La sola idea di parlare in pubblico fa paura a molte persone. Le mani iniziano a sudare, il cuore sembra esplodere, strani brividi percorrono tutto il corpo e la voce resta come paralizzata. Insomma, un disatro! Ma non è detto che debba sempre essere così…
Anche io mi sento un poco a disagio ogni volta che devo affrontare un nuovo uditorio, tuttavia, le farfalline nello stomaco mi fanno ricordare che sono viva e che devo prestare più attenzione, essere più cosciente e immersa nella situazione, mi aiutano a essere totalmente presente. Così, con il passare del tempo, tutto dipende da come si assumono questi sintomi fisiologici e quale sarà il passo successivo.
Ma prima di introdurre alcune tecniche psicologiche per controllare la paura a parlare in pubblico, dovremo stabilire che cosa è nello specifico che ci causa questa paura.
Normalmente la paura di parlare in pubblico dipende da:
– Paura di dimenticare le parole.
– Convinzione che le persone che ci ascoltano penseranno che siamo stupidi o non sufficientemente
all’altezza.
– Paura di innervosirci tanto che il discorso sarà ininteligibile o illogico.
– Paura di commettere errori.
– Paura di fronte alla reazione del pubblico fondata nell’idea che questi non accetterà il messaggio che vogliamo trasmettere.
A questo punto possiamo vedere che tutte queste paure si possono raggruppare in due categorie:
1. Paura di sbagliare nella presentazione; dipende dal timore di commettere un errore che comprometta la qualità del discorso o della presentazione.
2. Paura della reazione; il timore che il pubblico non risponda positivamente al messaggio.
In un modo o nell’altro, alla base si trova sempre l’insicurezza.
Per controllare la paura di sbagliare la presentazione, risulta molto efficace la tecnica dell’ancoraggio. Questa tecnica considerata una risorsa della Programmazione Neurolinguistica, si basa nella terapia comportamentale e nello stabilire dei riflessi condizionati. L’obiettivo principale si centra nel trasmettere sensazioni di sicurezza prima e durante la presentazione orale stessa, attraverso la connessione tra diverse esperienze.
I passi della tecnica dell’ancoraggio sono molto semplici:
1. Ricordare un’esperienza nella quale ci siamo sentiti sicuri e fiduciosi, tentando di renderla il più
reale possibile, partendo dal ricordo dei dettagli e delle sensazioni che abbiamo provato.
2. Creare l’ancoraggio, scegliendo un gesto che possa essere invisibile al pubblico, come per esempio
chiudere il pugno o unire dito indice e pollice.
3. Ripetere i punti uno e due ma con ricordi diversi che evochino situazioni nelle quali ci siamo sentiti sicuri e fiduciosi.
4. Valutare l’ancoraggio, si tratta semplicemente di realizzare il gesto di fronte ad una situazione che
ci terrorizza e valutare fino a che punto questo gesto è in grado di calmarci e offrirci la necessaria sicurezza per continuare con il nostro compito.
Come si può immaginare, l’ancoraggio non si ottiene immediatamente, è necessario praticare molte volte.
Altri modi di controllare la paura di parlare in pubblico si basano nella ripetizione. Provare il discorso davanti a familiari ed amici che ascoltano.
Naturalmente, queste strategie non evitano del tutto il fatto che nella stessa misura in cui si avvicina il giorno del discorso aumentino anche tensione e nervosismo. In questo caso è necessario cambiare la percezione di ciò che stiamo vivendo. Le farfalline nello stomaco sono solo un segnale fisico che ci anticipa che ci stiamo preparando per un’attività, un risultato della produzione di adrenalina
nel nostro cervello che si può utilizzare sia per aumentare la nostra attenzione che per aumentare la paura. Tutto dipende dalla nostra prospettiva.
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