Cos’è la triangolazione narcisista?
La triangolazione è una tattica di manipolazione indiretta che coinvolge più di due persone. Il manipolatore attacca, scredita o abusa della sua vittima con l’aiuto – di solito incosciente – di una terza persona. Ricorre a uno stile di comunicazione sfuggente che include un’altra persona, reale o immaginaria, in una relazione in cui si dovrebbe essere solo in due.
I 3 attori della triangolazione
Nella triangolazione ci sono tre attori: il manipolatore, la vittima e la terza persona. Ognuno di loro svolge dei ruoli diversi:
1. Il manipolatore
È la persona che sta muovendo i fili nella relazione e, sebbene metta in pratica comportamenti offensivi, è probabile che percepisca se stesso come una vittima. In effetti, molte persone che ricorrono alla manipolazione, come i narcisisti, hanno una personalità conflittuale e stentata, quindi la loro emotività è più simile a quella di un bambino che a quella di un adulto maturo.
Pertanto, non è insolito che, nella sua logica di pensiero, si consideri una vittima che si sta difendendo e cerchi di incolpare la vera vittima delle sue azioni ed emozioni. Questa persona cercherà inconsciamente di esorcizzare i suoi demoni proiettandoli sulla sua vittima, che cercherà di dominare o addirittura distruggere.
2. La terza persona
È la terza persona che introduce il manipolatore nella relazione per controllare la sua vittima, sebbene possa anche essere un personaggio immaginario creato appositamente per l’occasione. Il manipolatore userà le dichiarazioni – reali o inventate – di questa persona per far sentire colpevole la sua vittima. In alcuni casi, quella persona viene anche chiamata “salvatore” perché, secondo la storia raccontata dal manipolatore, ha la missione di schierarsi dalla sua parte e “salvarlo” dalla sua vittima/carnefice. In genere, anche la terza persona è vittima di macchinazioni, perché viene utilizzata dal manipolatore per raggiungere i suoi obiettivi.
In effetti, il manipolatore non avrà scrupoli nel mentirle, coinvolgerla nel caos e trascinarla per ottenere ciò che si è proposto. La userà per fare il “lavoro sporco” e quando non ne avrà più bisogno, probabilmente la metterà da parte. Generalmente sono persone molto vicine al manipolatore o che vogliono ottenere la sua approvazione, quindi di solito cadono nel suo gioco senza fare troppa resistenza o riflettere sulle sue parole e comportamenti, così non rilevano incongruenze, falsità o ingiustizie.
3. La vittima
È la persona che viene manipolata, che è soggetta ad abuso di potere o alle campagne diffamatorie del manipolatore. All’inizio, è normale che non si accorga della manipolazione perché il legame emotivo con il manipolatore la porta a giustificare il suo comportamento.
È importante tenere presente che ogni dinamica relazionale implica sempre una certa “complicità” tra due persone, quindi anche la vittima ha una parte di responsabilità nella manipolazione, di solito perché assume un ruolo passivo e sottomesso. È probabile che all’inizio abbia scelto – più o meno consapevolmente – di rimanere ignara di ciò che stava accadendo per mantenere l’immagine idealizzata del manipolatore e non generare ulteriori conflitti.
Ciò non significa che abbia la colpa della manipolazione, significa solo che a volte i nostri meccanismi psicologici ci giocano brutti scherzi, rendendoci più propensi a diventare vittime. In effetti, le persone che hanno sviluppato un attaccamento insicuro sono più vulnerabili a cadere in relazioni tossiche, motivate dalla loro dipendenza emotiva.
Come si produce la triangolazione?
In genere il manipolatore inizia il suo gioco dopo un periodo idilliaco. Dopo aver coperto la sua vittima di attenzioni, amore e ogni tipo di dettaglio, inizia a ritirarli, accusandola di essere la colpevole del suo cambiamento. Quindi appare la terza persona, che può essere un ex partner con il quale la confronta costantemente o un amico comune che critica il suo comportamento.
In questo modo il manipolatore invia un messaggio chiaro: non sei più il centro della mia vita, hai smesso di essere una persona speciale per diventare una persona tossica che sta danneggiando la relazione. Dirà che le altre persone nella sua cerchia più intima pensano allo stesso modo, specialmente se la vittima rispetta o apprezza le persone a cui si riferisce.
Di conseguenza, la vittima inizierà a sentirsi insicura, gelosa e denigrata. Si chiederà se si sta comportando correttamente e, probabilmente, per soddisfare il manipolatore, si arrenderà ai suoi desideri nel vano tentativo di recuperare la relazione idilliaca iniziale – qualcosa che non accadrà di nuovo o accadrà ciclicamente per ricadere nel ciclo di punizione
Le 3 tattiche della triangolazione
1. Generare gelosia
I manipolatori ricorrono spesso alla triangolazione per generare gelosia nel partner. All’inizio, saranno conversazioni casuali e sporadiche su una nuova persona o un ex partner, in cui la vittima perderà sempre perché non è abbastanza intelligente, gentile o attraente come la terza persona.
In una relazione, ad esempio, il manipolatore può flirtare con un’altra persona, ma poi lo negherà e farà sì che la vittima si ossessioni in modo da poter usare la sua gelosia contro di lei, affermando che sta esagerando, che è troppo sensibile e lo sta opprimendo. Questo trasforma una reazione normale e comprensibile in una causa di colpa.
