
Negli ultimi anni abbiamo scoperto molte cose nuove relative alla depressione e, anche se siamo ancora lontani dal comprenderla appieno, ogni volta otteniamo nuove informazioni più interessanti su questo disturbo.
Ad esempio, in passato ho fatto riferimento a uno studio sviluppato presso l’Università di Friburgo, secondo il quale, le persone depresse vedono letteralmente il mondo in modo diverso. Cioè, la depressione fa loro percepire i colori con minore intensità e luminosità, come se avessero davanti ai loro occhi un filtro che spegnesse i colori.
Ora un nuovo studio, questa volta condotto dall’Università del Michigan, rivela che le persone depresse hanno difficoltà anche a distinguere le emozioni negative tra di loro; cioè, trovano più difficile
identificare emozioni come la frustrazione o la rabbia.
L’importanza di riconoscere e differenziare le emozioni
Uno dei capisaldi della terapia per imparare a controllare le emozioni ed essere più assertivi nella comunicazione, è proprio quello di insegnare alle persone a identificare e dare un nome a ciò che provano. Una volta che sappiamo se siamo frustrati, arrabbiati o semplicemente tristi, possiamo identificare con maggiore precisione le cause che sono alla base di queste emozioni, e quindi, saremo in grado di gestire molto più efficacemente il nostro comportamento. Identificare le nostre emozioni ci permette di risolvere i problemi più rapidamente, ma anche nel modo migliore possibile.
Purtroppo, a scuola ci viene insegnato ad aggiungere e sottrarre, ci danno lezioni magistrali di storia e geografia, ma la questione emotiva lascia a desiderare. Sono tante le persone che purtroppo non sono in grado di identificare con precisione le proprie emozioni. Per le persone affette da depressione, l’incapacità di decodificare le emozioni negative diventa ancora più forte.
I ricercatori coinvolsero 106 persone, a metà delle quali venne diagnostica la depressione mentre l’altra metà erano individui apparentemente sani. Per sette giorni consecutivi, gli scienziati hanno registrato 56 momenti a caso della vita di ciascuna delle persone durante i quali queste hanno sperimentato qualche tipo di emozione. Poi ogni persona avrebbe dovuto individuare cosa stava provando, e a questo proposito è stata offerta loro la scelta tra sette diverse emozioni negative (tristezza, ansia, rabbia, frustrazione, vergogna, disgusto e colpevolezza) e quattro emozioni positive (felicità, entusiasmo, essere sveglio e attivo).
Così, i ricercatori hanno notato che molte persone tendono a sperimentare emozioni diverse insieme, come la frustrazione e la rabbia. Ovviamente, gli psicologi ritenevano che più emozioni venivano marcate e minore fosse la capacità della persona per identificare quale di queste stavano vivendo in un dato momento. Si è poi scoperto che le persone depresse tendono a marcare un numero maggiore di emozioni negative, ma erano anche in grado di determinare esattamente le emozioni positive.
I ricercatori ipotizzano che la depressione agisca come fosse un filtro grigio che incide nella nostra percezione. Immaginate che le emozioni negative abbiano dei toni più scuri rispetto alle positive che hanno dei colori vivaci come il rosso o il giallo. Se applichiamo dei filtri grigi su questi colori più scuri troveremo difficile determinare le diverse tonalità dei colori delle emozioni negative, ma sarà più facile identificare i toni forti delle emozioni positive. Qualcosa di simile accade nello stato d’animo delle persone depresse.
Questa è una scoperta interessante perché indica quanto è importante che le persone depresse imparino anche a distinguere tra le diverse emozioni negative che provano, così da non continuare ad alimentare il circolo vizioso della depressione. Ricordate che è molto difficile migliorare la nostra vita se non siamo in grado di identificare in che modo ci sentiamo arrabbiati, frustrati o insoddisfatti.
Se desideri approfondire il tema, imparare a riconoscere e come curare la depressione questo libro ti aiuterà sicuramente.
Demiralp, E. et. Al. (2012) Feeling Blue or Turquoise? Emotional
Differentiation in Major Depressive Disorder.Psychological Science; 23(11):1410-1416.
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