Mantenere la casa pulita e in ordine, preparare il cibo (preferibilmente sano), portare i bambini a scuola e fare in modo che non si perdano le attività extrascolastiche, assisterli quando fanno i compiti, giocare con loro, fare la spesa, portarli dal pediatra, lavare i panni… Come non diventare madri esaurite?
L’elenco delle attività giornaliere di molte madri esaurite può essere molto lungo ed estenuante. Tuttavia, di solito la società non riconosce questo pesante sforzo. Molte persone, specialmente quelle che non hanno figli, pensano che sia molto più estenuante lavorare fuori che stare a casa a prendersi cura dei bambini. Ma le tante madri esaurite sanno bene che non è così.
E le cose si complicano ulteriormente quando a pensare così sono i familiari, che non capiscono perché il padre o la madre siano esauriti. In effetti, non c’è nulla di meno empatico della domanda: “perché sei stanca? Non lavori, stai tutto il giorno a casa a prenderti cura dei bambini!”
I ricercatori dell’Università Cattolica di Lovanio intervistarono quasi 2.000 genitori, per lo più madri, e giunsero alla conclusione che i lavori domestici e la cura dei figli possono anche diventare estremamente faticosi, a volte molto più che lavorare fuori casa.
Questi psicologi scoprirono che il 13% delle madri soffriva un pesante esaurimento, a cui si aggiungeva una profonda sensazione di incapacità per affrontare tutte le attività quotidiane. Infatti, 1 madre su 10 ha riconosciuto che le faccende domestiche e la cura dei figli comprometteva seriamente la sua salute fisica ed emotiva.
Sindrome di Burnout nelle madri e nei padri: come si manifesta?
Negli ultimi anni, sempre più psicologi sottolineano che la sindrome di burnout non colpisce solo coloro che svolgono lavori stressanti e impegnativi, ma può interessare anche i genitori. Infatti, il primo riferimento alla sindrome di burnout nelle madri esaurite risale al 1989, negli Stati Uniti, dove questo fenomeno era già piuttosto evidente.
La sindrome di burnout è una risposta dell’organismo quando è stato sottoposto a stress intenso per un lungo periodo di tempo. Si produce quando chiediamo troppo a noi stessi e arriviamo al punto in cui le nostre forze e le risorse psicologiche si esauriscono.
I sintomi più comuni della sindrome di burnout nelle madri e nei padri sono:
– Stanchezza cronica. La sindrome di burnout si manifesta attraverso l’estrema stanchezza. Il padre o la madre esausti sentiranno di non avere la forza di fare nulla, dal momento stesso in cui si alzano dal letto alla mattina. Anche se dormono, il sonno non è riparatore. Il compito più semplice richiede loro uno sforzo colossale e spesso sviluppa un senso di apatia che li porta a vivere con il pilota automatico inserito.
– Distanza emotiva. Le madri esaurite tendono a disconnettersi emotivamente dalla situazione che gli genera stress. È un meccanismo di difesa psicologico per proteggersi dall’estrema fatica che stanno sperimentando. Questi genitori si limitano a fornire l’assistenza di base ai loro figli, si preoccupano di lavarli, nutrirli e portarli a scuola, ma non sono in grado di coinvolgersi emotivamente e rispondere in modo sensibile ai loro bisogni emotivi.
– Irritabilità. Le madri esaurite reagiscono spesso con irritabilità, quindi capita che inizino delle discussioni di coppia per motivi insignificanti o che applichino delle punizioni eccessive ai bambini perché hanno perso la prospettiva. Il problema è che l’autocontrollo è una capacità limitata che termina esaurendosi, così a un certo punto, si perdono le staffe e al padre o alla madre risulta difficile controllare le proprie reazioni. Le emozioni sono piuttosto intense, quindi è normale che appaiano attacchi di pianto senza un motivo apparente o che l’attività più semplice si trasformi in fonte di stress e preoccupazione.
– Problemi di memoria e concentrazione. L’attenzione e la memoria sono le funzioni cognitive più colpite nella sindrome di burnout. La mente della mamma esaurita semplicemente si “disconnette”, quando raggiunge il punto di saturazione. Di conseguenza, ha difficoltà a prestare attenzione anche ai compiti più banali o mantenere il filo di una conversazione. In alcuni casi si può provare una sensazione come di “nebbia mentale“, uno stato estremamente frustrante in cui si ha difficoltà a pensare chiaramente. Ovviamente, se la mamma esaurita non riesce a prestare attenzione, inizierà ad avere problemi di memoria, che all’inizio appaiono come piccole dimenticanze, ma possono peggiorare, arrivando a dimenticare l’appuntamento con il pediatra o addirittura di andare a prendere il bambino a scuola.
– Sensazione d’incapacità. Uno dei sintomi più terribili della sindrome di burnout nei genitori è la sensazione d’incapacità che li assale. L’esaurimento fisico ed emotivo è tale che i genitori iniziano a pensare di non essere in grado di prendersi cura dei propri figli in modo adeguato. Dubitano delle loro capacità e attitudini come genitori, e ciò può dar origine a un quadro depressivo.
