Vedere troppa TV potrebbe togliere anni di vita, soprattutto a quelle persone che soffrono di malattie cardiache. O almeno questo è quanto affermano gli studiosi del Baker IDI Heart and Diabetes Institute di Melbourne in Australia.
Lo studio in questione coinvolse 8.800 adulti in età avanzata, che non presentavano una storia clinica di malattie cardiache nei sei anni precedenti a quando vennero inclusi tra i volontari. A questo punto si considerò il numero di ore dedicate a gurdare la televisione e la mortalità (284 persone morirono in questo lasso di tempo). Rispetto alle persone che guardavano la televisione meno di due ore al giorno, le persone che gli dedicavano quattro o più ore presentavano una incidenza dell’80% in più di morte causata da malattie cardiache, e un 46% in più di casi di morti premature.
Gli specialisti conclusero che ogni ora passata di fronte alla televisione aumenta del 18% in più il rischio di morire di una mallattia cardiaca e dell’11% in più di morire prematuramente. Naturalmente, non è la televisione ad essere letale in se stessa ma piuttosto il rischio sarebbe dato dalla posizione che si assume mentre si osservano i programmi, e dalla lunga inattività muscolare. Questi risultati ci porterebbero a estrapolare gli stessi effetti negativi all’uso indiscrimintao del computer o anche alla lettura. Ad ogni modo, Peter Katzmarzyk, specialista del Pennigton Biomedical Research Center, afferma che l’incidenza mortale occorrerebbe solo con la TV. Perchè? Sostiene che la posizione che assumiamo quando guardiamo la TV sia particolarmente dannosa, a cui si aggiunge l’abitudine di mangiare cibi poco salutari. Discordo su quest’ultimo punto.
Non mi azzardo a dire che la relazione tra mortalità e televisione non esita, ma è certo che indipendentemente dalla mancanza di attività fisica conseguente al guardare troppa TV e i pasti frugali o meno davanti ad essa, preferisco propendere per una ipotesi che includa fattori multipli. Questa viene sostenuta da uno studio precedente realizzato da alcuni ricercatori dell’Università del Maryland e che comprese un periodo di tret’anni. Secondo questo studio si afferma che esita una correlazione tra infelicità, depressione e il tempo che si passa d fronte alla TV.
Certo è che quando guardiamo la Tv quasi sempre adottiamo un atteggiamento molto più passivo rispetto a quando leggiamo un libro o quando siamo di fronte al computer, motivo per il quale, non solo i nostri muscoli sono inattivi ma anche il nostro cervello (non è solo coincidenza che una delle attività preferite dalle persone che soffrono di depressione sia quella di restare in casa a guardare la TV). In questo modo, si stabilirebbe uno schema comportamentale che determina uno stile di vita sedentario e che promuove un scarsa attività intellettuale. Allora la televisione sarebbe solo l’oggetto attraverso il quale canalizziamo i nostri stati d’animo richiudendoci in un perfetto circolo vizioso che diviene pericoloso per la salute.
Fonte:
Dunstan, D. et. Al. (2010) Television Viewing Time and Mortality. Circulation; 121: 384-391.
Lascia un commento