
La maggior parte delle persone pensano che chi viene ammesso all’università abbia già sviluppato delle abilità cognitive superiori alla media e che alla fine del corso universitario il pensiero avrà subito una discreta evoluzione che permette al soggetto di godere di una maggiore apertura mentale oltre che di buone capacità comunicative.
Ma il pensiero degli studenti si evolve veramente durante il corso di studi universitario? Qual è la forma di pensare più diffusa tra i giovani che oggi vanno all’università? Di seguito riassumo alcune tristi statistiche che parlano da sole:
Una ricerca realizzata alcuni anni fa da Genovard, Beltrán & Rivas (1995) ha osservato che intorno al 40% degli studenti che entrano all’università non è in grado di estrarre inferenze dal materiale scritto e solo un terzo di loro è in grado di risolvere un problema matematico che richiede diversi passaggi.
Allo stesso modo, Saiz (1994) ci rivela che solo il 25% degli studenti del primo anno d’università possiede delle abilità di pensiero astratto e logico.
Alcuni studi sviluppati da Saenko (2005) rivelano che il 76,7% degli studenti nutre un pensiero di tipo esoterico radicato in false credenze e/o superstizioni.
E per terminare cito una ricerca di Ramirez (1993), che probabilmente e la più scoraggiante tra tutte, nella quale si esaminano gli studenti universitari del primo e dell’ultimo anno dei corsi universitari appartenenti alle scienze sociali e tecniche, il risultato è il seguente: non si riscontrano differenze significative nello sviluppo delle loro capacità di ragionamento!
A buon intenditore poche parole…
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