Le cause della stanchezza dei genitori
“La madre perfetta non urla, non si dispera, non perde la testa e, soprattutto, non esiste”, lessi in una occasione. Tuttavia, i genitori d’oggi chiedono troppo a se stessi. Infatti, diversi studi indicano che la stanchezza dei genitori è di solito più comune in coloro che hanno atteso con ansia il momento di avere un figlio e le persone controllatrici che si coinvolgono eccessivamente nella sua cura, sviluppando un atteggiamento iperprotettivo e apprensivo.
Naturalmente, anche le credenze sociali influiscono. Gli psicologi puntano i riflettori sulla “educazione positiva” che ha spopolato negli ultimi decenni. Secondo questo modello, i genitori dovrebbero essere calorosi, comprensivi e sensibili, valorizzando i bambini come persone indipendenti che hanno i loro diritti.
Il problema è che questo modello non può essere applicato tutto il tempo. I genitori sono persone che hanno i loro giorni negativi, frustrazioni, problemi e possono anche perdere la pazienza. La difficoltà nel seguire il modello genitoriale positivo porta a un idealismo frustrato che li fa sentire male, generando la sensazione di non essere in grado di allevare adeguatamente i propri figli.
L’apparizione della stanchezza genitoriale è anche influenzata dal fatto che l’autorità parentale si è indebolita negli ultimi anni, il che ha portato alla graduale perdita di rispetto da parte dei bambini, facendo in modo che essere padri o madri sia ancora più difficile, se possibile.
A tutto ciò si aggiunge la necessità di responsabilizzare i bambini, preparandoli alla loro vita futura, così i genitori devono assicurarsi che partecipino alle appropriate attività extrascolastiche e sviluppino al massimo le loro capacità. I genitori moderni si sentono responsabili del successo dei loro figli domani, quindi si sforzano di fare tutto il possibile, e persino l’impossibile, per preparargli la strada verso il successo.
Questo cumulo di aspettative sociali aggiunge una forte pressione, quindi non è strano che oggi la sindrome di burnout sia diffusa tra i genitori.
Come affrontare la sindrome di burnout nelle madri e nei padri?
- Non pretendere di essere una madre o un padre perfetto
Essere troppo esigenti con se stessi, pretendere di soddisfare tutte le aspettative sociali relative a ciò che implica essere un “buon padre” o una “buona madre” serve solo ad aggiungere una tensione eccessiva all’educazione. Ricorda che i tuoi figli non hanno bisogno che tu sia perfetto, hanno solo bisogno che tu sia lì a sostenerli. Non esiste un modo corretto di educare che garantisca il successo dei bambini, quindi la cosa migliore che puoi fare è amarli e accettarli.
- Non pretendere che tuo figlio sia perfetto
I bambini devono essere felici, non essere i migliori. Se riduci le tue aspettative su di loro, ti toglierai un peso e, di conseguenza, lo toglierai a loro. Se cercherai sempre di plasmare il tuo bambino contro i suoi desideri o il suo carattere, le battaglie saranno costanti, il che aumenterà lo stress emotivo. Un’educazione veramente positiva è quella in cui tutti si sentono bene e godono della reciproca compagnia.
- Concentrati su ciò che è positivo
Per evitare la sindrome di burnout, è essenziale imparare a concentrarsi su ciò che è positivo, sulle cose che fai bene, sulle gratificazioni che ti da il rapporto con tuo figlio e sui risultati che hai raggiunto. Non significa coprire il sole con un dito o sviluppare un ottimismo tossico, ma capire che un pensiero più positivo ti aiuterà a sentirti meglio.
- Trascorri del tempo da solo, con te stesso
Smettila di incolparti. Ricorda che per prendersi cura di coloro che ami, devi prima occuparti di te stesso. Il tempo passato da solo con te stesso è essenziale per ricaricare le batterie. Non sentirti in colpa se ogni tanto hai bisogno di staccare la spina e assicurati di pianificare la tua agenda quotidiana in modo da lasciare spazio per te stesso. L’ossigeno psicologico ti proteggerà dalla stanchezza genitoriale.
- Arricchisci la tua “cassetta degli attrezzi psicologici” con strumenti genitoriali
Ci sono strumenti psicologici semplici che possono fare la differenza nella tua vita quotidiana di madre o padre. Ad esempio, praticare la meditazione mindfulness o padroneggiare le tecniche di rilassamento ti permetterà di affrontare la giornata con un atteggiamento più rilassato. È anche conveniente che impari a dare priorità alle attività in base alla loro importanza, per non esserne sopraffatto. Accetta che ci sono cose che non puoi fare, e non è un problema.
Fonti:
Roskam, I. et. Al. (2017) Exhausted Parents: Development and Preliminary Validation of the Parental Burnout Inventory. Front Psychol; 8: 163. Lindström C., Aman J., Norberg A. L. (2011). Parental burnout in relation to sociodemographic, psychosocial and personality factors as well as disease duration and glycaemic control in children with Type 1 diabetes mellitus. Acta Paediatr; 100: 1011–1017. Norberg A. L. (2010) Parents of children surviving a brain tumor: burnout and the perceived disease-related influence on everyday life. J. Pediatr. Hematol.Oncol; 32: e285–e289. Pelsma D. M. (1989). Parent burnout: validation of the maslach burnout inventory with a sample of mothers. Meas. Eval. Couns. Dev; 22: 81–87.
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