2. Arruolamento
In questo caso, il manipolatore recluta dei terzi perché si oppongano alla vittima. In realtà, questa tattica di triangolazione ha lo scopo di fare in modo che il maggior numero di persone si mettano dalla sua parte e condividano la sua visione distorta di ciò che sta accadendo.
Se il manipolatore sta discutendo con la sua vittima in merito a un disaccordo, per esempio, chiederà ad amici e parenti un sostegno perché stiano dalla sua parte, contro la vittima. È anche comune che racconti solo la sua versione degli eventi per attirare più sostenitori.
3. Diffamazione
Questa tattica di triangolazione è estremamente dannosa poiché il manipolatore recluta dei terzi falsificando la realtà. Non è più una visione limitata ed egocentrica, ma inventa cose contro la vittima in modo che tutti pensino che sia il “cattivo”.
In altri casi, è probabile che il manipolatore dica alla vittima che un suo amico ha parlato male di lei, fingendo di essere dalla sua parte e persino di difenderla. Riesce così a isolarla dal suo circolo più intimo, fingendo solidarietà e presentandosi come il “difensore”. Quando la vittima è sola e si fida completamente del manipolatore, avrà un enorme potere su di lei per ottenere ciò che vuole.
Come uscire dalla rete della triangolazione?
Uscire dalla rete della triangolazione e chiudere le ferite emotive non è facile, ma si deve intraprendere il viaggio di recupero per una semplice questione di sopravvivenza psicologica. Come farlo?
– Divieni consapevole di essere una persona unica e speciale
Per uscire dalla triangolazione non è sufficiente rompere i legami con il manipolatore, devi fare un profondo lavoro psicologico per sostituire le convinzioni disadattive che sono state seminate nella tua mente.
È necessario aumentare la consapevolezza della natura tossica del manipolatore e della realtà degli abusi subiti. Realizzare ciò che è successo non significa assumere il ruolo di vittima passiva e rimpiangere la propria sfortuna, ma è un passo essenziale per liberarsi dal senso di colpa ed essere in grado di voltare pagina definitivamente.
D’altra parte, le persone che ricorrono alla triangolazione si sforzano di far credere alle loro vittime che sono facilmente sostituibili. Questo distrugge la loro autostima, motivo per cui le vittime sono spesso devastate psicologicamente. Il manipolatore gli ha “lavato il cervello” per fargli credere che fossero il problema, una convinzione profondamente radicata che devi eliminare.
Per recuperarti devi ripristinare l’identità che il manipolatore ha cercato di erodere, cancellare e sminuire. Devi ritrovare il tuo valore e capire che sei una persona unica. Ciò implica immergerti dentro di te per trovare quei valori e caratteristiche che ti rendono speciale.
– Smetti di idealizzare il manipolatore
Quando il manipolatore inizia il suo gioco introducendo una terza persona, la reazione normale della vittima è la paura, la paura di perdere una relazione significativa. La paura, tuttavia, non è una buona compagna di viaggio e può offuscare il tuo giudizio facendoti idealizzare il manipolatore.
Invece, devi sviluppare una visione più obiettiva. Per raggiungere questo obiettivo ti può aiutare la pratica del distacco. Immagina il peggio che potrebbe accadere se quella relazione finisse. In quale situazione ti troveresti? Cosa cambierebbe? Forse sarebbe difficile, ma non sarebbe la fine del mondo. Certamente farà male, ma solo una volta. Se rimani in quella relazione soffrirai per sempre.
– Elimina confronti inutili
Una delle strategie del manipolatore è cercare di far competere la sua vittima con la terza persona e assicurarsi che perda sempre. Devi capire che non è necessario competere con nessuno. Quando qualcuno ama in modo sano, non vorrà che la persona amata debba competere per il suo amore o l’attenzione.
Considera che una delle credenze più dannose che trasciniamo dall’infanzia è che dobbiamo competere con gli altri per dimostrare il nostro valore. Questa convinzione permette il condizionamento tossico e distruttivo nelle relazioni, quindi è probabile che anche se ti sei allontanato dal manipolatore, continui a confrontarti.
Ma se passi la vita a confrontarti con ogni persona che incontri, il tuo equilibrio mentale ne risentirà notevolmente. Confrontarsi è un ostacolo enorme sul cammino verso la guarigione. La verità è che sei una persona completa, con i suoi punti deboli e i punti di forza, quindi non devi continuare a confrontarti con le persone con le quali il manipolatore ti ha triangolato, o con nessun altro.
– Scopri quale parte di te ha facilitato la triangolazione
Importante quanto uscire da una situazione di triangolazione narcisista è evitare di ricadere nella sua rete. In effetti, non è insolito che alcune persone sfuggano a una relazione tossica per cadere in un’altra, perché i modelli psicologici che le hanno fatte cadere in quella rete non sono stati eliminati e continuano a favorire una relazione di dipendenza.
Ciò significa che se vuoi che avvenga un cambiamento autentico, devi guardarti dentro e individuare quelle convinzioni, atteggiamenti, aspettative e/o bisogni che hanno permesso a un manipolatore di assumere il controllo della situazione. Non si tratta di auto-incolparti, ma di assumere un atteggiamento maturo e capire quali punti ciechi psicologici ha toccato il manipolatore, così puoi rafforzarli e non cadere mai più in questo tipo di relazione.
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