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Cosa rivelano di te gli emoji che usi?

tecnologia

Gli emoji fanno già parte della nostra comunicazione online. Tuttavia, dietro quei simboli si nasconde molto più di un semplice messaggio, possono infatti rivelare dettagli della personalità di chi li usa. O almeno questo è quanto sostiene uno studio condotto presso la Edge Hill University e la Australian Catholic University, in cui si afferma che gli emoji sono simili ai gesti che usiamo e il loro utilizzo varia da persona a persona.

Questi ricercatori ritengono che come accade in una conversazione faccia a faccia, in cui osserviamo dettagli come i movimenti del corpo, le espressioni facciali e il tono di voce, gli emoji svolgono la stessa funzione in una conversazione digitale: servono ad aiutare a capire il messaggio e le emozioni nascosti dietro alle parole.

Gli emoji sono i nostri gesti virtuali, ci aiutano ad esprimere le nostre emozioni, i sentimenti e gli stati d’animo, per non lasciare dubbi. Pertanto, sono una sorta di linguaggio extra-verbale virtuale.

I primi emoji avevano lo scopo di evitare l’ambiguità dei messaggi virtuali

Il primo emoticon fece la sua comparsa nel 1980, quando Scott Elliot Fahlman, un professore di informatica alla Carnegie Mellon, unì per la prima volta una parentesi e due punti in un forum di discussione in modo tale che le persone potessero distinguere gli scherzi dagli argomenti seri.

Ma a differenza degli emoticon, gli emoji non includono solo immagini di volti, ma anche altre figure, come il fiammingo e le scimmie. Oggi questi simboli sono penetrati così profondamente nella nostra cultura che si stima che il 75% degli spagnoli li utilizzi nelle chat e nella messaggeria istantanea.

Cosa possono dire gli emoji di te?

Questi psicologi dicono che se utilizzi spesso gli smileys nei tuoi messaggi probabilmente sei una persona più felice, creativa, aperta a nuove esperienze e più autentica nei rapporti interpersonali.

Infatti, queste persone trasmettono solitamente una buona impressione agli altri. I ricercatori hanno visto che quando si usano emoji con facce felici o positive, le persone credono che dietro quel messaggio vi sia qualcuno che si distingue per la sua gentilezza, responsabilità e apertura mentale. E spesso non sbagliano.

Generalmente, l’utilizzo degli emoji viene anche collegato a estroversione e naturalezza. Si è notato infatti che le persone che nella vita reale non hanno alcuna difficoltà a esprimere le loro emozioni tendono anche ad usare più spesso gli emoji per trasmettere i loro stati emotivi quando comunicano con gli altri in rete.

Il fatto che decidi di usare gli emoji significa anche che ti preoccupi perché il messaggio sia compreso correttamente e desideri evitare malintesi. Inoltre, indica che ti stai sforzando di connetterti emotivamente con il tuo interlocutore, dando un tocco più personale alla conversazione.

Coloro che usano più spesso gli emoji sono anche consapevoli del fatto che gli altri li analizzano e li giudicano a partire dai loro messaggi, quindi utilizzano meno volti tristi o emoji che inviano messaggi che possono essere considerati negativi.

Inoltre, chi non si limita a usare le classiche faccine ma ricorre a emoji più elaborati, può essere una persona più creativa, che desidera sorprendere gli altri e probabilmente ha una maggiore capacità comunicativa.

Ma va detto anche che l’utilizzo di un numero eccessivo di emoji può essere controproducente. Molte persone sono infastidite dall’uso innecessario di questi simboli. Infatti, in alcuni casi l’uso eccessivo degli emoji è stato collegato alla instabilità emotiva.

Come usare correttamente gli emoji?

Ovviamente, usare un emoji sorridente non ti trasforma automaticamente in una persona gentile, ma ti aiuterà a presentarti meglio e inviare un messaggio più positivo. Ad ogni modo, non devi abusare di questi simboli perché corri il rischio di inviare un messaggio negativo, soprattutto se stai parlando con qualcuno che non conosci bene.

In generale, gli emoji dovrebbero essere usati solo dove sono necessari per chiarire l’ambiguità del messaggio o rafforzare un determinato punto della conversazione. È inoltre possibile usarli per fare buona impressione o catturare positivamente l’attenzione degli altri, soprattutto se si scelgono i simboli meno usati.

 

Fonti:
Kaye, L. K. et. Al. (2017) Emojis: Insights, Affordances, and Possibilities for Psychological Science. Trends in Cognitive Science; 21(2): 66–68.Kaye, L. K. et. Al. (2016) “Turn that frown upside-down”: A contextual account of emoticon usage on different virtual platforms. Computers in Human Behavior; 60: 463–467.Wall, H. J. et. Al. (2016) An exploration of psychological factors on emoticon usage and implications for judgement accuracy. Computers in Human Behavior; 62: 70–78.

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Jennifer Delgado Suárez

Psicóloga Jennifer Delgado Suárez

Sono una psicologa e da molti anni scrivo articoli per riviste scientifiche specializzate in Salute e Psicologia. Il mio desiderio è aiutarti a realizzare esperienze straordinarie. Se desideri sapere di più clicca qui.

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